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Ostia, riprende il dragaggio del Canale dei Pescatori ma la collina di sabbia resta lì

15 novembre 2018 | 16:25
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Draga e idrovora posizionati da oggi sul molo di levante. In attesa che si progetti per il Canale dei Pescatori la soluzione definitiva e venga rimossa l’enorme duna

Ostia – Riprendono i lavori di dragaggio della foce del Canale dei Pescatori. I tecnici della ditta incaricata dal X Municipio hanno posizionato sul molo di levante il braccio meccanico e l’idrovora che, mediante una tubazione, riverserà la rena aspirata dai fondali direttamente sulla spiaggia dell’ex Med. Resta, invece, imprecisato il destino della collina di sabbia cresciuta con i precedenti dragaggi sulla banchina di ponente.

Buone notizie per gli operatori ittici e per i diportisti che hanno la loro imbarcazione ormeggiata nel porticciolo del Canale dei Pescatori. Da questa mattina gli operai della ditta specializzata appaltatrice del servizio da parte del X Municipio, hanno aperto il cantiere che servirà per rimuovere la sabbia accumulata dalle ultime mareggiate sui fondali della foce. Da quanto si può vedere attraverso il video di Alberto Sugaroni, la tecnica sarà quella del “ripascimento diretto” ovvero la sabbia aspirata dai fondali attraverso l’idrovora sarà trasferita attraverso un tubo sulla spiaggia dell’ex Med. In questo modo si restituirà la rena al luogo di provenienza, considerato che le mareggiate di scirocco e libeccio tendono a spostare la sabbia in modo trasversale da levante verso ponente, bloccandola in questo moto tra i due bracci della foce del Canale dei Pescatori.

Il cantiere del dragaggio con in primo piano i tubi destinati al ripascimento diretto

Il cantiere del dragaggio con in primo piano i tubi destinati al ripascimento diretto

Non è ancora dato a sapersi quanti giorni durerà il lavoro. Così come si sono perse le tracce delle autorizzazioni per trasferire la collina di sabbia dal molo di ponente alle spiagge sotto erosione. Secondo autorevoli indiscrezioni l’Arpa Lazioha certificato che le sabbie possono essere rigettate in mare ma non ci sono fondi per il loro trasporto via terra.