Civitavecchia, taglio degli alberi a via Montanucci, è polemica tra M5S e Forza Italia

M5S: “Un danno irreparabile che poteva essere evitato”. FI: “Qui si tratta della sicurezza delle persone”.
Civitavecchia – “Purtroppo abbiamo dovuto constatare il taglio irreparabile di una serie di pini marittimi a via Montanucci alta, contrariamente a quanto previsto dall’Amministrazione 5 stelle con Delibera di Giunta” – è questo l’allarme lanciato dal M5S di Civitavecchia e relativo al taglio di alcuni pini, che sta suscitando diverse polemiche tra le varie forze politiche.
“Avevamo disposto alcuni lavori di sistemazione del manto stradale a causa delle radici degli alberi, ma mai e poi mai sono state previste simili deturpazioni del nostro patrimonio arboreo e purtroppo, quello che si taglia in un attimo, può essere rigenerato solamente dopo moltissimi anni. La strada aveva di sicuro necessità di interventi che si stavano attuando per migliorare la sicurezza stradale, ma le nostre indicazioni erano di rifare la strada proteggendo le radici e di non tagliare in nessun caso alberi.
Pertanto le alternative al taglio di alberi di 60-70 anni d’età c’erano eccome, anche a fronte di relazioni di un agronomo, pagato dal comune, che per trasparenza D’Ottavio dovrebbe rendere pubbliche.
Essere definiti “falsi ambientalisti” dall’assessore “taglia alberi” D’Ottavio è per noi un onore e ci conferma l’urgente necessità di liberare Civitavecchia dall’amministrazione del “fare danni”, in primo luogo all’ambiente e ai beni comuni, come purtroppo abbiamo sperimentato quando hanno amministrato la città dal 2001 al 2005 e dal 2007 al 2012.
La nostra amministrazione, oltre ad avere approvato un Regolamento del Verde che definisce gli alberi di circonferenza del tronco superiore a cm 50 come “soggetti ambientali, paesaggistici e giuridici da tutelare”, si è fatta promotrice (per la prima volta nella nostra città) del censimento e della manutenzione degli oltre 3700 alberi della città e delle relative potature che riprenderanno nel prossimo inverno, opera imposta dal Ministero dell’Ambiente in ottemperanza alle prescrizioni VIA per l’esercizio della centrale a carbone. Tutto ciò e molto altro su segnalazione da parte dell’Amministrazione 5 stelle di opere mai realizzate né chieste dal 2003.
Ci auguriamo almeno che, a differenza di quanto dichiarato da D’Ottavio che vorrebbe piantare nuovi alberi “in zone più opportune”, (leggi qui) i pini abbattuti saranno sostituiti come è buona norma con altrettante piante di specie dall’apparato radicale che si espande in profondità anziché in superficie, così da non privare Via Montanucci della preziosa presenza degli alberi, che come tutti sanno assorbono gli inquinanti e mitigano le calure estive”.
La replica di Forza Italia
Pronta arriva la risposta di Roberto D’Ottavio: “Al Movimento 5 stelle farebbero bene a comprendere una cosa: le questioni importanti dell’amministrazione pubblica, come la gestione in sicurezza delle strade, non può essere affidata all’approssimazione. Ma ci vogliono le competenze, come quelle degli agronomi che il nostro servizio ha interrogato, e che hanno depositato le relative perizie, sui pini di via Montanucci.
Qui si tratta, lo ripetiamo, della sicurezza delle persone, in particolare di chi viaggia su due ruote, non di paesaggio. Perché la vita umana non ha prezzo.
L’ipocrisia conclamata impedisce ai grillini di dire che proprio la stessa cosa avvenne, sotto la loro “illuminata” amministrazione, per alcuni alberi di largo Acquaroni, dove la pericolosità ha costretto anche loro a prendere la decisione, dolorosa ma inevitabile, di sostituire le alberature.
In tutto questo, non sappiamo se stupirci di nuovo del coraggio che hanno i portacolori (sempre meno…) del M5s cittadino a nominare l’azienda Enel, cui hanno abbonato 300 milioni di euro, cosa mai avvenuta nella storia cittadina. A maggior ragione dopo che l’ultima maschera è caduta con la questione Aia: l’unico ente che si è opposto in quella sede è stata infatti la giunta Tedesco, mentre il ministero dell’Ambiente (guida grillina), il, Mise (allora a Di Maio, quindi più grillino non si può), la Regione Lazio e la Città Metropolitana (guida grillina) hanno votato a favore.
La morale della favola? Facile. Gli ex amministratori del Movimento 5 stelle devono stare muti per cinque anni, anche e soprattutto in materia di ambiente; l’unica cosa che possono insegnare è a far danni, ma la città ha già dimostrato loro che ha capito benissimo la lezione…”.