Formia torna alla normalità, riaperto il “Dono Svizzero”

Formia – “Dal 1961, anno in cui le 15 pur efficienti baracche di legno donate dalla Delegazione Svizzera nel 1947 furono sostituite, il nostro ospedale non ha mai chiuso.

Enorme il lavoro fatto in sinergia con l’Asl regionale, che vogliamo ringraziare, perché ogni paziente, ogni ricoverato potesse essere accolto in modo efficiente da altre strutture ospedaliere. Con i pazienti domiciliari stiamo ancora lavorando, si continuerà fino a domani grazie all’instancabile lavoro della Croce Rossa Italiana e l’Ares 118.”

Queste le parole di Paola Villa, sindaco di Formia, ventiquattr’ore prima la città affrontasse il disinnesco della bomba, ritrovata, per caso, all’interno di un cantiere edile di Rio Fresco, il 15 marzo (Leggi qui).

Appena 24 ore dopo il “bomba day” – come è stato ribattezzato sui social – che ha tenuto col fiato sospeso l’intera città e che ha visto 16.000 abitanti costretti ad abbandonare momentaneamente le proprie abitazioni e i propri affetti lì custoditi è lo stesso Sindaco, sui suoi canali social, ha dare il lieto annuncio: “In queste ore ritorna a funzionare in pieno regime l’ospedale Dono Svizzero di Formia!!

Già dalle prime ore di questa mattina – ieri per chi legge – è stato riattivato il Pronto Soccorso. Tutti i reparti sono in attività, tranne il reparto di ginecologia e pediatria che riaprirà fra due giorni. Quindi, mercoledì il nostro ospedale ritornerà operativo al 100%.

Grazie a tutti gli operatori sanitari, a tutte le altre strutture ospedaliere limitrofe, che hanno permesso un evento storico!”

La città tira, quindi, un sospiro di sollievo, nel bene e nel male, la bomba non c’è più e Formia può tornare alla normalità.

(Il Faro on line)