Terracina e lo strano caso del regolamento per la bonifica dell’amianto “scomparso”
Maragoni: “Da luglio 2015, a Terracina, sembra essere calato un silenzio tetro sulla questione amianto.”
Terracina – Il regolamento per la bonifica dell’amianto sembra scomparso dall’agenda politica del Comune di Terracina. A sottolineare – con una lettera inviata al sindaco Procaccini e alle delegate dell’ambiente e della Sanità, oltre che alla stampa – i passaggi di una vicenda che, iniziata nel 2012 e “partorita” nel 2015, ora sembra finita nel dimenticatoio è il WWF Litorale Laziale.
“Da luglio 2015 – afferma, infatti, la referente regionale dell’associazione Franca Maragoni – non abbiamo più notizie sul censimento delle strutture contenenti cementoamianto e su qualunque altra iniziativa in merito alle azioni di bonifica.” E ancora: “Vorremmo essere smentiti dai fatti e questa volta ne saremmo veramente lieti.”
La vicenda
“La nostra richiesta di un intervento di risanamento ambientale – fa sapere la Maragoni – parte nel marzo 2012, quando, sul nostro blogo scrivevamo: Bonificare le costruzioni contenenti amianto deve essere un obbligo per le pubbliche amministrazioni.
Poi, nell’aprile del 2013 comunicammo che il Governo aveva messo mano alla questione stabilendo le norme per la costruzione di un Piano Amianto. Nello stesso anno, in ottobre, l’intervento di rimozione da parte di una ditta privata del cemento-amianto che ricopriva il tetto della chiesetta del quartiere Arene allertò i residenti anche per la sua vicinanza ad una scuola e nello stesso tempo dette l’illusione di un avvio di bonifica generale…
Ma non era così e lo dimostrammo subito dopo con un’indagine a campione su tutto il territorio comunale. L’indagine ebbe un buon risalto sulla stampa ma non smosse l’Amministrazione per cui il WWF continuò nella sua denuncia e in novembre scrivemmo che i materiali tossici, a Terracina, erano sotto la luce del sole.”
Da qui, la Maragoni ricorda tutto l’iter che, nel nell’estate del 2014, finalmente parve smuovere qualcosa: “Finalmente, nel 2014, in piena estate, il sindaco di Terracina firmò un protocollo d’intesa con l’associazione “Per Vivere” che, da tempo, si interessava della tutela dei cittadini dai rischi dell’esposizione all’amianto.
Nell’atto i firmatari dichiararono di “voler interagire tra loro al fine di organizzare uno specifico programma di lavoro per il territorio di Terracina e per i suoi abitanti, in attuazione del DGR del 10.11.1998 n. 5892 -Piano Regionale….della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto.”
E ancora: “Subito dopo venne istituito un tavolo tecnico anche per interessamento dell’allora consigliere comunale Valerio Golfieri con il coinvolgimento del WWF e di Agenda 21.”
Nel febbraio del 2015, addirittura: “si parlò, nel tavolo tecnico, di regolamento comunale sulla gestione dei materiali contenenti amianto, che avrebbe avviato il monitoraggio della presenza del cemento-amianto prospettando alcune soluzioni pratiche contenute anche in una proposta di legge regionale in discussione in quei giorni.”
Eppure, quella soluzione così apparentemente vicina sfumò, con la stessa velocità con cui era arrivata: “In aprile, finalmente, il Comune approvò all’unanimità il regolamento comunale per la tutela della salute e dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto e per il risanamento ambientale, la bonifica e lo smaltimento dell’ambiente. Ma…
“Cadde la Giunta e l’ultima volta che in Comune si potè parlare di amianto fu a luglio 2015, quando il WWF incontrò la vice Commissaria Antonietta Orlando che sulla questione affermò “l’esistenza di un regolamento obbliga l’Ente ad avviare il censimento dedicando allo scopo almeno un impiegato comunale e una somma iniziale da inserire nel bilancio 2016; si prenderà contatto con il Centro Regionale Amianto per acquisire opportunità di finanziamenti”.
E da allora? Conclude la Maragoni: “Sembra essere calato un silenzio tetro sulla questione amianto.”
In foto: Franca Maragoni
(Il Faro on line)