Cous cous all’amatriciana: da Amatrice al Sahara per lanciare un messaggio di fratellanza
L’impresa di un gruppo di italiani per lanciare un forte messaggio di condivisione tra la storia, la cultura e le tradizioni etniche di tutti i popoli
L’impresa di un gruppo di avventurieri italiani si spingerà in un punto remoto del Sahara per lanciare un forte messaggio di fratellanza e condivisione tra la storia, la cultura e le tradizioni etniche di tutti i popoli.
Il cous cous all’amatriciana è un’idea provocatoria e scanzonata che sarà utilizzata come simbolo di fusione tra il punto e la cultura di partenza e il punto più lontano che sarà raggiunto nel deserto.
Da una parte un piatto tradizionale che ha saputo rendere celebre Amatrice, un piccolo paese di 2000 anime, molto prima che lo facessero i tragici eventi sismici del 2016.
Dall’altra il piatto tradizionale arabo per eccellenza. Due culture culinarie apparentemente distanti e rappresentative, che nessuno sognerebbe mai di fondere.
Un gruppo di avventurieri italiani lo farà per dimostrare che il risultato sarà oltre ogni aspettativa, e celebreranno questo momento di “unione” in un punto remoto del Sahara.
Il messaggio da portare descritto nel significato più profondo del cous cous all’amatriciana.
I PROTAGONISTI
Tarcisio Basso, produttore cinematografico e titolare di Running TV International, ha coordinato il piano di produzione per documentare l’impresa:
“Realizzeremo una serie televisiva per descrivere le magie del deserto e dell’entroterra Tunisino. Abbiamo il patrocinio del Consolato di Tunisia e ho previsto un itinerario di 8 giorni di riprese nel deserto per raggiungere Sif Es Souane, la duna più alta e più remota del Sahara, e 8 giorni di riprese nell’entroterra per documentare i siti archeologici, naturalistici e gli antichi villaggi ai confini con l’Algeria.”
Massimiliano Calanchini, esperto organizzatore di viaggi estremi e Presidente di Adventure Raid – Ave4x4, cura la pianificazione tecnica e logistica, i trasferimenti e l’assistenza del viaggio. “Parto da Amatrice perché è la terra della mia famiglia, dove sono le mie radici.” racconta Massimiliano: “È la mia culla e da lì nascono le mie esplorazioni e la mia simbiosi con la natura. Può sembrare un paradosso ma solo tra quelle montagne e il deserto del Sahara, mi sento talmente a casa e sicuro da poter realizzare ogni cosa!!!”
Paolo Goglio, già autore del primo Selfiefilm nella storia del cinema e presidente della Associazione Amore con il Mondo, è il conduttore della serie e curerà la regia insieme a Tarcisio Basso. Metterà a frutto le sue esperienze di cinematografia estrema per realizzare, anche in questo caso, qualcosa di innovativo.
“Operare nel cuore del deserto non è proprio come stare nell’agio di uno studio di posa televisivo. Ci sono molti fattori da considerare e bisogna azzerare ogni minimo margine di errore.”
Marco Basso ha curato l’aspetto tecnico e la scelta delle attrezzature: “Abbiamo a questo proposito allestito attrezzature d’avanguardia per realizzare immagini straordinarie anche nelle condizioni più avverse in formato 4k e 6k.”
Di rientro dal deserto è indispensabile una giornata di sosta a Douz per il check up, la pulizia e il controllo sia delle attrezzature che dei fuoristrada.
Quindi il gruppo ripartirà per la seconda parte di riprese, facendo tappa a numerose località, oasi di montagna, siti archeologici e zone naturalistiche dell’entroterra: Sabria, El Faouar, il Chott El Jerid, Mides, Gorges De Selja, Gafsa, Kasserine, Sbeitla, Table De Jugurtha, Chemtou, Bulla Regia, Dougga, Thuburbo Majus, Oudna, Kelibia, El Haouaria.
Calanchini illustra così il suo rapporto con la Tunisia e con il più grande deserto del mondo:”La Tunisia è la mia seconda casa, mi ha adottato più di 15 anni tra le sue genti e le sabbie del sud. Mi ha regalato il Sahara, un posto magico e surreale, un maestro di vita. È qui che ho imparato a cercare sempre un secondo punto di vista su ogni cosa, e ho capito che le famose certezze posso essere molto pericolose.
Esplorare luoghi e culture ignote significa sapersi mettere in discussione e perdere molte presunte abitudini e inutili convinzioni. Il deserto, per definizione, è un luogo senza confini e apparentemente ostile, ma se abbatti qualche barriera e ti fidi, si trasforma in una magica tavolozza in cui costruire giorno dopo giorno, passo dopo passo… la propria coscienza. È completamente diverso dal mondo noto: qui bisogna riscrivere tutto.
Attraversandolo si torna bambini, e si scrivono nuove regole per la sopravvivenza e per la quotidianità. Lo amo perché ogni persona che vi entra è come se venisse purificata di ogni costrizione mentale e retaggio culturale.”
“Qui il rapporto uomo/natura raggiunge il suo apice estremo” sottolinea il regista Oggionese Paolo Goglio. “Da 10 anni mi occupo di documentare le grandi bellezze del mondo e della vita come antidoto al sensazionalismo dei notiziari e alla comunicazione tradizionale, gravemente contaminata e manipolata da interessi che gravano sulla qualità della vita sociale. Abbiamo intenzione di documentare e tramandare qualcosa di diverso, i veri protagonisti saranno i disegni del vento, il silenzio dei grandi spazi e l’assonanza con l’infinito”.
Da qui il gesto simbolico: “Cucineremo sul posto un inedito cous cous all’amatriciana con la cucina da campo, e lo faremo proprio sulla vetta di Sif Es Souane, la duna più alta dell’Erg Orientale. E’ un gesto di fratellanza, simbolico è un pò provocatorio, in un luogo dove non ci sono confini: nel deserto siamo tutti uguali!”.
Dove potremo visionare la serie di questa impresa?
Conclude Tarcisio Basso: “Organizzeremo una proiezione di anteprima sul territorio italiano. L’intera produzione sarà poi programmata sul digitale terrestre nazionale e su Teca TV, una innovativa piattaforma di video on demand dedicata in particolare ai documentari e ai viaggi avventura, visibile in tutto il mondo”.
(Il Faro online)