Politica: anche Ardea contagiata dalla “moda” del cambiamento
La politica locale riuscirà a dare un segnale di affidabilità ai cittadini, evitandogli altre “confusionarie” campagne elettorali come quella del 2017 e le successive Regionali e Politiche del 4 marzo 2018?
Ardea – Forza Italia, dopo l’addio del Consigliere Raffaella Neocliti ex capogruppo del partito forzista, per il momento non ha più un suo rappresentate al Comune di Ardea. Evidentemente, è tempo di continui “cambiamenti”. Cambiamenti, che oramai siamo abituati a sentire in ogni direzione in ambito politico e che in questo contesto, vogliono dire, principalmente, fondare nuovi “cartelli”, come se in Italia non ce ne fossero già a sufficienza… ma, questo è ciò che la democrazia prevede, quindi è legittimo, anche se, alcuni aspetti di ciò che scaturisce da tale sistema, possono essere discutibili.
Lo stesso M5S si è sviluppato sulla parola “cambiamento” e non sembra che quanto, inizialmente, era negli intenti dei “seguaci” di Beppe Grillo, oggi sia, sostanzialmente, diverso dalle precedenti legislature. Lo dimostrano i due Governi Conte, giallo-verde prima ed ora, giallo-rosso, dove, in quest’ultimo caso, la scissione di Matteo Renzi dal Pd fa vacillare prima ancora di iniziare il nuovo esecutivo.
Eppure, si continua a parlare di “cambiamento”. Forse si continuerà a parlare di “cambiamento” ancora per molto tempo e non di cui l’Italia avrebbe bisogno, ovvero, di una “trasformazione”.
“Cambiamento” e “trasformazione” sono, apparentemente, due sinonimi. Ma, se ci riflettiamo più attentamente, potremmo considerare il cambiamento come qualcosa che si modifica o viene modificata, momentaneamente, in qualcos’altro e che può tornare ad essere ciò che già era prima. Trasformazione, invece, rappresenta un cambiamento più profondo, radicale, qualcosa che, nel momento in cui cambia, non può più tornare ad essere ciò che era prima.
Per fare un esempio, possiamo dire che il cambiamento è come voler iniziare una dieta, oppure, smettere di fumare, oppure ancora, iniziare un’attività qualsiasi e poi, ritrovarsi ad abbandonare nel tempo, tutti i buoni propositi e sani principi iniziali, per tornare ad essere ciò che eravamo all’inizio.
La trasformazione, invece, è paragonabile ad un processo che ha inizio in un modo e che finisce per modificarsi, strutturalmente, in qualcos’altro di definitivo. Un esempio di trasformazione radicale, può essere quello del bruco che diventa una farfalla.
Trasformazione, di questo ha necessità il nostro Bel Paese. Un “bruco” che deve smettere di strisciare, di trascinarsi in pratiche politiche trite e ritrite. E’ un Paese il nostro che deve abbandonare, definitivamente, (metaforicamente) il ruolo di bruco e attraverso un processo anche sofferto, attuare un percorso di recupero delle proprie potenzialità umane che possano mettere, realmente, le ali all’Italia.
La scissione di Toti ed altri dirigenti da Forza Italia, quella di Renzi dal Pd e prima ancora, la “scissione” di Salvini (Lega) dal centro destra, subito dopo le elezioni di Marzo 2018, da lui decisa per tentare di costituire una maggioranza di Governo con il M5S, stanno dando luogo ad una crescente destabilizzazione politica che, certamente, non giova all’elettorato per cui continua a sentirsi disorientato, confuso.
Stando alle motivazioni che hanno spinto in molti ad una scissione, prima dai partiti in cui militavano e poi, alla costituzione di nuovi gruppi politici, nel prossimo futuro dovremmo assistere ad una riorganizzazione territoriale senza eguali. Quindi, dovremmo assistere ad un “trasformazione” radicale della politica italiana? Questo è quello che in tanti si aspettavano già accadesse con il M5S.
In realtà, sembrerebbe che la “ricetta” sia sempre la stessa e che si ripeta costantemente: uscire da un partito per andare in un altro, piuttosto che quello di crearne dei nuovi, anche sotto il cartello delle liste civiche (i cittadini di Ardea ne sanno qualcosa – clicca quiLink1 – ), è paragonabile ad un “disco rotto” che continua a suonare sempre la stessa traccia, incessantemente, in modo ripetitivo.
Ora, anche ad Ardea, che ha già fatto esperienza nel suo recente passato della “moda” del “cambiamento”, si creeranno di nuovo altri cartelli di partito, spesso mascherati da Liste Civiche che, inevitabilmente, subiscono l‘influenza delle ideologie che soffiano da altri partiti, trasportate proprio da coloro che potremmo definire, migranti della politica? Oppure, vedremo, come già accaduto, la semplice migrazione da partiti nazionali ad altri partiti storici?
Solo il tempo ci dirà che tipo di politica ad Ardea verrà intrapresa. Si è tornati al vecchio o veramente, si vuole trasformarlo in qualcos’altro? E soprattutto vedremo se, la politica locale riuscirà a dare un segnale di affidabilità ai cittadini, evitandogli altre “confusionarie” campagne elettorali come quella di Giugno2017 e le successive Regionali e Politiche di Marzo2018.
(Il Faro online)