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Formia, scelto un nuovo sito per far brillare la bomba

2 maggio 2019 | 14:01
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Formia, scelto un nuovo sito per far brillare la bomba

Brillamento e condizioni meteo: la perturbazione prevista per domenica potrebbe comportare significativi ritardi sulla “tabella di marcia”.

Formia – Si terrà in un cava dismessa del Comune di Priverno il brillamento della bomba ritrovata, per caso, in un cantiere edile di Rio Fresco, a Formia, lo scorso 15 marzo.

La decisione è stata presa durante l’ultimo vertice in Prefettura, che si è tenuto martedì, a seguito dell’annullamento, per motivi di sicurezza – l’area è a rischio frana, oltre che circondata da diverse abitazioni-, del possibile brillamento alla Cava Cardi, a Itri (Leggi qui).

Intanto, considerate le dimensioni dell’ordigno – la bomba è lunga circa un metro per 140 chili di tritolo – e quelle dell’evacuazione – saranno sfollati circa 16.000 abitanti – che ne conseguirà il giorno del brillamento – previsto per domenica 5 maggio – da diversi giorni, il Comune di Formia sta diffondendo tutte le informazioni utili ad affrontare con la massima serenità tutta la vicenda.

L’evacuazione inizierà alle 7, dalle 8.30 in poi sarà ancora possibile uscire dalla zona rossa, ma non più entrare. Per le 10, tutti i residenti non coinvolti direttamente nelle operazioni dovranno aver lasciato l’area.

La città sarà spaccata in due, con 2 punti di accoglienza comunali per ogni zona, raggiungibili o attraverso i propri mezzi o attraverso una navetta che sarà organizzata per quel giorno (Leggi qui).

Ma perché l’evacuazione comprende un raggio così ampio?

Una delle domande più frequenti, specialmente a seguito del cambio di sede del brillamento, è perché quest’evacuazione ha richiesto più di un mese di preparativi, comprendendo un raggio di quasi 2 chilometri dal luogo del ritrovamento e, quindi, lo sfollamento di quasi mezza città?

Ebbene, tutte le precauzioni, come specificato dal Sindaco di Formia, sono all’interno di protocolli nazionali da seguire, che, servono ad evitare il peggio, ancora nell’eventualità che qualcosa, durante le operazioni di brillamento, potesse non andare per il verso giusto.

Se le cose andassero male, infatti, esiste la possibilità che le schegge possano arrivare anche fino a 2 chilometri dal sito in cui vi è ora la bomba. Non solo. Tutti gli edifici presenti nel raggio di 300 metri verrebbero rasi al suolo, gli altri fuori da questo raggio verrebbero fortemente lesionati.

Per questo, una volta che la zona rossa sarà del tutto evacuata, gli artificieri, a circa 300 metri dall’ordigno, creeranno una sorta di trincea, poi passeranno ad applicare un marchingegno sul detonatore, che, a quel punto, tramite telecomando, potrà essere controllato a distanza.

L’obiettivo è quello di svitare il detonatore a piccoli colpi, in modo da rendere innocuo l’ordigno. Queste operazioni potrebbero durare dalle 2 alle 4 ore.

Una volta fatto ciò, la bomba sarà caricato su un carro che, attraversando l’Appia, raggiungerà la cava di Priverno. Anche qui è bene specificare: la deflagrazione è sì, un’operazione meno pericolosa, ma deve comunque essere fatta a distanza dalle abitazioni per via dei fumi tossici che verranno fuori – Per questo era impossibile svolgere l’operazione nella zona, densamente abitata, della cava Cardi -.

Il piano è che, già mentre l’ordigno è in viaggio verso Priverno, possano iniziare, per gli sfollati, le operazioni di rientro nelle proprie abitazioni.

Un’ulteriore difficoltà, però, potrebbe essere data dalle condizioni meteo: la perturbazione che pare prevista per domenica potrebbe comportare significativi ritardi sulla “tabella di marcia.”

(Il Faro on line)