Ostia, turismo in ginocchio: chiusi altri due alberghi
Reception vuote e serrande abbassate negli alberghi Aran Blu e Belvedere. L’ex Lido in vendita e un hotel in costruzione ha il cantiere fermo da un anno
Ostia – Si cominciano a sentire dagli alberghi gli effetti del danno d’immagine prodotto dalla nomea di città mafiosa e dalle fiction criminali. Due grossi alberghi hanno chiuso i battenti mentre un terzo è in vendita da tempo senza acquirenti al momento interessati. Di una quarta struttura, in costruzione sul lungomare, il cantiere è fermo da oltre un anno. In termini pratici significa che sono saltati almeno 40 posti di lavoro tra diretto e indotto.
Il turismo è sempre più in crisi a Ostia. Mentre il vicino comune di Fiumicino ha da tempo sorpassato il lido romano in fatto di ampliamento e di rinnovamento dell’offerta di ricettività, su questa sponda del Tevere le strutture d’accoglienza perdono sempre più terreno. Fino al punto di dover chiudere i battenti. E’ il caso dell’Aran Blu Barcelò di lungomare Duca degli Abruzzi. Da un mese la struttura che confina con il porto turistico non accoglie ospiti ed ha chiuso il proprio profilo per le prenotazioni online del principale portale turistico del mondo, booking. La versione che viene offerta a chi chiede notizie è che l’albergo sia oggetto di ristrutturazione. In realtà non si notano operai al lavoro e, soprattutto, non si accettano prenotazioni neanche a lungo termine.
Stessa sorte per l’Hotel Belvedere, la più antica struttura alberghiera di Ostia. La palazzina che affaccia sul Pontile presenta le tapparelle delle 55 stanze tutte abbassate e la reception spenta. All’interno si alternano sospettosi addetti alla sicurezza. Su booking il profilo è stato cancellato insieme con le 1466 recensioni collezionate nel tempo. Il sito internet è attivo ma non prende prenotazioni. Praticamente un lavoro da ricominciare se e quando riaprirà.
Dopo la chiusura degli alberghi del gruppo Fezia, Hotel Satellite e Airport Palace, avvenuta anni addietro, prosegue con Aran Blu e Belvedere la terribile crisi dell’accoglienza turistica di Ostia. Insieme i due alberghi contano 117 camere, uno spicchio del 25 per cento del totale dell’offerta ostiense che ne conta 450.
E non va dimenticato quanto accaduto all’Hotel Kursaal occupato con la complicità dell’allora Comune di Roma (sindaco Alemanno) e distrutto dagli occupanti a discapito della proprietà.
Qualche speranza aveva sollevato l’inaugurazione nell’estate scorsa del Fly Decòricavato nel palazzo di vetro ex Ascom ma altri segnali negativi si sommano al quadro sconfortante. L’Hotel Lido che fiancheggia il Ping Pong è in vendita ormai da un anno e finora non ha trovato acquirenti pronti a rilevarlo. Inoltre un’altra struttura ricettiva in costruzione, l’ex palazzo della Asl di lungomare Paolo Toscanelli, proprio di fronte allo stabilimento balneare Lido Beach, è ferma: cavilli burocratici hanno bloccato il cantiere ormai da un anno.
La preoccupazione generale è non solo che queste strutture non riaprano per mancanza di richiesta ma che possano essere occupate da servizi non in linea con le aspirazioni del territorio. Per ora le proprietà sorvegliano con nutrite pattuglie di vigilanza privata le loro strutture. Ma fino a quando?