Il Papa: “La Chiesa non è una roccaforte, deve avere le porte aperte a tutti”
Da piazza San Pietro l’appello del Pontefice per il Cile: “Basta violenza, attraverso il dialogo ci si adoperi per trovare soluzioni alla crisi e far fronte alle difficoltà che l’hanno generata, per il bene dell’intera popolazione”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “La natura della Chiesa, che non è una roccaforte, è quella una tenda capace di allargare il suo spazio e di dare accesso a tutti. La Chiesa è ‘in uscita’ o non è Chiesa, o è in cammino allargando sempre il suo spazio affinché tutti possano entrare, o non è Chiesa”.
Lo ricorda Papa Francesco durante l’Udienza Generale del Mercoledì, dove prosegue il ciclo di catechesi sul libro degli “Atti degli Apostoli”. In una piazza San Pietro gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, il Pontefice ribadisce la necessità di una “Chiesa con le porte aperte”:
Quando vedo qualche chiesetta qui, in questa città, o quando la vedevo nell’altra diocesi da dove vengo, con le porte chiuse, questo è un segnale brutto. Le chiese devono avere sempre le porte aperte perché questo è il simbolo di cosa è una chiesa: sempre aperta.
Questa “novità delle porte aperte”, precisa Bergoglio, è rivolta “ai pagani, perché gli Apostoli predicavano ai giudei, ma sono venuti anche a bussare alla porta della Chiesa i pagani; e questa novità delle porte aperte ai pagani scatena una controversia molto animata”.
Il primo Concilio
Il Papa fa riferimento al capitolo 14 del libro degli “Atti degli Apostoli”, dove alcuni giudei affermano la necessità di farsi giudei mediante la circoncisione per salvarsi, e poi ricevere il battesimo.
Per dirimere la questione, Paolo e Barnaba consultano il consiglio degli Apostoli e degli anziani a Gerusalemme, “e ha luogo quello che è ritenuto il primo concilio della storia della Chiesa, il concilio o assemblea di Gerusalemme, cui fa riferimento Paolo nella Lettera ai Galati (2,1-10)”.
In questo “primo Concilio”, viene affrontata una “questione teologica, spirituale e disciplinare molto delicata: cioè il rapporto tra la fede in Cristo e l’osservanza della Legge di Mosè“.
Decisivi, fa notare Bergoglio, nel corso dell’assemblea “sono i discorsi di Pietro e Giacomo, ‘colonne’ della Chiesa-madre. Essi invitano a non imporre la circoncisione ai pagani, ma a chiedere loro soltanto di rigettare l’idolatria e tutte le sue espressioni. Dalla discussione viene la strada comune, e tale decisione, ratificata con la cosiddetta lettera apostolica inviata ad Antiochia”.
Il modus operandi della Chiesa
Gli Apostoli suggeriscono, prosegue il Papa, il modus operandi che la Chiesa di oggi dovrebbe seguire per “affrontare le divergenze e ricercare la ‘verità nella carità’. Ci ricorda che il metodo ecclesiale per la risoluzione dei conflitti si basa sul dialogo fatto di ascolto attento e paziente e sul discernimento compiuto alla luce dello Spirito“.
È lo Spirito, infatti, che aiuta a superare le chiusure e le tensioni e lavora nei cuori perché giungano, nella verità e nel bene, perché giungano all’unità. Questo testo ci aiuta a comprendere la sinodalità. È interessante come scrivono la Lettera: incominciano, gli Apostoli, dicendo: “Lo Spirito Santo e noi pensiamo che …”. È proprio della sinodalità, la presenza dello Spirito Santo, altrimenti non è sinodalità, è parlatorio, parlamento, altra cosa …
E conclude: “Chiediamo al Signore di rafforzare in tutti i cristiani, specialmente nei vescovi e nei presbiteri, il desiderio e la responsabilità della comunione. Ci aiuti a vivere il dialogo, l’ascolto e l’incontro con i fratelli nella fede e con i lontani, per gustare e manifestare la fecondità della Chiesa”.
Infine, un appello affinché cessino le violenze in Cile: “Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Cile. Mi auguro che, ponendo fine alle violente manifestazioni, attraverso il dialogo ci si adoperi per trovare soluzioni alla crisi e far fronte alle difficoltà che l’hanno generata, per il bene dell’intera popolazione”.
(Il Faro online) – Foto © Vatican Media