L’allarme dell’Unicef: “Il 2018 un anno terribile per i bambini dei Paesi in guerra”
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia: “Un maggior numero di paesi è coinvolto in conflitti interni o internazionali più che in ogni altro momento degli ultimi 30 anni”
Roma – Il 2018 è stato un ‘anno terribile’ per i bambini dei paesi in guerra, dalla Siria allo Yemen, dalla Somalia all’Ucraina orientale: è il triste bilancio dell’Unicef che ricorda come nel 2019 si celebrino i 30 anni della ratifica della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza e il 70/mo anniversario della Convenzione di Ginevra: “ma oggi, un maggior numero di paesi è coinvolto in conflitti interni o internazionali più che in ogni altro momento degli ultimi 30 anni. I bambini che vivono in situazioni di conflitto sono fra coloro che hanno meno probabilità di avere i loro diritti garantiti. Gli attacchi contro i bambini devono finire”, ha dichiarato Manuel Fontaine, Direttore dei Programmi di Emergenza dell’Unicef.
Secondo l’Unicef, il “futuro di milioni di bambini che vivono in paesi colpiti da conflitti armati è in pericolo, mentre le parti in guerra continuano a commettere gravi violazioni contro i bambini e i leader del mondo non imputano loro le responsabilità cui dovrebbero rispondere”.
“I bambini che vivono in zone di conflitto negli ultimi 12 mesi hanno continuato a soffrire livelli estremi di violenza e il mondo ha continuato a deluderli,” ha aggiunto Fontaine. “Da troppo tempo le parti in conflitto stanno commettendo atrocità con un’impunità quasi totale e tutto questo sta solo peggiorando. Molto di più può e deve essere fatto per proteggere e dare assistenza ai bambini“.
I bambini che vivono nei paesi in guerra sono sotto diretto attacco, utilizzati come scudi umani, uccisi, feriti o reclutati per combattere. Stupro, matrimoni forzati e rapimento sono diventati la normalità nelle tattiche di conflitto dalla Siria allo Yemen, dalla Repubblica Democratica del Congo alla Nigeria, al Sud Sudan, al Myanmar.
L’Unicef chiede alle parti in conflitto di “rispettare i loro obblighi secondo il diritto internazionale di porre fine immediatamente alle violazioni contri i bambini e all’utilizzo, come obiettivi, di infrastrutture civili che comprendono scuole, ospedali e infrastrutture idriche”.
L’Unicef chiede “anche agli stati che hanno un’influenza sulle parti in conflitto di utilizzare quest’influenza per proteggere i bambini“.
(Il Faro online)