La rossa Umbria passa al centrodestra, Donatella Tesei nuovo Governatore. I numeri del voto e i commenti
La Lega con il 36,95%, è il primo partito nelle elezioni regionali in Umbria. Debacle giallorossa. Dibattito aperto sul governo
Perugia – “Una donna concreta”, “hai un’eredità abbastanza impegnativa”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, parlando ai giornalisti all’Hotel Fortuna di Perugia, rivolgendosi a Donatella Tesei, nuovo Governatore dell’Umbria.
La Lega con il 36,95%, pari a 154.413 voti, è il primo partito nelle elezioni regionali in Umbria, seguito dal Partito Democratico che ha ottenuto il 22,33% pari a 93.296 voti. I dati definitivi del Viminale fanno seguire Fratelli d’Italia con il 10,40% pari a 43.443 voti, seguito dal Movimento 5 Stelle con il 7,41% pari a 30.953 voti, segue Forza Italia con 5,50% pari a 22.991 voti, seguita da Tesei Presidente con il 3,93% pari a 16.424 voti. Chiude Umbria Civica con il 2,06% pari a 8.608 voti.
Chi è Donatella Tesei
Avvocato, sindaco di Montefalco per due mandati (dal 2009 al 2014 e dal 2014 al 2019), in questa legislatura senatrice e presidente della Commissione Difesa di Palazzo Madama. Da oggi Donatella Tesei è il nuovo presidente della Regione Umbria che passa al centrodestra ma conferma la sua vocazione rosa: Tesei succede a Catiuscia Marini che, a sua volta aveva preso il posto di Maria Rita Lorenzetti.
Donatella Tesei è nata a Foligno, 61 anni, vive a Montefalco. Due figli, è nonna di un nipotino di un anno e mezzo. E’ cattolica praticante. E’ stata membro del cda della Bonifica Umbra, coordinatore regionale delle Città del Vino dell’Umbria,Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Città per la Fraternità e consigliere del Gal Valle Umbra e Sibillini.
Salvini: “Batosta memorabile, il Governo si faccia da parte”
“Un governo che litiga su tutto e sta insieme solo per la poltrona non va lontano… prima si fanno da parte meglio è”. ha commentato Matteo Salvini. “Un voto, ha rimarcato il segretario leghista, che dimostra che “a Roma c’è la minoranza della minoranza del Paese. Hanno preso una batosta memorabile”. Poi, l’affondo nei confronti del M5S: “I loro elettori si sentono traditi. Gli umbri non hanno l’anello al naso. Il voto dell’Umbria è solo l’inizio di un percorso di democrazia”.
Conte: ‘Un errore fermarsi per il voto di una regione che pesa il 2% a livello nazionale”
“Sarebbe un errore interrompere questo esperimento per via di una Regione che ha il 2% della popolazione nazionale”, ha detto il premier Giuseppe Conte dopo il voto in Umbria secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Quanto alla campagna elettorale, precisa: “Se avessi voluto fare campagna elettorale avrei girato porta a porta un mese, 24 ore al giorno”.
Movimento 5 Stelle in subbuglio
L’esperimento giallorosso, dunque, non ha funzionato alla prova del voto. E’ lo stesso Movimento 5 Stelle a riconoscerlo alle 00.41, quando i dati delle regionali umbre assumono per il M5S i contorni della disfatta. “Questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli opposti”, ammettono i grillini in una nota, ringraziando il candidato civico Vincenzo Bianconi per l’impegno profuso in questa sfida stravinta da Donatella Tesei e dal centrodestra.
Processo ai vertici pentastellati
Il processo alle scelte ai vertici è già partito. Sul banco degli imputati la scelta di correre in tandem col Pd, mal digerita dalla base pentastellata. Lo dice in chiaro all’Adnkronos la deputata umbra Tiziana Ciprini: “Era meglio perdere da soli che perdere la faccia… Il feedback che ricevevo dalla gente era sempre lo stesso: non siete più credibili. Purtroppo iniziare a sperimentare l’alleanza territoriale col Pd proprio in Umbria è stato il colmo”, attacca la parlamentare, secondo la quale “si è azzardato troppo”. Eloquente il commento del senatore Stefano Lucidi: “I motivi del successo sono vari. Temi semplici e immediati da comunicare, macchina organizzativa efficiente, filiera politica autorevole sul territorio. Quello che manca a noi”.
Zingaretti: “Ora riflettere sulle scelte da fare”
La strategia dello stato maggiore Pd, ribadita anche ieri all’assemblea dei sindaci dem da Nicola Zingaretti e da Dario Franceschini alla vigilia del voto, si è scontrata stanotte con il risultato del voto in Umbria. Gli elettori, quelli del Movimento soprattutto, non hanno premiato l’esperimento
Pd-M5S.
Tante le ragioni della sconfitta in una regione che già da tempo non è più ‘rossa’. Ma la portata della vittoria del centrodestra a trazione Matteo Salvini, lo scarto tra le due coalizioni mette inevitabilmente una mina sul progetto di alleanza organica con i 5 Stelle perseguito da Zingaretti. E di certo enfatizza i dubbi di quanti, sia nel Pd che nel Movimento, sono perplessi su quella prospettiva.
Il dibattito interno al Pd si è appena aperto e Zingaretti per primo non si sottrae: “Rifletteremo molto su questo voto e le scelte da fare”. Ma il segretario Pd punta anche il dito su chi, Italia Viva di Matteo Renzi innanzitutto, non ha contribuito a creare le condizioni migliori per il voto in Umbria: “un voto certo non aiutato dal caos di polemiche che ha accompagnato la manovra economica del Governo. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza”.
Almeno per quanto riguarda il Pd che, osserva Walter Verini, “tiene rispetto al voto delle europee. Siamo al 21 per cento, alle europee al 24 e con noi c’era Leu, c’era Carlo Calenda e non c’era stata la scissione della componente renziana”.
(Il Faro on line)