Mariangela Perrupato: “Emozionare è la prima cosa, lo dico sempre alle mie allieve”
Lo confessa l’allenatrice del sincro alle Fiamme Oro. Ex atleta azzurra e vicecampionessa mondiale ha smesso la carriera dopo Budapest. Ha raccontato di sé agli scorsi Assoluti di nuoto sincronizzato di Ostia
Il Faro on line – La sua eleganza in acqua e la sua grinta. Caratteristiche che hanno fatto la storia del nuoto sincronizzato. E quando Mariangela scendeva in acqua, l’emozione saliva. Giuria e pubblico. Come lei stessa desiderava. Una delle campionesse del nuoto sincronizzato azzurro, che hanno scritto pagine importanti della disciplina.
E per due volte Mariangela, oggi allenatrice della categoria delle Assolute delle Fiamme Oro, ha assaporato quell’atmosfera particolare e unica delle Olimpiadi. Le prime a Londra 2012. E poi ecco Rio 2016. E non descrive medaglie importanti come ricordi indelebili, ma una qualifica a Cinque Cerchi arrivata nel marzo del 2012. E finalmente il doppio delle sincronette tricolori strappava il pass per i Giochi. Quella l’emozione più bella vissuta in carriera. E il quinto posto rimediato a Rio 2016 con la squadra femminile è stato importante: “Già una conquista arrivarci”. Spiega la Perrupato.
Racconta di sé a bordo vasca. A pochi minuti dalle finali nazionali, agli Assoluti di nuoto sincronizzato svolti al Centro Federale Fin di Ostia, lo scorso 24 maggio, la vicecampionessa mondiale del duo misto di Budapest 2017 descrive la sua carriera e parla di quell’emozione che sempre deve essere presente. Dal cuore delle atlete a quello del pubblico. E per impressionare la giuria e strappare punteggi alti il cuore serve, come quello sguardo convincente che si adatta alla coreografia acquatica, mai facile da preparare.
Sin da bambina nel mondo del nuoto. E il sincro è arrivato grazie alla sorella di un’amichetta. E come una droga benevola, non se n’è più distaccata. Lo sport lo fa. Prende dentro ed esprime caratteri e mondi interiori. E lei stessa in acqua si trasformava: “Mi dicono che sono dolce e lo sono sempre stata – dichiara Mariangela – ma in gara tiravo fuori la mia grinta”. Per arrivare in alto serve. E’ utile. E quelle medaglie vinte in carriera lo testimoniano. 13 in campo internazionale. Un bronzo ed un argento ai Mondiali, che lei stessa racconta. Nel 2015 a Kazan, ecco il terzo posto nel duo misto. E dopo due anni ancora sul podio in questa specialità, insieme al campione mondiale in carica della specialità Giorgio Minisini, collega di divisa cremisi. Secondi nel mondo e con grande soddisfazione. Agli Europei non sono mancati gli allori. Nel combinato la Perrupato ha vinto 5 medaglie. 4 bronzi e un argento. Nel duo misto un argento a Londra 2016 e nella specialità a squadre due secondi posti e tre bronzi. Magnifiche le medaglie messe al collo. Frutto di quella passione e di quella grinta che oggi Mariangela mette anche nel suo nuovo lavoro.
E’allenatrice delle Fiamme Oro. E nella categoria delle Assolute resta nel suo mondo. Lo confessa convinta. Come una bambina che non vuole distaccarsi dal suo gioco preferito. E cerca di trasmettere quei suoi insegnamenti accumulati in carriera. Emozionare è la prima cosa. E anche il divertimento lo è. Un mix perfetto per stupire, insieme alla perfezione nella performance. Agitata prima di scendere in acqua per una gara importante. Sempre. Lo dice la Perrupato. Ma poi ecco proprio l’acqua a lavare via i brutti pensieri e a donare a lei stessa qualità e talento. O meglio, tirare fuori da lei stessa quelle caratteristiche già innate.
Sorride Mariangela mentre racconta di sé allora e in una competizione italiana in cui le Fiamme Oro hanno vinto tanto, proprio la Perrupato plurimedagliata ha partecipato alle vittorie. E consiglia ai bambini di praticare il stesso suo sport. Tanti sacrifici fatti e tante rinunce, ma quelle medaglie hanno ripagato tutto. e non solo. ricordi, emozioni, esperienze e condivisioni. Una vita nel sincro, da atleta. E dal 2017 anche da tecnico della Polizia di Stato. Mariangela è pronta a vincere ancora, a bordo vasca. Con dolcezza e grinta, ancora.
Cara Mariangela, dopo una sfolgorante carriera da atleta, adesso sei diventata allenatrice, quali sono le tue impressioni ?
“Ho smesso dopo i Mondiali di Budapest nel 2017. Dalla stagione successiva ho iniziato ad allenare le mie ex compagne di squadra. Mi piace moltissimo”.
Come mai hai scelto di intraprendere questa carriera di allenatrice ?
“Sono rimasta nel mio mondo. Seguire loro è un sogno che continua. Questo sport mi ha dato veramente tanto negli anni e continua a darmi emozioni, anche diverse, rispetto a prima”.
Puoi trasmettere quanto tu hai imparato, anche agli allievi più piccoli..
“Alleno il gruppo delle Assolute. Spero in futuro si possa aprire il settore giovanile. Per partire dalle più piccoline”.
Qual è il messaggio che tu stessa senti di dare come allenatrice ?
“Il nuoto sincronizzato è uno sport di precisione e tecnica. Ma quello che mi ha sempre contraddistinto da atleta, è stato quello di trasmettere al pubblico e ai giudici le emozioni tramite la musica. Dico sempre alle mie ragazze : “Dimenticatevi di tutto e immedesimatevi nella vostra performance, proprio per fare in modo di emozionare e coinvolgere. Prima di tutto, voi stesse in acqua per divertirvi e poi gli altri a bordo vasca”.
Riuscivi ad estraniarti Mariangela ? In che modo ci riuscivi ?
“La mia agitazione era tanta sempre. Una volta entrati in acqua..essa ripuliva tutti i pensieri. Facevo quello per cui mi ero allenata tutto l’anno e lo affrontavo con serenità. Con la voglia di sorprendere e colpire con i miei sguardi la giuria. Quando facevo il doppio misto con Giorgio Minisini e con la squadra. Tutte insieme”.
Colpire l’attenzione della giuria cosa vuol dire ?
“Sorprendere con lo sguardo e incantarla”.
Hai partecipato alle Olimpiadi. Puoi raccontare la tua esperienza ?
“Sono stata a Londra 2012. Ho gareggiato con Giulia Lapi nell’esercizio del duo e siamo arrivate settime. A Rio 2016 poi ho partecipato con la squadra. Quinte classificate”.
Ai piedi del podio olimpico..quanto brucia ?
“E’ comunque già una conquista. E farlo era stato un successone. Per la squadra l’accesso ai Giochi anni fa, era diverso. C’era una Nazione per continente. Con quella ospitante, solamente due. Quindi è stata veramente molto dure. Una qualifica all’ultimo sangue. Nel marzo del 2012. Ce la siamo giocata con la Spagna che alle Olimpiadi di Londra ha vinto la medaglia d’argento, quindi è stata la gara più importante della mia vita. La qualifica ci ha dato l’accesso alle Olimpiadi”.
E le Olimpiadi come le hai vissute ?
“Il fatto di trovarti al Villaggio Olimpico insieme a tutti gli altri atleti di altri sport è bellissimo. E’ veramente il sogno di ogni atleta”.
Puoi raccontare delle tue medaglie mondiali ?
“A Kazan nel 2015, ho vinto il bronzo. Inaspettata. Nel doppio misto long avevano ricominciato a gareggiare Gemma Mengual per la Spagna e Virginie Dedieu per la Francia. Due colossi della storia del sincro. L’argento a Budapest nel 2017. Mi ero operata di ernia del disco a fine novembre 2016, erano in forse i Mondiali. Sono rientrata a fine febbraio. A luglio ho partecipato invece ai Mondiali. Una bella soddisfazione”.
Qual è stata la vittoria più bella che hai vissuto ?
“La qualifica a Rio 2016 è stata la conquista più bella. Erano diversi anni che provavamo a qualificarci nella specialità del team. Con il gruppo di persone che eravamo, con ognuna la sua storia.. Sara Sgarzi, Manila Flamini..le veterane..è stato un sogno che si è realizzato”.
Come mai proprio il nuoto sincronizzato è entrato nella tua vita ?
“Ho iniziato con i corsi di nuoto. La sorella di una mia amica faceva nuoto sincronizzato e sono stata trascinata inizialmente. Una volta che entri nel giro, non riesci più a distaccartene. Diventa una vera e propria passione. Da bambina era molto più divertente chiaramente, poi pian piano crescendo ed entrando in Nazionale, è diventato un impegno a tempo pieno. E’ un lavoro per noi”.
Se dovessi consigliare ad una bambina o un bambino (oggi anche i maschi lo fanno), di praticare il nuoto sincronizzato, cosa diresti ?
“Parecchi ragazzi oggi hanno iniziato. E’ in forte crescita. In generale, è uno sport difficile. Impegno e costanza. Con la scuola soprattutto. Tante volte mi sono privata di uscire con gli amici o andare in vacanza. Ti limita tanto ma ti da delle soddisfazioni a lungo andare che ti ripagano”.
Quali sono state le specialità da te praticate ?
“Nella Nazionale giovanile ho fatto il solo. Poi negli ultimi anni ho fatto l’esercizio di squadra e il doppio. Il doppio normale con Giulia Lapi alle Olimpiadi di Londra e il misto con Giorgio Minisini”.
Qual è la differenza tra il duo misto e il duo “normale” ?
“Nel duo misto racconti una storia. Noi eravamo concentrati sull’uomo e la donna. Una storia a due. Puoi giocare sulle coreografie e sulla forza dell’uomo. Tutti i sollevamenti e le spinte, nella maggior parte delle volte, vengono dall’uomo. Giorgio Minisini era molto forte rispetto a noi, quindi lui rappresentava la forza e l’esplosività e noi ragazze l’eleganza ad esempio. Il duo misto libero era contraddistinto dalla performance uomo – donna. Nel doppio normale invece ci sono due donne. Si divide nel doppio tecnico e doppio libero. Nello short ci sono degli elementi tecnici inseriti e la giuria vota in un pannello solo gli elementi tecnici. Poi giudicano sulla coreografia e sulla musica. Nel long è un pochino più lungo. Puoi inserire però parti diverse. E’ vario”.
L’Italia è stata la prima Nazione ad adottare questa specialità mista e Minisini è stato il primo sincronetto italiano..
“Si, l’Italia è stata la prima. In America già lo facevano da diversi anni. Il primo anno eravamo pochini, mentre negli anni il numero dei ragazzi praticanti è cresciuto..”.
Non è facile preparare la coreografia in acqua..
“No. Per i Campionati Italiani ad esempio, siccome gli atleti delle Fiamme Oro sono quasi tutti impegnati con la Nazionale, con la quale lavorano tutto l’anno, il tempo di preparazione è limitato. Per questi ultimi del 2019, abbiamo avuto solo 10 giorni, inventando una squadra in due giorni. Sono molto bravi loro”.
E com’era il tuo nuoto sincronizzato ? Cosa mettevi di te ?
“Mi dicono che sono molto dolce. In acqua tiravo fuori la grinta (ride). La mia parte accattivante”.