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Acilia, pensionato ridotto in schiavitù era costretto a mendicare e consegnare ogni avere

21 dicembre 2018 | 09:13
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Acilia, pensionato ridotto in schiavitù era costretto a mendicare e consegnare ogni avere

Marito e moglie vicini di casa avevano schiavizzato un pensionato costretto a mendicare davanti alla farmacia. Arrestata solo lei, lui denunciato.

Acilia – Un pensionato di 73 anni era ridotto in un tale stato di schiavitù che non solo era costretto a consegnare la sua pensione ogni mese ma anche ad andare a mendicare per i suoi aguzzini. Solo il fiuto di un carabiniere fuori dal servizio, insospettitosi nell’ascolto di una telefonata del poveretto ormai disperato, ha portato alla luce la storia drammatica che andava avanti da anni.

Sono stati i Carabinieri della Stazione di Acilia ad aver posto fine alla terribile vicenda fatta di angherie e soprusi ai danni di un anziano pensionato. L’uomo, un pensionato benestante di 73 anni, residente ad Acilia, era caduto in una infida trappola architettata da quelli che, un tempo, erano suoi amici e vicini di casa, una coppia di romani, lei di 61 anni e il marito di 64 anni che in passato aveva anche aiutato economicamente quando stavano attraversando un momento di difficoltà.

Ben presto, però, l’aiuto si è tramutato in pretesa, al punto che il 73enne, soggiogato dalla coppia, era costretto a corrispondere loro l’intera pensione  di oltre 2000 euro al mese minacciando, in caso di ritardo nei pagamenti, l’intervento di un fantomatico giudice pronto a fargli perdere la titolarità del suo appartamento. Non bastasse ciò, la coppia ha costretto l’anziano ad andare a chiedere l’elemosina di fronte ad una farmacia di Acilia, le cui somme venivano giornalmente ritirate dai due.

E’ stato un maresciallo dei Carabinieri in abiti borghesi, nell’ambito del piano “Natale Sicuro” rivolto in particolare alla tutela delle vittime vulnerabili, in particolare gli anziani, ad insospettirsi origliando davanti alla farmacia una disperata telefonata della vittima ai carnefici. Appostamenti e verifiche dei Carabinieri della Stazione di Acilia hanno poi documentato le vessazioni imposte dai coniugi al povero pensionato. La vittima, inoltre, era indotta a chiedere l’elemosina anche nei giorni in cui doveva sottoporsi a dialisi, nonostante le condizioni fisiche precarie e le conseguenze della mancata importante terapia cui doveva sottoporsi. Entrambi gli aguzzini, marito e moglie, hanno precedenti penali, lui per questioni legate agli stupefacenti.

Nel corso di una consegna di denaro da parte del 73enne alla donna, i Carabinieri sono entrati in azione, portando tutti i protagonisti della vicenda in caserma. Dopo un’iniziale reticenza nel raccontare la vicenda, per paura di ritorsioni da parte dei due aguzzini, il 73enne, rincuorato dai Carabinieri, ha messo nero su bianco l’intera storia.

L’incubo dell’anziano si è concluso con l’arresto della donna con l’accusa di riduzione in schiavitù aggravata in concorso con il marito, quest’ultimo, a sua volta, denunciato a piede libero per gli stessi reati perché non sorpreso il flagranza. La 61enne è stata rinchiusa nel carcere di Rebibbia, sezione femminile, in attesa di processo e l’uomo è stato accompagnato a casa dai Carabinieri che lo hanno salvato e con i quali molto probabilmente trascorrerà le prossime festività.