Mercatini di Natale

La Gastronomia dei mercatini di natale più famosi d’Italia

25 dicembre 2018 | 09:32
Share0
La Gastronomia dei mercatini di natale più famosi d’Italia
La Gastronomia dei mercatini di natale più famosi d’Italia
La Gastronomia dei mercatini di natale più famosi d’Italia

A Bolzano e sul Renon per visitare ed assaggiare le specialità altoatesine più tipiche delle feste natalizie

Cucina e Sapori – Tantissimi sono i mercatini natalizi che già da fine novembre riempiono le piazze di tutta la nostra penisola per offrire a residenti e turisti l’infinità di leccornie e articoli artigianali delle feste. Nel cuore dell’Alto Adige si trovano i mercatini più antichi d’Italia dove si trovano le rappresentazioni più tipiche di questi prodotti in grandi spazi che si affacciano su uno dei più bei panorami al mondo. Un posto suggestivo e pieno di magica atmosfera, soprattutto al calare della sera, quando è illuminato e impreziosito da luci natalizie, sembra essere veramente in un luogo fiabesco dove godersi le prelibatezze della cucina altoatesina.

Visitando l’antico mercatino di Bolzano

N2

Bolzano è una delle città che per prima ha ospitato i Mercatini di Natale in Italia e attualmente vanta i Mercatini più visitati dell’area Alpina. Girovagando per il centro storico invaso dal profumo di legno, cannella e dolci fatti in casa, e tra le caratteristiche casette di legno deliziosamente addobbate a festa, si possono trovare quasi ovunque i famosi Pretzel, un tipo di pane diffuso tra le popolazioni tedesche e tirolesi.

I Pratzel, il pane alsaziano dalla crosta dorata

N3

Sono composti da farina di grano tenero, malto, lievito di birra, acqua e bicarbonato di sodio. Questo pane ha la forma caratteristica ad anello con le due estremità annodate, ed è sovente che accompagni al pasto il famoso wurstel bianco bavarese con la senape dolce.
La caratteristica più evidente è il suo aspetto lucido che gli viene conferito dalla modalità della sua preparazione chiamata “Laugengeback”: il pane prima della cottura viene immerso in una soluzione di acqua e idrossido di sodio che gli consente di perdere la sua causticità ed avere quest’aspetto. La forma invece proviene dalla sua storia che affonda le sue radici nel lontano 610 d.c..

n12

Ma come è nato il Pretzel? pare che i monaci del sud della Francia e del nord Italia, all’epoca usassero utilizzare i resti di impasto per creare striscioline che ricordavano braccia incrociate a mo’ di preghiera per poi donarle ai bambini che si comportavano diligentemente. I tre buchi che ne derivavano rappresentavano la Santissima Trinità. Inizialmente con il nome di “brachiola”, cioè ricompenza, poi l’attuale Brezel o Pretzel. Prima erano consumati semicrudi ma poi, grazie ad un fornaio che si addormentò sul posto di lavoro, si scoprì che tostati erano più buoni. Si dice fossero augurio di fortuna e prosperità.

N4

Il mercatino di Bolzano è pieno di stand che propongono questo fantastico prodotto, anche in abbinamento ai salumi e formaggi tipici; presenti infatti innumerevoli varietà di salami, wurstel e naturalmente il famoso speck altoatesino, ottenuto da una coscia di suino completamente disossata che viene aperte e tirata, salata e aromatizzata e infine affumicata. Una bontà tutta italiana.

N5

Ma rimanendo sui prodotti da forno, sulle bancarelle si trovano tanti panini sfiziosi, la stella aromatizzata alla cannella e il delizioso pane natalizio. Poi diverse aziende del posto propongono tantissimi altri prodotti: dai vini e liquori aromatizzati, frutta secca, biscotti natalizi, confetture e marmellate, the’ e infusi caratteristici e i mieli più pregiati del nord est.

Il Miele di montagna, il nettare della natura

Dal classico miele di acacia, a quello di tiglio, millefiori, di castagno, di rododendro, di bosco e di melo, tutti prodotti eccellenti che avvolgono i sensi di aromi e profumi indescrivibili. Ognuno con la sua particolarità e genuinità. Addirittura si trova anche il miele in favo, la forma più pura del miele, un tocchetto dorato costituito da tante cellette esagonali fatte di cera dove le api immagazzinano il loro miele. Prodotto perciò interamente dalle api, quindi puro, non trattato e pastorizzato dall’uomo conserva tutti i preziosissimi prodotti dell’alveare: il miele, il polline, la propoli e la cera.

N6

La sua azione sulla salute è enormemente positiva, aumenta l’energia vitale e intellettuale, curativo per la pelle, un potente antidepressivo.

I canederli, le polpette di pane e bontà

Non potevano mancare i gustosissimi Canederli, qui in versione gigante; una tipologia di pasta fresca comune nella cucina trentina, austriaca, ceca, slovacca e polacca. Sono dei super gnocchi con una composizione variabile di pane raffermo, latte, uova e insaporiti poi con altri ingredienti come lo speck, il formaggio, gli spinaci, le rape rosse o i funghi. Il loro nome deriva dal termine tirolese “Knodel” e alcune tracce del piatto si trovano già nel 1180 documentate da un affresco nella cappella di Castel d’Appiano. In preparazione le sfere sono modellate tra i 4 e i 6 cm di diametro, poi cotte come una normalissima pasta in acqua bollente salata. La ricetta più tipica li vuole serviti in brodo oppure asciutti con burro fuso. E’ il classico piatto antico che permetteva il riciclo del cibo avanzato, e oggi viene abbinato spesso con gli immancabili crauti oppure cicoria selvatica.

N7
Il canederlo per eccellenza è salato ma ne esistono diverse varianti dolci con stessa forma ma composizione diversa.

I dolci tipici: lo strudel e lo strauben

Lo strudel, dal tedesco “vortice“, è un dolce di pasta frolla arrotolata o ripiena che può essere dolce o salata, ma nella sua versione più conosciuta è dolce a base di mele, pinoli, uvetta, zucchero e cannella. Una ricetta antichissima che ha subito nel tempo tante influenze dei paesi vicini e che oggi ha ricevuto il riconoscimento P.A.T. (Prodotto tradizionale italiano). Nella Val di Non è tipico prepararlo con le famose mele di tipo Golden delicius.

N8

Lo Strauben invece è una frittella ottenuta dal miscelamento di farina, burro, latte, grappa, uova e olio. La pastella viene successivamente versata nell’olio bollente, facendole prendere la forma di un vermicello arrotolato e arruffato. Il nome deriva dal tedesco Straub che significa “tortuoso, arricciato, disordinato, scompigliato”, data la forma di questo piatto alquanto “contorta”. A fine cottura viene posto su di un piatto e ricoperto da zucchero a velo e spesso accompagnato da marmellata di mirtilli rossi.

Sull’altipiano del Renon, profumo e sapore di montagna

I mercatini di Natale di Bolzano sono l’emblema dei mercatini di Natale dell’Alto Adige, ma prendendo la moderna e suggestiva funivia del Renon, in pochi minuti e in una cabina con vetrate panoramiche (lungo un tragitto di 4,6 km con dislivello di 950 m) si viene trasportati in un luogo ancor più incantevole dove si vive un’ esperienza unica nel suo genere. Al di sopra del capoluogo della provincia di Bolzano, si estende l’Altipiano del Renon: ben 15 paesi, dai dolci vigneti a valle fino alle vette più alte della catena alpina; un panorama mozzafiato in una variegata natura. Qui si vive il “Trenatale del Renon“, nelle due località di Collalbo e Soprabolzano con gustose specialità locali come panpepato, succo di mele caldo, vin brulé, zuppe tradizionali e prodotti fatti in casa e tanti prodotti di artigianato tradizionale di qualità.

N9

È un mercatino di Natale speciale, ambientato nei vagoni dello storico trenino rosso che oggi, in estetica più moderna, collega le località del celebre luogo.

Nell’atmosfera dell’avvento, il mercatino di Natale sul Renon diviene un mercatino soave e nostalgico lontano dalla confusione e dal rumore delle grandi città.

Il contrasto di emozioni e panorami natalizi tra città e montagna

Immergersi nel fermento prenatalizio della città di Bolzano, tra giri in carrozza, i bimbi sui pony, tanti eventi musicali ed enogastronomici, e pochi minuti dopo, godersi l’idillio dei paesini di montagna , nel silenzio e profumi alpini, è sicuramente una piccola avventura da fare almeno una volta nella vita. E’ come essere catapultati in un natale di un’altra epoca storica.

N10

Passeggiare, poi, con un bel vin brulè caldo in mano godendosi questi paesaggi e gustando le vere eccellenze di questi meravigliosi posti prepara l’animo ( e lo stomaco!) allo spirito del natale. Buone feste a tutti!
(Il Faro on line)