Omicidio Vannini, il ministro Bonafede: “Inaccettabili le parole del giudice”
Il guardasigilli: “Il ministro della Giustizia non può entrare nel merito delle decisioni dei giudici, E’ un principio fondamentale della nostra Costituzione che io non posso e non voglio violare”
Roma – “Ritengo che sia inaccettabile, e sono indignato per questo, che un magistrato interrompa la lettura del dispositivo della sentenza per dire: ‘se volete andarvi a fare un giro a Perugia, ditelo’. Come ministro della Giustizia ho già attivato gli uffici affinché vengano fatte tutte le verifiche e gli accertamenti del caso”.
Lo dice in un video su Facebook il guardasigilli Alfonso Bonafede, in merito alla bagarre che si è scatenata in aula due giorni fa durante la lettura della sentenza per l’omicidio di Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni morto il 18 maggio 2015 a Ladispoli, in provincia di Roma, raggiunto da un colpo di arma da fuoco sparatogli da Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata, che in secondo grado si è visto ridurre la condanna da 14 a 5 anni (leggi qui).
Il video della lettura del dispositivo della sentenza è stato trasmesso da ‘Chi l’ha visto?’: la riduzione di pena per Ciontoli è stata accolta dalle proteste dei familiari del giovane ucciso che, urlando ‘vergogna’ e con applausi ironici, hanno interrotto il presidente della Corte d’assise d’appello di Roma che stava leggendo il verdetto.
“Non ho ancora finito di leggere il dispositivo – dice il giudice – questa è un’interruzione di pubblico servizio ai sensi dell’articolo 340 del codice penale, nonché 343 (oltraggio a magistrato in udienza – ndr). Se volete farvi una passeggiata a Perugia ditelo”, aggiunge, facendo presumibilmente implicito riferimento al fatto che per i reati commessi ai danni dei magistrati romani sono competenti i colleghi perugini.
“Questa mattina – prosegue Bonafede – ho chiamato personalmente la mamma di Marco Vannini, abbiamo parlato e parleremo ancora qui al ministero, nei prossimi giorni avrò modo di incontrare i genitori. A lei ho già spiegato che il ministro della Giustizia non può entrare nel merito delle decisioni dei giudici”: “il ministro della Giustizia non può e non deve entrare nel merito delle decisioni dei magistrati. E’ un principio fondamentale della nostra Costituzione che io non posso e non voglio violare”.
“Detto questo, ho guardato con molta attenzione il video in cui viene ripreso il momento della lettura del dispositivo della sentenza, un video entrato nelle case di milioni di cittadini, e voglio spiegare che un magistrato ha tutti gli strumenti idonei a far mantenere l’ordine all’interno di un’aula giudiziaria. Ecco perché ritengo inaccettabile quel che è accaduto”.
Anche il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha parlato dell’omicidio di Marco Vannini. “Non posso entrare nei meriti della sentenza giudiziaria – ha scritto sempre su Fb – poiché esula dalle mie competenze e prerogative, ma una cosa la posso fare: il mio impegno, il mio massimo impegno, fin quando sarò io a guidare il Ministero della Difesa, affinché al signor Ciontoli non sia concesso il reintegro in Forza Armata. Ho già in questo senso dato disposizioni alle competenti articolazioni della Difesa”.
“Colgo l’occasione – prosegue il ministro Trenta – per esprimere anche tutta la mia vicinanza ai cari e alla famiglia di Marco, in questo difficilissimo momento. Comprendo il vostro dolore, comprendo la vostra rabbia, ma sappiate che non siete soli”.
(Il Faro online)