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Nucleare, il Vaticano: “Sia totalmente bandito, compreso ogni test”

17 settembre 2018 | 15:30
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Nucleare, il Vaticano: “Sia totalmente bandito, compreso ogni test”

Mons Gallagher: “I test nucleari hanno generato la dose cumulativa più grande di radiazioni prodotte dall’uomo finora rilasciate sulle popolazioni e l’ambiente globale”

Città del Vaticano – “Il regime di non proliferazione deve operare instancabilmente per il bando totale dei test nucleari, come già fa per il disarmo nucleare. Per questa ragione la Santa Sede ha firmato e ratificato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, al fine di andare oltre la deterrenza nucleare verso un mondo del tutto libero da armi nucleari”.

Lo ha detto mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, nell’intervento a Vienna nel corso della 62ma Conferenza Internazionale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

“I test nucleari – ha sottolineato mons. Gallagher – comportano il sostanziale e incontrollato rilascio di materiali radioattivi direttamente nell’ambiente. Hanno generato la dose cumulativa più grande di radiazioni prodotte dall’uomo finora rilasciate sulle popolazioni e l’ambiente globale. Come ha affermato Papa Francesco: ‘L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti”.

Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti – ha aggiunto il presule -. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri’. Per questo sosteniamo che le armi nucleari sono armi di distruzione di massa e ambientale“.

“La Santa Sede – ha concluso il rappresentante vaticano – riconosce l’importante contributo dell’Aiea alla creazione di un mondo libero da armi nucleari“.

“Liberare l’umanità dallo spettro del nucleare”

Un appello che il Vaticano aveva già rivolto alla Comunità internazionale nei giorni scorsi, quando l’Osservatore Permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Bernardito Auza, nella Giornata internazionale contro i test nucleari, ha chiesto che il mondo venga liberato dallo spettro della guerra nucleare.

In quell’occasione aveva anche chiesto agli Stati di ratificare il Trattato sul disarmo che – ha detto – rappresenta un impegno non giuridico ma morale per il bene dell’umanità.

La Santa Sede, ha ricordato Auza, ha chiesto un bando totale delle armi nucleari fin dagli albori dell’era nucleare. Nel febbraio 1943, due anni e mezzo prima del Trinity test (il primo test per un’arma nucleare), Papa Pio XII aveva già espresso profonda preoccupazione per l’uso violento dell’energia atomica. Dopo Hiroshima e Nagasaki, osservando le conseguenze totalmente incontrollabili e indiscriminate delle armi nucleari, Papa Pacelli chiese l’effettiva proscrizione della guerra atomica.

Il Vaticano fa eco al grido dell’umanità di essere liberata dallo spettro della guerra nucleare e pertanto sostiene attivamente tutte le iniziative che contribuiscono ad un mondo libero da armi nucleari.

Vietare i test nucleari – ha sostenuto l’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu – è un grande passo verso questo obiettivo. L’odierna commemorazione e promozione della Giornata internazionale contro i test nucleari è anche un’importante affermazione della nostra comune determinazione a creare le condizioni e i passi necessari per la messa al bando dei test nucleari. Per questo motivo, la Santa Sede continua a sollecitare la rapida entrata in vigore del Trattato Ctbt (Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty)“.

Quando nel 2003 si è riunita la Conferenza per l’entrata in vigore del trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, 168 Stati avevano firmato e 104 Stati avevano ratificato il trattato. Oggi, 183 Stati hanno firmato e 166 l’hanno ratificato.

“Questi numeri dimostrano che la grande maggioranza degli Stati vuole che il Trattato entri in vigore per porre fine ai test nucleari. L’entrata in vigore del Ctbt sarebbe un passo significativo verso un mondo senza armi nucleari. Eppure questo passo è ostacolato dalla mancanza di universalità. La Santa Sede – ha affermato mons. Auza – aggiunge quindi la sua voce all’appello agli Stati la cui ratifica è necessaria per l’entrata in vigore del Trattato. Sono passati ventidue anni da quando il Trattato è stato aperto alla firma e alla ratifica“.

(Il Faro online)