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La Guardia costiera “pulisce” il Tevere, se ne va un altro relitto

10 giugno 2019 | 06:30
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La Guardia costiera “pulisce” il Tevere, se ne va un altro relitto

Domani, martedì 11 giugno 2019, toccherà a un relitto di 18 metri, e appena sei giorni dopo sarà la volta di un’altra carcassa semisommersa, di 16 metri

Fiumicino – Domani, martedì 11 giugno 2019, toccherà a un relitto di 18 metri, e appena sei giorni dopo sarà la volta di un’altra carcassa semisommersa, di 16 metri. Saranno recuperati dal Tevere, restituendo sicurezza e pulizia dell’ambiente.

E’ il segno tangibile della volontà ferrea del comandante della Capitaneria di Porto di Roma, Filippo Marini, che sta portando avanti un’iniziativa attesa da anni e mai realizzata: restituire al Tevere la sua bellezza originaria, e alla navigazione la sicurezza necessaria.

Domani sarà la volta dell’ennesima imbarcazione che, a spese dei proprietari e non della collettività, sarà eliminata dall’alveo del fiume.

Una “missione” che la Capitaneria di Porto di Roma sta portando avanti con insistenza e convinzione, come mai prima era stato fatto sul litorale, se è vero come è vero che già da anni era stato monitorato il fenomeno senza che nessuno lo avesse affrontato in maniera davvero incisiva.

L’obiettivo primario della Guardia Costiera, sotto il comando Marini, è quello della tutela dell’ambiente. Lotta all’illegalità e sicurezza sono assolutamente fondamentali, ma il contrasto alla distruzione dell’ecosistema è una priorità, in quanto pericolo che minaccia la stessa specie umana; per questo la tutela dell’ambiente merita il massimo sforzo.

Il Tevere è sotto monitoraggio costante, dal centro di Roma ai due rami in cui si biforca, verso Ostia e verso Fiumicino; e infatti proprio su Ostia e Fiumicino si concentra il massimo sforzo di “pulizia” e ripristino dei luoghi. Il Tevere – è il motto – deve tornare ad essere pulito.

Nei mesi passati abbiamo registrato diversi interventi: un’imbarcazione tolta dal Canale dei Pescatori, una a Roma città, un’altra di 30 metri a Fiumicino. E poi ancora altre 5 imbarcazioni saranno tolte grazie ai fondi messi a disposizione della Regione Lazio. E adesso questi altri due interventi annunciati. Ormai è un percorso che non si fermerà più, una macchina avviata.

Come si fa a recuperare un’imbarcazione?

Togliere un relitto semiaffondato dal Tevere non è cosa da poco. Non solo in termini pratici, visto lo stato di deperimento che spesso aggredisce legno e ferro dei natanti, ma anche e soprattutto in termini burocratici.

C’è innanzitutto un’opera di convincimento della Capitaneria nei confronti dei proprietari, per non arrivare alle denunce penali.

Poi c’è la trafila tecnica. Un piano tecnologico di recupero, le ordinanze da emanare per la sicurezza dell’azione di recupero e della navigazione, i controlli sulla filiera del rifiuto.

Solo dopo aver espletato tutti questi passaggi, si può arrivare al reale recupero del relitto. E domani, un altro tassello di questo puzzle inquinante che si è creato negli anni verrà tolto. Tassello a tassello, fino a eliminare dal biondo Tevere la patina di pericolosità rappresentata da tutti i natanti semi sommersi che infestano – è il caso di dire – il fiume fino alla foce, e restituirlo alla collettività. Dimostrando così, da parte della Guardia costiera, concreta sensibilità ambientale e attaccamento alla città.