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Fiumicino, ruspe sul lungomare della Salute: sgomberato lo Zenith

29 novembre 2018 | 15:23
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Fiumicino, ruspe sul lungomare della Salute: sgomberato lo Zenith

Il proprietario dello stabile: “Nessun preavviso”. E promette battaglia legale contro le Istituzioni

Fiumicino – Nelle prime ore del mattino, le ruspe hanno fatto irruzione sulla spiaggia del lungomare della Salute per sgomberare il chiosco dello Zenith, noto locale di Fiumicino, impegnato anche nel sociale.

Un’azione di sgombero di cui il proprietario non ne era a conoscenza. Ad avvisarlo, infatti, sono stati alcuni amici che, passeggiando sul lungomare, hanno notato i poliziotti all’interno del locale.

“Mi hanno chiamato intorno alle 9. Non sapevo nulla. Sono sceso di corsa con indosso ancora il pigiama e sono arrivato giusto in tempo – ha raccontato Davide, il proprietario del chiosco, a ‘Il Faro online’ -. Il resto del locale per ora è salvo, ma una parete è stata buttata giù“.

Ad irrompere nello Zenith, l’unico stabilimento di Fiumicino dotato di una passerella per consentire ai disabili di accedere al mare, otto agenti della municipale e quattro poliziotti. “A me non è arrivato nulla, nessun documento, nessun preavviso, nessun ordine di sgombero”, ha aggiunto Davide.

In realtà, nel 2010, era stata revocata la concessione per la costruzione del porto turistico. Ma con l’arresto di Caltagirone, ha raccontato Davide, “e col sequestro dell’opera, quel documento non aveva più valore perché c’è scritto che in caso di non costruzione dell’opera le concessioni torneranno ai vecchi gestori“.

Terminata la stagione balneare, la Scia gli viene rifiutata, “che è anche giusto”, ha commentato il proprietario della Zenith. “Ho anche avuto diversi incontri col sindaco che mi aveva detto come muovermi, ma mi è stata negata. A ottobre ho riaperto perché i lavori del porto sono fermi e, soprattutto, perché ho bisogno di lavorare“.

Aiutato dagli amici, Davide ha rimosso dall’interno del locale tutti gli averi, e ha annunciato battaglia legale: “Ho già preso contatti con il mio avvocato. Non possono farmi questo“.

(Il Faro online)