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Turismo a 4 zampe: ecco perché a Formia servirebbe una “dog beach”

2 maggio 2019 | 18:04
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Turismo a 4 zampe: ecco perché a Formia servirebbe una “dog beach”

Una “dog beach” per Formia significherebbe rilancio del litorale, nuovi posti di lavoro e anche attrarre un nuovo tipo di turismo.

Formia – Stessa spiaggia, stesso mareStessi problemi. Anche quest’anno, infatti, nonostante con l’avvento della Pasquetta la stagione balneare abbia aperto i battenti, Formia sembra lontana dal riuscire a entrare in quellarivoluzione estiva capace di mettere in risalto le sue bellezze archeologiche e paesaggistiche.

Un esempio? L’assenza di una dog beach. Le spiagge attrezzati per cani, infatti, si sono dimostrate, in tutta Italia, capaci di assolvere a due annosi problemi, sempre più frequenti sul nostro litorale. Il primo è sicuramente il tema della difficile convivenza tra chi al mare porta bambini, spesso piccoli, spaventati dai cani anche a prescindere dalla loro stazza o pericolosità, e di chi, di contro, fa fatica ad andare a prendere la tintarella senza portarsi dietro l’amico a 4 zampe.

Dall’altra, l’assenza di una spiaggia attrezzata, per i fedelissimi amanti dei cani, spesso diventa anche motivo di rinuncia a un certo tipo di vacanza, una volta scoperto che la meta prescelta, in realtà, è una città non pet-friendly.

Una dog beach – che può essere comunale o data in gestione a privati – può rappresentare un primo passo verso quella vocazione turistica che, a Formia, negli anni abbiamo perso e di cui, tanto, negli ultimi mesi si è parlato.

Sebbene l’Italia possa vantare un patrimonio di circa 12 mila stabilimenti balnerari, distribuiti su 4 mila chilometri di costa balneabile, le spiagge pet friendly, infatti, fino a qualche anno fa, erano rappresentate da una percentuale minuscola: appena l’1%.

Per questo, rendere Formia pet-friendlysignificherebbe entrare in un certo tipo di circuito virtuoso, attento alle esigenze di tutti e, quindi, capace anche di attrarre un nuovo flusso turistico, con anche la possibilità di creare nuovi posti di lavoro – le dog beach più attrezzate comprendono un veterinario disponibile h24, per esempio-, di rilanciare alcuni tratti del nostro arenile – si pensi allo stato di abbandono in cui vigono alcune spiagge dalla Marina fino a poco prima di Don Bosco – e, soprattutto, riuscire a fare tutto questo in anticipo sui tempi di molte altre grandi realtà.

E ancora: sarebbe anche più facile “scovare” gli eventuali trasgressori – con una dog beach aperta sul territorio comunale, le restanti spiagge possono essere interdette agli animali -, che, se non rispettassero le regole andrebbero incontro ad una multa che può andare dai 400 ai 1000 euro.

Quella del pet-friendly è una strada del turismo troppo spesso dimenticata, che, forse, in questa città sempre più addormentata su sé stessa, sarebbe il caso di riscoprire.

(Il Faro on line)