“Una fede che si riduce alle formule è una fede miope”
Il Papa ringrazia la Sicilia all’indomani della sua visita a Palermo e regala 40 mila crocifissi ai fedeli: “Non è un ornamento ma un segno religioso per contemplare e pregare”
Città del Vaticano – A Gesù “non interessano i sondaggi e le chiacchiere della gente”, e “nemmeno che i suoi discepoli rispondano alle sue domande con formule preconfezionate, citando personaggi famosi della Sacra Scrittura, perché una fede che si riduce alle formule è una fede miope“.
E’ il monito che Papa Francesco rivolge agli oltre 30 mila fedeli che affollano piazza San Pietro in occasione della preghiera domenica dell’Angelus. Il Pontefice commenta le letture del giorno, dove ritorna la domanda che attraversa tutto il Vangelo di Marco: “Chi è Gesù?”.
Ma questa volta è Cristo stesso che pone la domanda agli apostoli, “aiutandoli gradualmente ad affrontare l’interrogativo sulla sua identità”.
E spiega: “Il Signore vuole che i suoi discepoli, di ieri e di oggi, instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita”. Ed è per questo che “li sprona a porsi in tutta verità di fronte a sé stessi, e chiede: ‘Ma voi, chi dite che io sia?'”.
Un interrogativo, precisa Francesco, che Gesù, oggi, “rivolge in maniera diretta e confidenziale a ciascuno di noi“. La risposta che potrebbe venire fuori, sottolinea il Pontefice, è la stessa di Pietro: “”Tu sei il Cristo”.
Tuttavia, quando “Gesù ci dice chiaramente che la sua missione si compie non nella strada larga del successo, ma nel sentiero arduo del Servo sofferente, umiliato, rifiutato e crocifisso, allora può capitare anche a noi, come a Pietro, di protestare e ribellarci perché questo contrasta con le nostre attese, con le attese mondane”.
“La professione di fede in Gesù Cristo non può fermarsi alle parole, ma chiede di essere autenticata da scelte e gesti concreti, da una vita improntata all’amore di Dio, di una vita grande, di una vita con tanto amore per il prossimo“, ammonisce il Santo Padre.
Gesù da una regola sola per seguirlo: “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà”. “Spesso nella vita, per tanti motivi, sbagliamo strada – spiega il Pontefice -, cercando la felicità solo nelle cose, o nelle persone che trattiamo come cose. Ma la felicità la troviamo soltanto quando l’amore, quello vero, ci incontra, ci sorprende, ci cambia. L’amore cambia tutto! E l’amore può cambiare anche noi, ognuno di noi. Lo dimostrano le testimonianze dei santi”.
Terminata la preghiera e impartita la benedizione, Papa Francesco saluta la Sicilia dove si è recato ieri in occasione del venticinquesimo anniversario della morte del beato Pino Puglisi (leggi qui). Ringrazia le autorità, i vescovi e i fedeli che lo hanno accolto con gioia ed entusiasmo.
Poi, un pensiero speciale per il sacerdote martirizzato dalla mafia: “L’esempio e la testimonianza di don Puglisi continuino ad illuminare tutti noi e a darci conferma che il bene è più forte del male, l’amore è più forte dell’odio. Il Signore benedica voi siciliani e la vostra terra!”.
Solo dando la vita si sconfigge il male. Don Pino Puglisi lo insegna: viveva per seminare il bene.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 15 settembre 2018
E, dopo aver salutato le migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo, il Papa fa un dono ai presenti: “Due giorni dopo la Festa della Santa Croce, ho pensato di regalare a voi che siete qui in piazza un crocifisso“.
“Il crocifisso è il segno dell’amore di Dio, che in Gesù ha dato la vita per noi. Vi invito ad accogliere questo dono e a portarlo nelle vostre case, nella camera dei vostri bambini, o dei nonni…, in qualsiasi parte, ma che si veda nella casa. Non è un oggetto ornamentale, ma un segno religioso per contemplare e pregare. Guardando Gesù crocifisso, guardiamo la nostra salvezza”.
E precisa: “Non si paga niente. Se qualcuno vi dice che dovete pagare è un furbo! No, niente! Questo è un regalo del Papa. Ringrazio le suore, i poveri e i profughi che adesso distribuiranno questo dono, piccolo, ma prezioso! Come sempre, la fede viene dai piccoli, dagli umili“.
Il crocifisso – spiega una nota dell’Elemosineria Apostolica – in metallo argentato, confezionato in una busta trasparente, è accompagnato da un cartoncino che riporta in tre lingue una frase di Papa Francesco pronunciata nel corso della Via Crucis della Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile nel 2013: “Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia“.
A distribuirli ai fedeli, come annunciato dal Pontefice, i poveri, i senzatetto e i profughi, insieme a molti volontari e religiosi. Sono loro che donano i 40.000 crocifissi imbustati ai fedeli.
Al termine della distribuzione, ai volontari e ai bisognosi (oltre 300) viene offerto un tramezzino e una bevanda da parte del Papa.
(Il Faro online)