Scuola, sostegno: l’Istat certifica che 130 mila alunni cambiano docente ogni anno

5 gennaio 2019 | 11:00
Share0
Scuola, sostegno: l’Istat certifica che 130 mila alunni cambiano docente ogni anno

Il 36% dei posti va a non specializzati: il personale formato c’è, ma il 40% dei posti è in deroga e va a supplenza

Scuola – Fanno scalpore i dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica: apparentemente sembra che manchino insegnanti specializzati per il sostegno, tanto che il 36% dei precari chiamati non ha la qualifica.

Rileva anche l’Istat che “gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione”. Così, il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore.

Almeno un docente di sostegno su tre viene selezionato dalle liste curriculari ovvero dalle liste degli insegnanti destinati all’intero gruppo classe e non formati per il sostegno: questo accade perché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda. A riferirlo è l’Istat, attraverso il reportL’inclusione scolastica: accessibilità, qualità dell’offerta e caratteristiche degli alunni con sostegno“.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, addirittura “il 36% degli insegnanti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda”. Questa grave carenza ha delle conseguenze importanti ai fini del diritto allo studio degli alunni disabili: a causa della carenza di insegnanti specializzati, si riscontra una grossa quota di insegnanti per il sostegno selezionata dalle liste curriculari. Con il fenomeno più frequente nelle regioni del Nord dove la quota sale al 49% mentre si riduce considerevolmente nel Mezzogiorno scendendo al 21%.

Inoltre, per migliorare la qualità dell’apprendimento – sottolinea l’Istat – è importante che l’insegnante per il sostegno sia in grado di utilizzare la strumentazione adeguata, a tale scopo risulta fondamentale la formazione in tecnologie educative. Ed è indicativo, sottolinea sempre l’Istat, che per l’anno scolastico 2017/2018, nel 13% delle scuole italiane nessun insegnante per il sostegno ha frequentato un corso specifico e nel 61% delle scuole soltanto alcuni.

La risultanza di queste gravi mancanze, considerando anche i 50 mila docenti precari su 150 mila complessivi, è che “la continuità del rapporto tra docente per il sostegno e alunno non risulta ancora garantita: il 41% degli alunni ha cambiato insegnante rispetto all’anno precedente mentre il 12% lo ha cambiato nel corso dell’anno scolastico”.

Infine, scrive ancora l’Istat, va rilevato che “gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Nelle scuole del Nord ricevono mediamente 3 ore di supporto in più rispetto al Mezzogiorno”. Ma non tutte le famiglie, come più volte rilevato da Anief e dallo stesso Istat alcuni mesi fa, soccombono dinanzi alle decisioni prese dagli uffici scolastici di non concedere le ore di sostegno richieste da medici, psicologi ed esperti: “Circa il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore. Nel Mezzogiorno la percentuale di ricorsi è doppia rispetto a quella del Nord (rispettivamente 6% e 3%)”.

(Il Faro on line)