Formia città dello sport, la politica promette ma poi si dimentica
A più di 100 giorni dall’insediamento, a Formia il binomio sport-turismo sembra lontano dal diventare una concreta realtà, almeno in tempi brevi.
Formia – Se in campagna elettorale da Mario Taglialatela a Gianfranco Conte, passando per l’attuale Sindaco, avevano inserito, tra i propri punti programmatici, quel ritorno di “Formia città dello sport”, decantando, con nostalgia, le lodi degli anni d’oro in cui, al Coni, si allenavano da Pietro Mennea a Sara Simeoni; se nel consiglio d’insediamento di Paola Villa si era parlato di “turismo sportivo”, dopo più di 100 giorni, la realtà dei fatti è che, in tal senso, poco o nulla è stato fatto.
Certo, è incoraggiante la generosità del campione olimpico nostrano Salvatore Rossini che, mettendo all’asta– insieme ai colleghi della nazionale Giannelli e Zaytzev – la propria maglia, ha poi donato alle scuole elementari e medie della propria città di origine centinaia di palloni da pallavolo, da basket e da calcio.
Come, incoraggianti, sembrano essere le parole del neo assessore al Turismo Kristian Franzini che afferma: “siamo tutti consapevoli che Formia debba trasformarsi da “città a vocazione turistica” a “città turistica” in senso compiuto.”
Ma, alla conta dei fatti, il binomio sport-turismo sembra lontano dal diventare una concreta realtà, quantomeno in tempi brevi.
E, intanto, nella perla del sud pontino, nella città più grande che insiste sul territorio del Golfo di Gaeta, in una città con una storica tradizione marinaresca come la nostra – tant’è che San Giovanni Battista è, oltre che Patrono, anche protettore dei pescatori –spicca sempre più l’assenza di una piscina comunale.
Eppure, una tale struttura potrebbe comportare diversi vantaggi, tra i quali: a) la bonifica – con carte alla mano – di una delle aree abbandonate; b) creazione di nuovi posti di lavoro; c) dare l’avvio, finalmente, a quel sopracitato turismo sportivo; d)riportare Formia al grande fulgore sportivo che aveva un tempo, attenzionando, insieme al nuoto, tutte le discipline e gli atleti che, scegliendo di allenarsi qui, fanno grande l’Italia e, con loro, anche – e soprattutto- gli atleti nostrani.
Perché, spesso, ce ne dimentichiamo ma i grandi nomi dello sport attuale – come Andrew Howe e Gianmarco Tamberi – continuano a “passare” per il nostro Coni.
E, in un clima di attrattiva turistica desolante come il nostro, cominciare a ridare un segnale positivo in termini di ricettività di quello che ci accade intorno – per esempio, spesso, a Formia è stato “avvistato” il nuotatore Luca Dotto mentre accompagna la fidanzata, la schermista Rossella Fiammingo, ad allenarsi – può risultare un asso nella manica non indifferente.
Perché, ricominciare da quella “storia” che ci ha reso grandi, può essere l’occasione per quel rilancio che tutti auspichiamo e di cui tutti abbiamo bisogno, mettendo fine, contemporaneamente, a quella città dello sport dimenticata. Ma, per riprendere, ancora una volta, le parole di Franzini: “Questa svolta, però, non potrà avvenire se non attraverso la sforzo di tutti, poiché noi tutti siamo chiamati a ragionare non più in termini individualistici, ma attraverso lo spirito di una Comunità che vuole fortemente rialzarsi.”
(Il Faro on line)