Luoghi pubblici e barriere architettoniche, l’importanza degli elevatori per disabili
Anche un piccolo ostacolo come un gradino può considerarsi una barriera
Cosa sono le barriere architettoniche?
Le barriere architettoniche sono qualsiasi ostacolo fisico e non, qualsiasi elemento costruttivo, che rende difficile o impossibile poter usufruire di luoghi e servizi pubblici (e privati) o potervisi muovere liberamente, ciò vale per tutti ma riguarda in particolar modo tutte quelle persone che hanno una disabilità fisica, o comunque una ridotta capacità motoria e/o sensoriale.
Anche un piccolo ostacolo come un gradino può considerarsi una barriera architettonica se impedisce alla persona in sedia a rotelle o con disabilità di qualsiasi tipo anche solo di entrare in un edificio pubblico.
L’abbattimento delle barriere architettoniche deve considerarsi di fondamentale importanza, sia che questi riguardi l’aspetto urbano che quello degli edifici pubblici, come ad esempio musei, ristoranti, negozi ecc.
Una prima soluzione per ovviare al problema è costituita dagli elevatori per disabili, che consentono alle persone con disabilità di poter accedere agli edifici senza doversi preoccupare di scale, rampe o altri impedimenti.
Esistono diverse tipologie di elevatori per disabili, a seconda delle esigenze e delle caratteristiche degli edifici nei quali vanno istallati. Gli elevatori possono essere dei mini ascensori, o elevatori a pedana per chi è costretto su una sedia a rotelle o ancora, a poltroncina, che possono essere usati da disabili e anziani ma non solo. Infatti, anche chi ha una difficoltà motoria temporanea, come ad esempio persone che hanno subito interventi chirurgici o hanno avuto incidenti per i quali devono usare stampelle, o mamme con passeggini o donne in gravidanza che hanno difficoltà a muoversi o si affaticano presto possono aver bisogno di usare questo tipo di dispositivi per poter accedere agli edifici.
Gli elevatori costituiscono pertanto un servizio molto utile per molte tipologie di persone, ecco perché ogni edificio pubblico, turistico o di servizio, dovrebbe esserne attrezzato.
Senza contare poi che si tratta di dispositivi che non richiedono grossi investimenti in termini di tempi di istallazione, di lavoro o di costo; non occorrono grossi interventi di muratura per essere istallati e spesso non ne richiedono affatto. Per quanto riguarda i costi, è importante sapere che chi decide di istallarli può godere di importanti sgravi a livello fiscale, quindi non ci sono più scuse!
Gli elevatori per disabili costituiscono una soluzione intelligente soprattutto per quegli edifici già esistenti e datati, la cui struttura non era progettata pensando a problemi di questo tipo, come anche per gli edifici di interesse storico ed artistico, che non permettono, per la loro natura e importanza, interventi consistenti che ne modifichino o compromettano l’aspetto.
Per quanto riguarda gli edifici di nuova costruzione il discorso è diverso. Tutti i nuovi edifici di nuova costruzione devono essere frutto di un’attenta e intelligente progettazione che punti al concepimento e alla realizzazione di spazi che sono già privi di ostacoli e barriere architettoniche.
Ciò significa non soltanto dotare gli edifici, se necessario, di elevatori per disabili, ma creare spazi e locali che presentino, ad esempio, rampe con una pendenza adeguata in presenza di dislivelli, corridoi ampi per permettere eventualmente a chi è in sedia a rotelle di fare manovre in maniera agevole, ecc. Tutti i locali degli edifici dovrebbero essere progettati attentamente e dotati di ampie dimensioni, primi fra tutti i servizi igienici, che dovrebbero essere resi accessibili da subito, già predisposti con gli elementi necessari per essere fruibili da tutti.
Nella realizzazione di nuovi edifici pubblici va dedicata ampia cura anche agli altri sensi che consentono l’orientamento e il movimento, oltre alla mobilità fisica. Ad esempio, bisognerebbe assicurarsi di posizionare correttamente dei segnali per i non vedenti, come ad esempio dei segnali acustici o dei percorsi tattili e, in aggiunta, una segnaletica visuale con colori sgargianti ben posizionata per aiutare anche gli utenti non udenti.
L’architettura ha ed avrà sempre un ruolo primario nell’abbattimento delle barriere architettoniche e quindi nel raggiungimento di un’accessibilità universale, ovvero che riguardi proprio tutti, indipendentemente dalla disabilità o difficoltà. Lo scopo dell’architettura infatti non è altro che quelli di creare spazi ed ambienti che siano davvero a misura d’uomo e che soddisfino qualsiasi esigenza ed elimino difficoltà.
Il DM 236/89 fornisce tutte le informazioni fondamentali per quanto riguarda questo argomento, ovvero l’eliminazione delle barriere architettoniche, in base soprattutto a 3 principi fondamentali, ovvero quelli dell’adattabilità, visitabilità e accessibilità.
Il dm 236/89 non è l’unico ad occuparsi di garantire l’accessibilità dei disabili nei luoghi pubblici.
Esistono infatti varie leggi, come ad esempio la Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, ovvero la legge quadro sull’handicap, della quale alcuni commi si occupano specificatamente dell’abbattimento delle barriere architettoniche in diversi campi della vita pubblica, per garantire il diritto dei disabili ad accedere ai servizi della sanità, la scuola, la formazione, il lavoro i trasporti, ecc.
Da questa legge si evince la volontà di garantire che le persone con disabilità non siano escluse in nessun caso dal godimento dei servizi, dalle prestazioni e dalle opportunità che sono ordinariamente concesse e godute dagli altri cittadini. Si tratta pertanto di una legge che mira a garantire e a proteggere la dignità e la libertà dei cittadini con disabilità.