Solo una settimana fa in consiglio l’acquisizione dell’ex Avir ai beni del Comune di Gaeta, dopo la vittoria in Cassazione.
Gaeta – Battuta d’arresto per la “storica” svolta gaetana: all’ex Avir, infatti, sono scattati di nuovo i sigilli. Quasi neanche il tempo di festeggiare l’acquisizione da parte del Comune e l’approvazione all’unanimità del progetto preliminare per il recupero dell’ex vetreria (Leggi qui).
Il provvedimento
Il provvedimento che è stato eseguito, ieri dal Nipaaf, in realtà, era stato firmato a luglio scorso. Una storia che si pensava fosse archiviata – dopo che la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso del Comune presentato a febbraio 2018, per l’acquisizione dell’immobile nel patrimonio comunale – e, invece, l’ex vetreria è ora posta sotto la tutela giudiziaria.
L’inchiesta
Il Comune, sulla base della maxi inchiesta per lottizzazione abusiva condotta dalla Procura di Latina e che portò al sequestro dell’immobile, nel 2012 emise un’ordinanza per l’acquisizione dell’ex vetreria al patrimonio dell’ente.
L’importante inchiesta vide iscrivere nel registro degli indagati 27 persone, tra cui ex amministratori, tecnici, notai, commerciali e imprenditori.
Il progetto per la riqualificazione della struttura valeva oltre 50milioni di euro, ma, secondo gli inquirenti, i certificati che ne attestavano la validità erano irregolari, tanto che, nel luglio 2011 prima e poi a dicembre dello stesso anno, l’intero immobile fu posto sotto sequestro da Carabinieri, Nipaaf e Polizia municipale, su disposizione della Procura della Repubblica.
Secondo le indagini, tra il 2008 e il 2009, ben 8 notai avevano già perfezionati gli atti di compravendita dei lotti, realizzando, sulla carta, 22 unità immobiliari. Nel frattempo, un consorzio che puntava all’edificazione privata all’interno dei singoli lotti, lavoravano alla vendita già da marzo 2011.
La battaglia per il dissequestro
Così, parallelamente al processo penale, si svolgeva la battaglia per il dissequestro dell’ex Avir – 25mila metri quadri nel cuore di Serapo -.
Dopo il doppio diniego del Tribunale del Riesame di Latina, a fine giugno 2014, la conferma del sequestro arrivò anche dalla Corte di Cassazione, che rigettò il ricorso della società aveva acquisito la zona delle “Casine Rosse.”
Nel frattempo, davanti al Tar e al Consiglio di Stato si discuteva della possibile acquisizione, da parte del Comune, dell’ex vetreria. Alla fine, il Comune ebbe la meglio.
Ora, però, con questo nuovo sequestro, la vicenda di questo prezioso immobile dalle grande potenzialità economiche rischia di complicarsi nuovamente.
(Il Faro on line)