La fusione dei consorzi industriali e quella nuova possibilità per la littorina

17 settembre 2018 | 15:00
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La fusione dei consorzi industriali e quella nuova possibilità per la littorina

Proposta una parziale modifica nel tracciato della littorina, con la costruzione di un nuovo braccio che da Bevano devi in direzione del porto commerciale.

Gaeta – “Non tutti i mali vengono per nuocere” si sente ripetere spesso, e sembra che sia questo il caso che sta vivendo il sud pontino dopo la ventilata possibilità della fusione dei consorzi industriali. 

L’accordo, infatti, che si sta discutendo attualmente in Regione, prevede, tra gli allegati, anche la proposta di una parziale modifica del tracciato della littorina, la metro leggera che, secondo i piani, dovrebbe unire l’attuale stazione ferroviaria di Formia alla vecchia stazione di Gaeta passando sulla linea esistente Gaeta – Sparanise.

Il restyling della suddetta tratta, però, è ormai fermo da diversi anni all’altezza della zona di Bevano, dove, attualmente si trova proprio il consorzio industriale che avrebbe proposto la parziale modifica: la costruzione di un braccio che possa collegare Bevano direttamente al porto commerciale di Gaeta, tramite proprio quella sopramenzionata metro leggera che, però, in collaborazione con l’Autorità portuale, dovrebbe essere in grado di attraversare la Flacca.

Una soluzione che permetterebbe un collegamento diretto tra il porto di Gaeta – che ospita anche navi da crociera- con il centro cittadino formiano, creando, inoltre, un percorso alternativo alla Flacca e che renderebbe, quindi, anche più snella la viabilità almeno in una parte dell’area interessata.

Ma non solo: questa possibilità apre un nuovo spiraglio anche a livello finanziario. Il completamento del tracciato originario, infatti, necessitava di fondi pubblici regionali – quando, qualche anno fa, fu la stessa Regione ha distogliere i fondi alla littorina per riutilizzarli per il potenziamento della linea ferroviaria Nettuno – Campoleone – che sembravano difficili da ottenere.

Con l’entrata in “gioco” dell’Autorità portuale come partner finanziario, invece, il progetto potrebbe avere qualche possibilità in più di vedere la luce.

(Il Faro on line)