Papa Francesco: “Ascoltare i giovani per liberare la Chiesa dal conformismo”

3 ottobre 2018 | 10:49
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Papa Francesco: “Ascoltare i giovani per liberare la Chiesa dal conformismo”

In piazza San Pietro la Messa d’Apertura del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani, il Pontefice: “Tra sogni e speranze, accompagniamo e stimoliamo i nostri giovani perché non smettano di profetizzare”

Città del Vaticano – Mettersi in ascolto per ampliare gli orizzonti e ridurre la distanza tra la Chiesa e i giovani, per troppo tempo “rimasti orfani di una comunità di fede”.

Sono questi, per Papa Francesco, gli obiettivi del Sinodo dei Vescovi, aperto quest’oggi con una Messa Solenne celebrata in piazza San Pietro e presieduta dallo Stesso Pontefice. Sul sagrato della basilica vaticana, a concelebrare con il Santo Padre, i 266 Padri Sinodali che fino al 28 ottobre, dibatteranno sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Fortemente voluto da Papa Bergoglio, con questo Sinodo la Chiesa si pone in ascolto dei giovani. Giovani proveniente da ogni parte del mondo e non solo credenti. Ad affiancare i presuli, infatti, anche ragazzi di altre religioni e atei.

Per il Pontefice, questo tempo di grazia, deve essere però vissuto da tutti i Padri Sinodali “facendo memoria” di quell’ “ardore e passione evangelica che generano l’ardore e la passione per Gesù”;  “Memoria – aggiunge il Papa – che possa risvegliare e rinnovare in noi la capacità di sognare e sperare. Perché sappiamo che i nostri giovani saranno capaci di profezia e di visione nella misura in cui noi, ormai adulti o anziani, siamo capaci di sognare e così contagiare e condividere i sogni e le speranze che portiamo nel cuore”.

Chiediamo la grazia di metterci in ascolto gli uni degli altri per discernere insieme quello che il Signore sta chiedendo alla sua Chiesa. #Synod2018

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 3 ottobre 2018

Allo Spirito Santo chiede la grazia “di essere Padri Sinodali unti col dono dei sogni e della speranza, perché possiamo, a nostra volta, ungere i nostri giovani col dono della profezia e della visione; ci dia la grazia di essere memoria operosa, viva, efficace, che di generazione in generazione non si lascia soffocare e schiacciare dai profeti di calamità e di sventura né dai nostri limiti, errori e peccati, ma è capace di trovare spazi per infiammare il cuore e discernere le vie dello Spirito”.

La speranza ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del “si è sempre fatto così”, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano. La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi. I giovani, frutto di molte delle decisioni prese nel passato, ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno e a lottare contro ciò che in ogni modo impedisce alla loro vita di svilupparsi con dignità. Essi ci chiedono ed esigono una dedizione creativa, una dinamica intelligente, entusiasta e piena di speranza, e che non li lasciamo soli nelle mani di tanti mercanti di morte che opprimono la loro vita e oscurano la loro visione.

Sognare insieme, dunque, ma con umiltà: “Con questo spirito cercheremo di metterci in ascolto gli uni degli altri per discernere insieme quello che il Signore sta chiedendo alla sua Chiesa. E questo esige da noi che stiamo attenti e badiamo bene che non prevalga la logica dell’autopreservazione e dell’autoreferenzialità, che finisce per far diventare importante ciò che è secondario e secondario ciò che è importante”.

E ammonisce: “L’amore per il Vangelo e per il popolo che ci è stato affidato ci chiede di allargare lo sguardo e non perdere di vista la missione alla quale ci chiama per puntare a un bene più grande che gioverà a tutti noi. Senza questo atteggiamento, tutti i nostri sforzi saranno vani”.

Il dono dell’ascolto sincero, orante e il più possibile privo di pregiudizi e condizioni ci permetterà di entrare in comunione con le diverse situazioni che vive il Popolo di Dio. Ascoltare Dio, per ascoltare con Lui il grido della gente; ascoltare la gente, per respirare con essa la volontà a cui Dio ci chiama. Questo atteggiamento ci difende dalla tentazione di cadere in posizioni eticistiche o elitarie, come pure dall’attrazione per ideologie astratte che non corrispondono mai alla realtà della nostra gente.

Infine, il Papa ricorda ai Padri Sinodali il messaggio finale del Concilio Vaticano II, indirizzato proprio ai giovani: “Ciò che abbiamo ascoltato da giovani ci farà bene ripassarlo di nuovo con il cuore ricordando le parole del poeta: ‘L’uomo mantenga quello che da bambino ha promesso'”. E conclude: “Padri sinodali, la Chiesa vi guarda con fiducia e amore“.

(Il Faro online)

Questa mattina, prima dell’inizio della Messa, davanti alla cappella della Pietà, Papa Francesco ha incontrato  personalmente un gruppo di pellegrini di origine cinese e vietnamita presenti a Roma per il pellegrinaggio promosso dalla Congregazione di San Giovanni Battista, in occasione dei novant’anni di missione al servizio del popolo cinese.

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Poi, durante la celebrazione in piazza San Pietro, il Pontefice, commosso, saluta i due Vescovi provenienti dalla Cina: “Oggi, per la prima volta, sono qui con noi anche due confratelli Vescovi dalla Cina Continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: la comunione dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza“.

I due presuli cinesi sono giunti a Roma dopo l‘accordo provvisorio, sulla nomina dei vescovi, firmato nei giorni scorsi tra Vaticano e Pechino (leggi qui).

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media