Ostia, stava fotografando il tramonto sulla spiaggia: 80enne aggredito da stranieri

25 settembre 2019 | 15:04
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Ostia, stava fotografando il tramonto sulla spiaggia: 80enne aggredito da stranieri

“Vattene, non ci devi fotografare”: i nordafricani si sono avventati contro un 80enne sulla spiaggia libera davanti all’ex Colonia. Un pugno in faccia e danni alla reflex

Ostia – Ancora oggi ha mal di testa ma non va al pronto soccorso per paura. E non andrà neanche a denunciare il fatto alle forze dell’ordine. E’ un 80enne forte e vivace ma teme che possano riconoscerlo e picchiarlo nuovamente.

Arturo è il nome di fantasia con il quale indicheremo il protagonista di una brutta aggressione avvenuta ieri, martedì 24 settembre, sulla spiaggia antistante l’ex colonia Vittorio Emanuele III. Arturo ha 80 anni e ama la fotografia. Spesso va in giro con la sua macchina fotografica digitale a scattare immagini di Ostia, la città dove abita e che ama profondamente.

Così ieri, intorno alle 18,30, ha raggiunto la spiaggia libera di lungomare Paolo Toscanelli per scattare qualche immagine prima del tramonto con sullo sfondo il Pontiletto diroccato sul mare in bonaccia. Praticamente su quella che dovrebbe diventare la cosiddetta “Spiaggia degli sposi” per matrimoni all’aperto. “A un certo punto – racconta Arturo – mentre puntavo l’obiettivo verso il mare sono stato raggiunto da un gruppo di tre-quattro nordafricani che stavano in riva al mare a guardare alcune ragazze intente a fare il bagno. Uno di loro aveva il carretto per la vendita di pannocchie arrostite“.

Aho non ci devi fotografare butta quell’affare” gli ha ingiunto uno degli stranieri in un italiano stentato ma ben comprensibile. Arturo non ha avuto il tempo di rispondere che gli è arrivato un cazzotto in faccia e un calcio che gli ha fatto volare la macchina reflex sulla sabbia.

A quel punto all’80enne non è rimasto altro che chiamare il figlio e farsi venire a soccorrere. Al suo arrivo i brutti ceffi si erano dileguati. “No, non facciamo denuncia e, anche se a papà fa male la testa, non so se andremo al pronto soccorso” spiega il figlio. Un’altra sconfitta sul fronte dell’integrazione degli immigrati.