Foibe, il monito di Mattarella: “Una tragedia italiana, inammissibile negazionismo”
Il presidente della Republic a: “L’ideale europeo va difeso dalle insidie contemporanee anche perché non si ripetano orrori come le Foibe”
Roma – “L’ideale europeo” va difeso “dalle insidie contemporanee” anche perché non si ripetano orrori come le Foibe. Sergio Mattarella nel Giorno del Ricordo contrappone i valori dell’Unione con il massacro di migliaia di italiani nelle cavità carsiche in Istria e Venezia-Giulia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale da parte dei comunisti jugoslavi.
Per la prima volta nel settennato la cerimonia si svolge al Quirinale e il presidente della Repubblica pronuncia “parole chiare“, secondo l’Unione degli Istriani.
Per Mattarella le Foibe sono “una tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata”, sulla quale non sono ammissibili “riduzionismi o negazionismi”.
“L’ideale europeo, e la sua realizzazione nell’Unione, è stato, ed è tuttora, per tutto il mondo, un faro del diritto, delle libertà, del dialogo, della pace – dice il presidente nel suo discorso – . Un modo di vivere e di concepire la democrazia – che va incoraggiato, rafforzato e protetto dalle numerose insidie contemporanee”.
Tra queste, con guerre commerciali e terrorismo, “le tentazioni di risolvere la complessità dei problemi attraverso scorciatoie autoritarie”. Invece “c’è l’Europa, spazio comune di integrazione, di dialogo, di promozione dei diritti, che ha eliminato al suo interno muri e guerre”.
Mattarella parla dei “250 mila profughi” costretti a lasciare le terre divenute jugoslave dopo la Seconda Guerra Mondiale. Profughi italiani “che guardavano alla madrepatria con speranza e fiducia e non sempre trovarono in Italia la comprensione e il sostegno dovuti”.
Quanto alle Foibe “non si trattò – come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare – di una ritorsione contro i torti del fascismo – sottolinea Mattarella -. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni”.
Al Quirinale c’è il premier Giuseppe Conte, che a fine cerimonia – dopo testimonianze di discendenti di sopravvissuti, studiosi e studenti – saluta il pugliese d’origine Franco Nero, protagonista del film ‘Rosso Istriano’ (Red Land).
“Qui per ricordare le vittime delle foibe e i tanti istriani, fiumani e dalmati, nostri compatrioti, costretti all’esodo – twitta Conte -. È nostro dovere approfondire le pagine non ancora pienamente esplorate della nostra storia e preservarne la memoria”.
Ci sono anche il presidente della Camera Roberto Fico e il ministro degli Esteri Enzo Moavero, secondo cui a oltre 70 anni dalle Foibe ci sono “questioni non ancora risolte, che chiedono giustizia e soluzione”.
Dalla destra, da sempre in prima fila per la memoria degli eccidi titini, ringraziamenti a Mattarella per “un discorso di alto livello che rende giustizia ai martiri delle foibe” secondo la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
Apprezzamenti anche dal forzista Maurizio Gasparri che però chiede maggiori sforzi per i risarcimenti a favore di ha patito l’esodo e gli espropri.
Polemico invece Matteo Salvini. “L’Italia si è ricordata troppo tardi. Follemente c’è del negazionismo da parte anche di qualche organismo che prende denaro pubblico – dice alludendo all’Associazione partigiani (Anpi) di Rovigo – e che finge che queste migliaia di morti non siano mai esistite“.
(fonte Ansa)