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Duo libero d’argento, Minisini e Flamini sul podio dei Mondiali

21 luglio 2019 | 20:55
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Duo libero d’argento, Minisini e Flamini sul podio dei Mondiali
Duo libero d’argento, Minisini e Flamini sul podio dei Mondiali
Duo libero d’argento, Minisini e Flamini sul podio dei Mondiali
Duo libero d’argento, Minisini e Flamini sul podio dei Mondiali

Ultima gara per Manila Flamini che si congeda con due medaglie del secondo posto in Corea del Sud. Russi fortissimi e imbattibili. Ma l’Italia applaude i suoi campioni

Il Faro on line – Troppo forte il duo russo composto da Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltesev per ambire al successo mondiale nella routine libera del misto, non per estasiare il pubblico, ridurre il gap e rilanciare la sfida.

Il futuro è del 23enne Giorgio Minisini, ma con un’altra compagna. Non più la 31enne Manila Flamini, all’ultima gara dopo 19 anni di azzurro, 14 di nazionale A, con quattro medaglie iridate, tra cui lo storico successo nel 2017 nel duo misto tecnico, 13 europee e il quinto posto olimpico a Rio de Janeiro nel 2016 con la squadra.

Flamini e Minisini (entrambi romani, lui di Ladispoli con famiglia sincronizzata, lei del Tiburtino nata a Velletri perché la zia era capo ostetrica dell’ospedale) ripropongono il tema “Angeli e Demoni” con la coreografia di Anastasia Ermakova e Stephan Miermont e la colonna sonora “The Duel Drum & Piano” di Balazs Havasi, sublime pianista ungherese, definito il più veloce del mondo. La routine degli azzurri (entrambi tesserati Fiamme Oro e Aurelia Nuoto) è veloce, ricca di apnea, connessioni e difficoltà che la giuria valuta con maggiore capacità interpretativa dopo il preliminare a tratti destabilizzante per l’inclusione di elementi nuovi. Il risultato è 91.8333, 0.2333 in più di quanto ricevuto nel turno precedente, con un incremento di esecuzione e difficoltà (+0.4 e +0.1 e un decremento di 0.2667 dell’impressione artistica su cui lavorare)

A 1.1334 punti distano i campioni della specialità da sempre (due mondiali e due europei), Gurbanberdieva e Maltesev che si esibiscono sulle note di Sing sing sing di Benny Goodman & His Orchestra (brano del 1936, scritto da Louis Prima, uno dei brani jazz più rappresentativi del genere big band e swing) per un totale di 92.9667 (27.9 per l’esecuzione, 37.0667 per l’impressione artistica e 28 per la difficoltà), comunque 0.1333 meno dei preliminari e del tutto persi nell’impressione artistica.

“Sono contento per medaglia, prestazione, risultato e poi emotivamente è stato un duo molto complesso. Per Manila è un momento intenso e difficile perché il sincronizzato è stato la sua vita. Siamo sfiniti entrambi fisicamente ed emotivamente – racconta Minisini (bronzo mondiale nel 2015, argento europeo nel 2016 e mondiale nel 2017 con Mariangela Perrupato e argento europeo nel 2018 con Flamini) – La Russia ha meritato la medaglia, ma ci siamo avvicinati. Abbiamo puntato sulle difficoltà e gradualmente l’esercizio è stato apprezzato e compreso. Ora bisognerà trovare un’altra strada, un’altra compagna e cambieranno anche gli equilibri perché io mi sono sempre appoggiato a lei. Manila aveva più esperienza; è determinata, strutturata. Adesso chiunque verrà si appoggerà a me perché sarò io il veterano del misto”.

“Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento, ma adesso vorrei che non finisse più. Perché è finita. Per davvero – asserisce Flamini, dopo aver abbracciato tutte le compagne, lo staff ed aver sciolto per la commozione perfino il trucco waterproof – La mia carriera non poteva chiudersi in modo migliore. Smetto sapendo di aver dato sempre il massimo. Oltre questo non sarebbe possibile anche se continuassi. Gli anni del sincro misto sono stati bellissimi. Insieme a Giorgio abbiamo sperimentato, vinto, creduto nel cambiamento e posto le basi per un misto diverso, più vicino alla gente, emozionante, coinvolgente ed empatico. Il futuro sarà questo”.

Finisce per la prima volta fuori dal podio il 40enne statunitense Bill May, pioniere della disciplina ed artefice dell’apertura al misto da parte della federazione mondiale al termine di una lunga battaglia iniziata all’indomani del no ricevuto quando avrebbe potuto partecipare alle Olimpiadi di Atene 2004.

Fonte : federnuoto.it

Foto : Giorgio Scala / Deepbluemedia / Insidefoto