Christian Zicche parla del nuoto azzurro e di Tokyo 2020: “Abbiamo un futuro radioso, l’Italnuoto stupirà”
Un’analisi sul mondo acquatico italiano. Nuoto, tuffi e sincronizzato sui podi olimpici e mondiali. I grandi campioni e i giovani che si stanno affermando. La figura del tecnico e i Centri Federali. Un generale excursus con il Direttore di Swimbiz.it
Il Faro on line – E’ una conferma di risultati, il mondo acquatico italiano. Il nuoto, la pallanuoto, il fondo, i tuffi e il nuoto sincronizzato fanno incetta di medaglie in giro per il mondo. Ed è una firma nella storia.
Ma dove stanno i meriti ? A cosa si deve questo continuo successo di allori ? Il Faro on line ne ha parlato con il direttore di Swimbiz.it, Christian Zicche. La sua lunga esperienza, come giornalista nel mondo acquatico tricolore è fondamentale per capire i segreti di un movimento, che guarda alle Olimpiadi giapponesi con estremo ottimismo.
Crescono i campioni in Italia. Lo fanno e vincono. Alle Olimpiadi, come ai Mondiali e agli Europei, l’Italnuoto vince e non solo in vasca. Nelle acque libere si prende le sue soddisfazioni e lo fa pure dal trampolino dei tuffi. Il nuoto sincronizzato ha introdotto il passo a due in piscina. La coppia Minisini – Flamini ha fatto tendenza e si è presa la medaglia d’oro iridata, agli ultimi Mondiali di Budapest.
La radicata pratica in tutto il Paese, il modello tecnico, seguito da allenatori come Stefano Morini, Matteo Giunta o Christian Minotti, ha segnato un solco tra il passato e il futuro. L’organizzazione dei Centri Federali, veri e propri “monasteri” del nuoto, sono delle incubatrici di campioni. Gregorio Paltrinieri, Simona Quadarella, Federica Pellegrini, Gabriele Detti. Solo alcuni dei nomi nati e fatti negli impianti federali, di una Federnuoto attenta e organizzata.
Il lavoro si concentra sulla figura dell’allenatore che segue costantemente il suo campione. Morini ha portato al successo Paltrinieri, come Minotti lo ha fatto con la Quadarella. Non solo talento allora, anche tanto impegno e studio da bordo vasca. E poi i giovani. Già vincenti. Tra tutti, Thomas Ceccon che ha fatto cinquina alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires. Lo dichiara Christian. Come si sbilancia del dichiarare che ancora cresceranno le medaglie azzurre del mondo acquatico italiano e alle Olimpiadi del 2020, l’Italia potrebbe vincere lì, dove sin d’ora non lo ha fatto. Nella staffetta 4×100 stile.
Prima delle Olimpiadi, ecco l’evento internazionale dell’inverno 2018. I Mondiali in vasca corta. Il prossimo mese di dicembre, il direttore tecnico Cesare Butini porterà in Cina, una squadra molto competitiva. Giovani e veterani insieme. Per vincere e per puntare ai Giochi del 2020. Ne parla Zicche. E spiega la crescita del movimento italiano e quelle prospettive future, già certezze.
Caro Direttore, il nuoto azzurro vince. Tanto. Sempre. Ogni edizione di competizione internazionale, la bacheca si riempie inesorabilmente. Quali sono i motivi secondo te ?
“Il nuoto è diventato uno sport leader in questo Paese. Lo dico sempre. Dal 2000, è come se avessimo cambiato registro. Dalle Olimpiadi di Sydney, con i trionfi di Domenico Fioravanti e Massimiliano Rosolino ad oggi.. è cambiata una generazione. I motivi sono vari. In primis, la grande organizzazione federale. La Federnuoto con il suo presidente Paolo Barelli, che è anche presidente della Len, ha lavorato in modo ottimale e ha sviluppato un’organizzazione territoriale tale, che oggi il nuoto è praticato da nord e sud. Soprattutto monitorato. L’organizzazione dei centri federali, la distribuzione, la preparazione e la formazione dei tecnici e soprattutto il grande lavoro delle società. E’ diventato uno sport popolare. Molto popolare”.
Ci sono dei meriti da dividere tra atleti e allenatori ? Anche il settore tecnico è cresciuto molto. E sono arrivate tante medaglie dal circuito internazionale..
“Certamente. Nell’ultimo Europeo abbiamo vinto 39 medaglie, che potevano essere addirittura 40. Non avessimo saltato una staffetta.. e le staffette stesse hanno trainato le medaglie. E’ il tasso tecnico dei nostro allenatori che è cresciuto. Un nome importante è quello di Stefano Morini, che ha portato al trionfo Gregorio Paltrinieri. Ma se andiamo a vedere agli ultimi Europei, quello che penso diventerà l’allenatore dell’anno, cioè Christian Minotti, un giovane allenatore della generazione dei 40enni, è una realtà. Capace e formato. Ha portato a casa le tre medaglie d’oro di Simona Quadarella. E’ vero che ci si deve dividere il merito, ma se dietro il cronometro c’è un tecnico capace di interpretare, di portare avanti e di sviluppare al massimo le qualità tecniche e psicologiche degli atleti, allora il successo è assicurato. L’allenatore è la somma di tutto : capacità tecniche e psicologiche. Le squadre della Federnuoto sono molto avanti e sviluppate, avendo uno psicologo che le segue. Tuttavia, la dimensione di un allenatore è fondamentale. L’essere seguiti in un certo modo, è importante. L’allenatore ha una valenza e capacità che vanno oltre. Deve interpretare i piccoli segni, deve essere anche lui molto psicologo. Gli atleti vivono dei momenti di esaltazione, ma anche tanti attimi di frustrazione e abbattimento psicologico, allora la sua presenza è la chiave di volta. Deve riuscire ad interpretare, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche in generale”.
E Morini ha fatto un po’ da apripista probabilmente.. è così secondo te ?
“Certamente si. Ha avuto un grande maestro che è stato Alberto Castagnetti. Voglio ricordare che lui è sempre stato il suo secondo. E’ stato anche l’allenatore che ha forse sfruttato meglio il contributo importante e l’idea che si possano creare i campioni dentro i Centri Federali. Ostia, ad esempio, è un modello. Ma potrei dire anche Verona, con Matteo Giunta e Federica Pellegrini. Diventano delle “fabbriche” di bracciate vincenti. Certamente Morini ha fatto molto. Ha sfruttato bene il contributo federale. Non voglio essere ripetitivo, ma è così. E’ quello il punto nodale. Morini è il frutto del prodotto. Sembrano a volte dei drappisti della bracciata..perchè vivono sette giorni su sette, h24, la realtà della vasca. Il nuoto professionistico di alto livello oggi non può prescindere da una organizzazione e un metodo come quello”.
Chi sono gli atleti che maggiormente hanno vinto e stupito in questi ultimi anni ?
“La stella degli ultimi anni non può che essere Gregorio Paltrinieri, per quanto ha stupito. Per quanto è riuscito a portare nel mezzofondo l’Italia, dove non era mai stata. D’altronde abbiamo avuto stupimenti vari. Filippo Magnini si è incoronato campione del mondo nei 100 metri stile libero. Nessuno mai lo aveva pensato. Mi sembra scontato parlare di Federica Pellegrini, perché lei è un moloch del nuoto italiano e mondiale. Non spendo neanche una parola in più. Sappiamo tutti che cosa è stata e cosa ha rappresentato. Devo dire la verità che..questo pensare che saremo i più forti prossimamente, è un azzardo..ma in fondo non lo è. Ci sono atleti come Alessandro Miressi e la Quadarella. Miressi è giovane. E’ campione europeo dei 100 metri stile e primatista italiano della specialità. Ho sempre detto che si candida a diventare uno dei leader. Non è neanche troppo sbilanciarsi.., secondo me sarà il personaggio della velocità mondiale, del futuro. Per caratteristiche tecniche e fisiche. E’ uno dei più alti del mondo. Prima non li avevamo. E’ cambiata proprio una generazione. Marina Panziera e Ilaria Cusinato superano il metro e ottanta. Ci aspettiamo un futuro radiosissimo. Attenzione al prossimo Mondiale estivo in Corea e all’Olimpiade”.
Tra i giovani e i veterani allora, sembra esserci un ottimo ricambio generazionale. Cosa ne pensi ?
“C’è già stato. Ogni giorno esce un nome nuovo. Thomas Ceccon ha fatto man bassa di medaglie alle Olimpiadi Giovanili. Questo ragazzone veneto ha fatto incetta. Come ha fatto anche la vecchia guardia, su cui ci si interrogava. Ci si chiedeva : “Quando la Pellegrini abbandonerà dopo Tokyo 2020, cosa succederà ?”. Secondo me, questo : passerà il testimone ad una generazione che già vince e che è già performante. Non c’è attesa. Ci sono già i risultati che parlano chiaro. Su quello siamo estremamente tranquilli. Il presidente Paolo Barelli dice sempre giustamente, con circospezione : “Il nuoto italiano vince, ma non dobbiamo cullarci sugli allori”. Io invece mi cullo molto. C’è molta carne al fuoco. Penso che sicuramente andremo a prendere i migliori risultati a breve. Il futuro è acquatico”.
La pallanuoto sembra essersi un po’ arenata ultimamente. E’ così secondo te ?
“Due sono i brand italiani che si conoscono, il Settebello e il Setterosa. Mi ricordo il trionfo del Setterosa di Formigoni ad Atene. Ragazze meravigliose, che c’hanno fatti impazzire. Oggi, l’accoppiata Settebello e Setterossa ha qualche problemino in più. Non siamo andati come dovevamo, negli ultimi Europei. Ma io voglio dar fiducia sia a Sandro Campagna che a Fabio Conti. Penso che bisogni essere positivi. E’ necessario portare avanti i risultati, perché poi il confronto con il nuoto che vince, è bissale. In questo momento, siamo sue due binari, un po’ diversi”.
Parliamo dei tuffi e del nuoto sincronizzato. Qual è il tuo pensiero ?
“Dico solo questo : se la Cagnotto vuole tornare in competizione, vuol dire che sente il profumo di vittorie. C’è una Nazionale di giovani, che si sta evolvendo in positivo in termini di risultati. Mai dire mai. Le tre medaglie olimpiche di Klaus De Biasi sembrano quasi un miraggio. Mi piacerebbe pensare che qualche medaglia olimpica importante soprattutto dai giovani, e non faccio nomi per scaramanzia, possa arrivare. Anche il nuoto sincronizzato è piaciuto molto. Abbiamo una nuova generazione di sincronette stilisticamente perfette. Abbiamo il duo maschio e femmina, composto da Giorgio Minisini e Manila Flamini, che ha portato novità, simpatia e risultati. Penso che sia stato un traino, il fatto di aver inserito la coppia mista. Ha avuto un effetto positivo su tutto il movimento”.
Anche il nuoto di fondo sta vincendo molto. E Paltrinieri si sta trasferendo su questo tipo di settore..
“Prospettiva difficile secondo me per Gregorio. Per l’Italia comunque, è sempre stato un ambito meraviglioso. A Londra 2012, abbiamo avuto un momento di transizione. L’unica medaglia arrivò dal nuoto di fondo con Martina Grimaldi. Il fondo è sempre lì. Ha sempre portato risulati. Discorso Paltrinieri : io sono sempre stato un po’ polemico sulla questione. Secondo me Gregorio ha un’attrazione per il nuoto di fondo, come altri campioni prima di lui. Come fece Oussama Mellouli. Ha pure vinto una Olimpiade. Paltrinieri lo vedo più da piscina. Mi orienterei di più sui 1500 e gli 800. Alla prossima Olimpiade, mi concentrerei su quello. Il nuoto di fondo ha bisogno di esperienza. Questo è un mio giudizio personale, che vorrei fosse certamente smentito. E’ un punto interrogativo. Se Paltrinieri riuscisse a fare bingo vasca e acque libere non sarebbe meraviglioso.. ma di più ! Tuttavia, a questo punto, penso tutti i risultati avuti da lui, mi concentrerei di più sul mezzofondo in vasca. Ma è un’opinione assolutamente personale”.
A dicembre, ci saranno i Mondiali in vasca corta. Quali sono le prospettive ? Potrebbero esserci delle conferme o novità ?
“Aspetto Thomas Ceccon. Mi ricorda per classe, il primo Phelps, all’italiana. Lo vedo molto performante dallo stile libero, ai misti e al dorso. Penso che dopo questo flash alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires, ai Mondiali in Cina, in corta, potrebbe diventare anche lui un protagonista. La squadra italiana schiererà il meglio e andremo a fare incetta di medaglie. Lo voglio dire e me lo sento forte. Tutti incollati al televisore, allora. Tutti a tifare per l’Italnuoto. Ogni tanto qualcosina indovino (ride). Stando a bordo vasca, si capiscono delle cose e ci si può anche sbilanciare. I giornalisti lo devono fare. Chi racconta, deve farsi un’idea. Può azzardare”.
Olimpiadi di Tokyo 2020. Le speranze del nuoto italiano. Quando ci saranno le qualifiche ?
“Il calendario è dedicato alla stagione 2018/2019. Ai Mondiali di transizione, quelli coreani. Poi apriranno alle date, per le qualifiche olimpiche. Mi voglio sbilanciare : penso che l’Italia potrà fare un buon bottino di medaglie olimpiche. Abbiamo i nomi, sia a livello maschile che femminile. Il discorso ritorna alla Pellegrini. Penso che la nostra campionessa a Cinque Cerchi faccia un gran bene a tutto il sistema femminile. E’ la capitana. Andrà alle Olimpiadi con il desiderio di fare una finale. Tutto può succedere. Penso anche alla Quadarella, alla Panziera e alla Cusinato. Ma ne usciranno certamente delle altre, che avranno prospettive molto interessanti. Poi ci sono i ragazzi. Abbiamo detto di Alessandro Miressi. E c’è anche Paltrinieri. Mi aspetto anche il ritorno di Gabriele Detti. Ha avuto dei problemi alla spalla. C’è anche e soprattutto lui. Spero che il mio amico Detti, un ragazzo per bene, posato, che ha sofferto, possa trovare una bella rivincita. La sofferenza fisica ti da poi una marcia in più. Mi ricordo la sua carriera, in cui ha avuto alti e bassi. A Barcellona non stava benissimo, saltò poi il Mondiale perché non stava bene. Ha dovuto rinunciare agli Europei. Adesso come è dalle nostre informazioni, tutto sembra rientrato. Quindi forza Gabriele, ti aspettiamo. E’ un bel volpone natatorio, sta sempre lì. E’ un augurio personale, ma penso sia esteso anche da tutto il mondo del nuoto. Per gli altri, quelli sono i nomi. Penso che la storia cambi e giri intorno ad un numero che è 100. E 100 è lo stile regina. E ovviamente nella 4×100 stile libero, penso che potremo andare a fare la storia a Tokyo. Mi fermo qui. Sono scaramantico. Secondo me sarà quello, che a noi manca. Abbiamo vinto il titolo mondiale con Filippo Magnini, per il sigillo olimpico..ci siamo molto vicini”.
Nella foto : Alessandro Miressi