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Messa Crismale, il Papa ai preti: “Sporcatevi le mani con la gente”

18 aprile 2019 | 11:05
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Messa Crismale, il Papa ai preti: “Sporcatevi le mani con la gente”

Nella basilica di San Pietro il Pontefice presiede il rito che dà inizio al Triduo Pasquale, Bergoglio ai sacerdoti romani: “Così ci si sana dalla meschinità, dall’abuso e dalla crudeltà”

Città del Vaticano – “Ungiamo sporcandoci le mani, toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fede, le loro speranze, la loro fedeltà e la generosità senza riserve del loro donarsi. Colui che impara a ungere e a benedire si sana dalla meschinità, dall’abuso e dalla crudeltà“.

E’ la raccomandazione rivolta da Papa Francesco ai sacerdoti nella tradizionale Messa Crismale, celebrazione che apre i riti del Triduo Pasquale. In una basilica di San Pietro gremita di fedeli, davanti a tutto il clero romano, il Pontefice benedice l’olio degli infermi, dei catecumeni e del crisma, che saranno poi usati nelle parrocchie della Capitale per amministrare i sacramenti

E, dopo aver ricordato la vicinanza di Gesù alla “folla” e i “quattro grandi gruppi che sono destinatari preferenziali dell’unzione del Signore: i poveri, i prigionieri di guerra, i ciechi, gli oppressi”, il Santo Padre, rivolgendosi ai parroci, aggiunge: “Cari fratelli sacerdoti, non dobbiamo dimenticare che i nostri modelli evangelici sono questa ‘gente’, questa folla con questi volti concreti, che l’unzione del Signore rialza e vivifica”.

Essi “sono coloro che completano e rendono reale l’unzione dello Spirito in noi, che siamo stati unti per ungere. Siamo stati presi in mezzo a loro e senza timore ci possiamo identificare con questa gente semplice. Essi sono immagine della nostra anima e immagine della Chiesa”.

Ciascuno incarna il cuore unico del nostro popolo“, prosegue Francesco nell’omelia. “Noi sacerdoti – continua – siamo il povero, e vorremmo avere il cuore della vedova povera quando facciamo l’elemosina e tocchiamo la mano al mendicante e lo guardiamo negli occhi. Noi sacerdoti siamo Bartimeo, e ogni mattina ci alziamo a pregare chiedendo: ‘Signore, che io veda di nuovo!‘. Noi sacerdoti siamo, in qualche punto del nostro peccato, il ferito picchiato a morte dai ladri. E vogliamo stare, noi per primi, tra le mani compassionevoli del Buon Samaritano, per potere poi con le nostre mani avere compassione degli altri”.

“Vi confesso – aggiunge il Pontefice – che quando confermo e ordino mi piace spandere bene il Crisma sulla fronte e sulle mani di quanti vengono unti. Ungendo bene si sperimenta che lì si rinnova la propria unzione“.

“Questo voglio dire – sottolinea -: non siamo distributori di olio in bottiglia. Ungiamo distribuendo noi stessi, distribuendo la nostra vocazione e il nostro cuore. Mentre ungiamo siamo nuovamente unti dalla fede e dall’affetto del nostro popolo“.

I Vangeli, fa notare, “ci presentano spesso questa immagine del Signore in mezzo alle folle, circondato e pressato dalla gente che gli porta i malati, lo prega che scacci gli spiriti maligni, ascolta i suoi insegnamenti e cammina con Lui”.

“Il Signore – prosegue il Santo Padre – non ha mai perso questo contatto diretto con la gente, ha sempre mantenuto la grazia della vicinanza, con il popolo nel suo insieme e con ciascuna persona in mezzo a quelle moltitudini”.

Non è dispregiativo il termine ‘folla’“, osserva il Papa: “Forse all’orecchio di qualcuno, folla potrebbe suonare come una massa anonima, indifferenziata… Ma nel Vangelo vediamo che quando interagiscono con il Signore – che si pone in esse come un pastore nel gregge – le folle si trasformano. Nell’animo della gente si risveglia il desiderio di seguire Gesù, germoglia l’ammirazione, prende forma il discernimento”.

Questo seguire della gente va aldilà di qualsiasi calcolo, è un seguire senza condizioni, pieno di affetto – ricorda -. Contrasta con la meschinità dei discepoli il cui atteggiamento verso la gente rasenta la crudeltà quando suggeriscono al Signore di congedarli, perché si cerchino qualcosa da mangiare”.

Qui – io credo – iniziò il clericalismo: in questo volersi assicurare il cibo e la propria comodità disinteressandosi della gente. Il Signore stroncò questa tentazione. ‘Voi stessi date loro da mangiare’, fu la risposta di Gesù: ‘fatevi carico della gente!’“, conclude Francesco.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media