Ostia, spiaggiato cucciolo di capodoglio: ucciso da una ferita profonda sulla pancia
Affiora sulla spiaggia un cucciolo di capodoglio privo di vita. Si ritiene che sia stato colpito dall’elica di una motonave o di un grosso yacht
Ostia – La corrente l’ha portato sulla spiaggia ormai privo di vita. Un cucciolo di capodoglio è affiorato stasera dal mare: sulla pancia una profonda ferita, probabilmente di elica, che potrebbe essere stata la causa della morte.
Ad accorgersene verso le ore 18,00 di oggi, lunedì 10 giugno, sono stati i pochi bagnanti che ancora si trovavano sulla spiaggia, tra gli stabilimenti “L’Ancora” e “Il gabbiano” di lungomare Amerigo Vespucci, lungo la costa di levante. La grossa sagoma del cetaceo è affiorata mostrandosi in tutta la sua drammaticità: l’animale aveva un lungo squarcio sanguinolento sulla pancia. Il cetaceo era probabilmente già morto e l’assenza evidente di segni di decomposizione fa pensare che la lesione con la conseguente agonia sia molto recente.
A prima vista dei pescatori che hanno osservato da vicino l’animale, si sarebbe trattato di un cucciolo di balena lungo più di quattro metri. E’ ipotizzabile che la ferita sulla pancia sia stata provocata dall’elica di una motonave o di un grosso yacht.
Le autorità, che sono state avvertite, dovranno provvedere alla rimozione dei resti dell’animale prima che la sua decomposizione diventi un problema igienico-sanitario.
Intorno alle 20,30 l’animale è stato tirato a riva dal concessionario Michele di Fazio con il trattore su incarico della Capitaneria di Porto. I resti del piccolo di cetaceo sono stati adagiato all’Isola Fiorita (stabilimento abbandonato a se stesso) in attesa di domani, dell’arrivo dell’Istituto zooprofilattico. Una volta a secco è stato possibile misurare il cucciolo: è lungo esattamente 5,18 metri.
Il sopralluogo effettuato dagli esperti di Oceanodelphis, un’associazione che studia delfini e cetacei nel Mediterraneo, ha potuto definire che si tratta di un piccolo di capodoglio e non di balena come indicato in un primo momento. Ignote le cause del decesso.
Foto e video di questo servizio sono di Silvia Maria Deligia.