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Cronaca Locale
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Ostia, sequestri per 19 milioni di euro al clan Spada: cosa e a chi

11 ottobre 2018 | 08:44
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La Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro di beni nella disponibilità dI cinque famiglie del clan Spada tra Ostia e Roma su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia

Ostia – Ammonterebbe a quasi 19 milioni di euro la disponibilità in beni e denaro ai vari appartenenti del clan Spada raggiunti dal provvedimento di sequestro patrimoniale emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Si tratta di veicoli, appartamenti e negozi di cinque famiglie che la magistratura ritiene affiliate tra loro non solo dal vincolo di parentela ma anche per finalità criminali.

E’ dalle prime luci dell’alba di oggi, giovedì 11 ottobre, che i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno dando esecuzione a cinque decreti di sequestro di beni, emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale nei confronti di altrettanti esponenti di spicco del clan mafioso Spada, per un valore complessivo pari a quasi 19 milioni di euro.

Va ricordato che affinchè i beni passino alla disponibilità dello Stato, e quindi sottratti definitivamente al possesso del proprietario, si dovranno celebrare i processi che ne riconoscano la provenienza illegale e quindi scatti il decreto di confisca.

Grazie! Notizie come questa fanno cominciare bene la giornata”: è il commento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, all’operazione delle fiamme gialle di questa mattina.

Gli approfondimenti economico-patrimoniali condotti nei confronti di quello che è ritenuto dalla magistratura il capoclan Carmine SPADA alias “Romoletto” (classe 1967), nonché di Ottavio SPADA (classe 1963), Armando SPADA (classe 1967), Roberto SPADA (classe 1975) e Claudio GALATIOTO (classe 1951), hanno preso le mosse dalle operazioni di polizia “ECLISSI” e “SUB URBE”, nel cui contesto è stata documentata l’operatività del sodalizio nel territorio lidense, identificandone i “capi” e raccogliendo rilevanti fonti di prova in ordine al sistematico esercizio dell’intimidazione, all’esazione del “pizzo” e alla commissione di plurimi fatti di estorsione, usura, traffico di droga e fittizia intestazione di beni, quest’ultima strumentale al controllo di molteplici attività economiche nei più disparati settori commerciali.

Il carattere mafioso dell’organizzazione è stato recentemente confermato dalla Corte di Cassazione in sede di pronuncia sul ricorso avverso un provvedimento del Tribunale del Riesame relativo alla nota aggressione perpetrata da Roberto Spada, nel novembre del 2017, ai danni di una troupe della RAI nei pressi della palestra Femus Boxe di Ostia (oggi sottoposta a sequestro), di proprietà dello stesso pregiudicato.

Secondo quanto accertato dagli investigatori l’associazione capeggiata da “Romoletto”, per lungo tempo “gregaria” della consorteria dei Fasciani, ha prepotentemente affermato la propria egemonia territoriale nell’area del litorale romano all’indomani delle operazioni “NUOVA ALBA” e “TRAMONTO” – che hanno smantellato quel sodalizio – mantenendo, tuttavia, solide relazioni con esponenti di spicco del predetto gruppo malavitoso, al quale gli “alleati” Spada hanno destinato parte dei loro introiti per il sostentamento del boss Carmine Fasciani, attualmente detenuto. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle – basati anche sull’apporto dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia – è emerso che i vertici del clan, oltre a palesare un tenore di vita del tutto incoerente rispetto alle loro capacità reddituali, hanno “inquinato” l’economia legale ostiense, reimpiegando i profitti delle reiterate condotte illecite attraverso la costituzione, tramite compiacenti “prestanome”, di una serie di imprese (bar, sale slot, distributori di carburante, concessionarie di auto, ecc.) e associazioni sportive dilettantistiche utilizzate per la gestione di palestre e scuole di danza.

L’ELENCO DEI BENI SEQUESTRATI

Aderendo in toto alle prospettazioni investigative, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro dei seguenti beni, riconducibili ai proposti anche se in gran parte intestati ad altre 47 persone (familiari e terzi), apparentemente estranee al contesto criminale:

  • patrimonio aziendale e relativi beni di 18 società e 4 ditte individuali, nonché il 40% del capitale sociale di un’ulteriore società, operanti nei settori “bar e somministrazione di alimenti e bevande”, “panificazione”, “commercio all’ingrosso e al dettaglio di autovetture e di autoveicoli leggeri”, “costruzioni edifici residenziali e non”, “vendita al dettaglio di carburanti”, “sale giochi e biliardi”, site a Roma (per lo più a Ostia) e in provincia di Frosinone;
  • patrimonio aziendale e relativi beni di 6 associazioni sportive/culturali, ubicate a Ostia;
  • 4 immobili, siti a Roma e Ardea (RM);
  • 15 autoveicoli e 1 motoveicolo;
  • rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni.