Aborto, Papa Francesco: “Non è lecito, ma è un problema umano non di fede”
Il Pontefice: “L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano”. E aggiunge: “Disumano l’aborto selettivo”
Città del Vaticano – “L’insegnamento della Chiesa è chiaro: la vita umana è sacra e inviolabile e l’utilizzo della diagnosi prenatale per finalità selettive va scoraggiato con forza, perché espressione di una disumana mentalità eugenetica, che sottrae alle famiglie la possibilità di accogliere, abbracciare e amare i loro bambini più deboli”.
Papa Francesco torna a condannare quella che lo stesso Pontefice ha più volte definito “la cultura dello scarto” che oggi domina la società. Lo fa durante l’incontro con i partecipanti al Convegno promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sul tema “Yes to Life! – La cura del prezioso dono della vita nelle istituzioni di fragilità”.
Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, Papa Bergoglio fa notare, ancora una volta, che quello dell’aborto “è un problema pre-religioso. La fede non c’entra”.
E ammonisce: “Non carichiamo sulla fede una cosa che non le compete dall’inizio. Soltanto due frasi ci aiuteranno a capire bene questo: due domande. Prima domanda: è lecito eliminare una vita umana per risolvere un problema? Seconda domanda: è lecito affittare un sicario per risolvere un problema?“.
E aggiunge: “L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano. Piuttosto sono la paura della malattia e la solitudine a far esitare i genitori. Le difficoltà di ordine pratico, umano e spirituale sono innegabili, ma proprio per questo azioni pastorali più incisive sono urgenti e necessarie per sostenere coloro che accolgono dei figli malati”.
Per il Pontefice è necessario “creare spazi, luoghi e ‘reti d’amore’ ai quali le coppie si possano rivolgere, come pure dedicare tempo all’accompagnamento di queste famiglie”.
Ricorda poi l’episodio di una ragazza down argentina di 15 anni rimasta incinta. “I genitori erano andati dal giudice per chiedere il permesso di abortire. Il giudice, un uomo retto sul serio, ha studiato la cosa e ha detto: ‘Voglio interrogare la bambina’. ‘Ma è down, non capisce…’ ‘No no, che venga’. È andata la ragazzina quindicenne, si è seduta lì, ha incominciato a parlare con il giudice e lui le ha detto: ‘Ma tu sai cosa ti succede?’ ‘Sì, sono malata…’ ‘Ah, e com’è la tua malattia?’ ‘Mi hanno detto che ho dentro un animale che mi mangia lo stomaco, e per questo devono fare un intervento’ ‘No… tu non hai un verme che ti mangia lo stomaco. Tu sai cos’hai lì? Un bambino!’ E la ragazza down ha fatto: ‘Oh, che bello!’. Con questo, il giudice non ha autorizzato l’aborto. La mamma lo vuole. Sono passati gli anni. È nata una bambina. Ha studiato, è cresciuta, è diventata avvocato“.
Quella bambina, dal momento che ha capito la sua storia perché gliel’hanno raccontata, ogni giorno di compleanno chiamava il giudice per ringraziarlo per il dono della nascita. Le cose della vita. Il giudice è morto e adesso lei è diventata promotore di giustizia. Ma guarda che cosa bella! L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano.
“Nessun essere umano può essere mai incompatibile con la vita, né per la sua età, né per le sue condizioni di salute, né per la qualità della sua esistenza”, aggiunge il Santo Padre.
“Ogni bambino che si annuncia nel grembo di una donna è un dono, che cambia la storia di una famiglia: di un padre e di una madre, dei nonni e dei fratellini. E questo bimbo ha bisogno di essere accolto, amato e curato. Sempre! Anche quando piangono“, prosegue il Papa.
Come già fatto in passato, paragona il pianto dei neonati a una preghiera: “Questa è una musica che tutti noi dobbiamo ascoltare. Bisogna ascoltare sempre, anche quando il bambino ci dà un po’ fastidio; anche in chiesa: che piangano i bambini in chiesa! Lodano Dio. Mai, mai cacciare via un bambino perché piange”.
Infine, un “grazie” alle mamme e ai papà che hanno “accolto la vita fragile – la parola fragilità va sottolineata – perché le donne, sono specialista in fragilità: ora siete di sostegno e aiuto per altre famiglie. La vostra testimonianza d’amore è un dono per il mondo“.
(Il Faro online)