Open Arms, il pm sblocca lo stallo: sequestro della nave e sbarco dei profughi
Profughi e volontari intonano “Bella Ciao”. Svolta dopo 19 giorni. Salvini: “M’indagano? Non mollo”. Ong: “Finalmente l’incubo finisce”
Lampedusa – La Open Arms è arrivata nel porto di Lampedusa. Hanno cantato “Bella Ciao” i profughi e i volontari dal ponte mentre la nave stava attraccando. Dal molo gli attivisti hanno applaudito e urlato “benvenuti”. Ci ha pensato la magistratura a sbloccare il caso Open Arms.
Diciannove i giorni vissuti in condizioni disastrose sul ponte della nave spagnola, ferma a 800 metri dalla costa di Cala Francese a Lampedusa. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, lo stesso pm che aveva sbloccato il “caso Diciotti”, rientrato dalle ferie, ha preso in mano l’inchiesta, coordinata fino a quel momento dal sostituto Salvatore Vella, e si è subito precipitato a Lampedusa con un elicottero e uno staff medico al seguito.
“Finalmente l’incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra“, ha scritto Open Arms su twitter commentando la decisione della Procura di Agrigento che ha disposto lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo.
“La situazione è esplosiva, devo riportare la calma e fare in modo che nessuno si faccia male, l’impegno e l’attenzione sono massimi per l’incolumità delle persone”, aveva detto il pm prima di prendere il volo per l’isola. Un’ora d’ispezione sulla nave della Ong è bastata al magistrato per assumere la decisione tanto attesa dai migranti. E così, a conclusione di un vertice nella Capitaneria di porto, Patronaggio ha disposto il sequestro preventivo della Open Arms, che dovrebbe poi essere portata a Licata, e l’evacuazione immediata dei profughi.
Secondo quanto, si è appreso, oltre all’inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio.
Il reato, previsto dall’articolo 328 del codice penale, punisce “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”. E così il sequestro è stato disposto “per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze”. I magistrati ora stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi.
Ma il ministro dell’Interno, Salvini, non ci sta. E, allontanandosi dall’aula del Senato, in un video su Fb attacca: “Il sequestro impone lo sbarco degli immigrati: ricordo che non c’era allarme sanitario, finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti già nel nome del governo dell’inciucio che vuole riaprire i porti. Finché campo è mio dovere difendere i confini e la sovranità del Paese”. E ancora: “Molto probabilmente mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere: stavolta il reato è omissione di atti d’ufficio. Io non mollo”.
(fonte Ansa)