Matteo Salvini: “Per la Lega, Ostia ha diritto di essere comune autonomo da Roma”
Dopo la sfilata ANPS, in segretario della Lega è sceso tra la folla assiepata e ha espresso il suo parere. “Nelle prossime elezioni magari si eleggerà il sindaco di Ostia”
Ostia – Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, si schiera a favore dell’autonomia del quartiere costiero dal Comune di Roma. La popolarità raggiunta dalla Lega, lo porta persino a dire che magari il primo sindaco potrebbe essere del suo partito.
E’ un Salvini ben documentato sulla battaglia autonomista che si sta intraprendendo per il distacco del X Municipio da Roma e la sua costituzione in comune. Sa bene che sono due le anime che stanno cercando di perseguire questo percorso: la prima, che è molto vicina al suo partito e che gli è stata illustrata personalmente un paio di anni fa, vorrebbe il distacco dell’interno municipio da Roma. La seconda, più indipendente dai partiti ed impegnata nello studio analitico delle prospettive economico-finanziarie e di assetto urbanistico, riguarda l’annessione in un unico comune del Lido di Ostia, di Ostia Antica, di Stagni e di parte dell’Infernetto.
«Io sono convinto che Ostia abbia tutto il diritto e le caratteristiche per essere comune a se stante. È fisicamente e politicamente lontana dal Campidoglio e avrebbe diritto di avere una amministrazione autonoma che conosca più da vicino i problemi» ha commentato il ministro dell’Interno. E, come segretario della Lega, ha aggiunto, «la prossima volta che ci saranno le elezioni per il sindaco di Roma – e magari per il sindaco di Ostia, perché no! – diremo la nostra».
Salvini ha pure sottolineato che “su questo territorio la Lega sta incontrando e sta raccogliendo tante adesioni”. L’accoglienza calorosa che gli è stata riservata è una conferma di quest’ultima affermazione. Il punto è che la Lega in questa crescita vertiginosa almeno del X Municipio (dove non ha consiglieri che la rappresentino a Palazzo del Governatorato) sta registrando un preoccupante frazionamento in gruppi e correnti. Un fenomeno che, osservano i più vecchi sostenitori del partito, sarebbe bene contenere da subito per evitare che le spaccature divengano insanabili nel tempo.