Tra dolore e rinascita: ecco Terracina un anno dopo la tromba d’aria
Le autorità di Terracina si sono recate nei luoghi più colpiti dalla bomba di vento dell’anno scorso. Il vicesindaco: “Andiamo avanti, senza dimenticare.”
Terracina – Sembrava quasi impossibile, ieri, tra il sole alto nel cielo di Terracina e il tran tran che occupava gran parte delle menti degli abitanti, che, soltanto 1 anno prima, la città veniva sconvolta da una tromba d’aria – recentemente gli esperti l’hanno ribattezzata il “ciclone Adrian” – che avrebbe spezzato, in modi del tutto diversi, 3 vite, cambiato il volto di una città e straziato chi restava a contemplare il disastro (Leggi qui).
E, invece. Quello che ieri pareva impossibile, era realmente accaduto. Quando l’anno prima, tutt’Italia e, soprattutto l’intera provincia pontina, rimase col fiato sospeso a guardare quelle immagini incredibili. Una bomba di vento che, caduta perpendicolarmente sul suolo, era poi esplosa in tutte le direzioni.
Dopo 1 anno, Terracina, orgogliosa e fiera com’è sempre stata, da quel disastro s’è rialzata, e, per non dimenticare, chi fisicamente, chi tramite i propri canali social, ieri ha voluto esprimere un pensiero, postare una foto, raccontare cosa si ricordava di quel giorno, purtroppo, indimenticabile.
Il ricordo più vivo è stato quello per le tre vittime: Nunzio Cervoni, il 53enne rimasto schiacciato nella propria auto dopo il crollo di un pino; Giuseppina De Santis, l’85enne morta dopo alcuni giorni a causa di una caduta avvenuta nella casa di riposo dove alloggiava mentre il ciclone spazzava via porte e finestre e, infine, Serafino Pontillo, il volontario di Protezione civile stroncato da un’infarto poco dopo aver smontato dal turno in cui aveva aiutato la popolazione a mettersi al sicuro.
Gli eventi del Comune
Per “Il giorno del ricordo”il Comune di Terracina ha voluto organizzare diversi momenti nei luoghi che furono più colpiti.
La prima commemorazione si è tenuta nell’aria Chezzi, uno dei parchi più devastati dal ciclone, oggi rinato, dove, gli alunni delle scuole Primarie cittadine hanno lanciato un messaggio colmo di speranza e di voglia di rinascita. Presenti anche gli alunni della primaria “Pie Filippini” che hanno letto i loro ricordi, raccontando di vetri che si infrangevano e di quella suora che teneva stretta a sé chi era ancora dentro l’edificio.
Nel pomeriggio, invece, le autorità si sono riunite su viale della Vittoria, proprio il posto in cui perse la vita Nunzio Cervoni. Qui, il Sindaco ha deposto un omaggio floreale, osservando un minuto di silenzio, a seguito del quale il parroco don Luigi ha letto una preghiera.
Un luogo, quello di viale della Vittoria, che oggi ha cambiato volto. Al posto dei pini, che a Cervoni costarono la vita, oggi vi sono altri alberi. E vi sono anche un’aiuola e una panchina, un “monumento semplice” che, come ha fatto sapere l’ex sindaco di Terracina, Nicola Procaccini – presente alla commemorazione – porteranno per sempre il nome di Nunzio.
Poi, il vicesindaco facente funzioni Tintari, ha voluto ricordare le altre due vittime, e gli altri anziani della casa di riposo dove alloggiava Giuseppina De Santis. Nell’ultimo anno, infatti, su 36 che ve ne erano, 18 sono scomparsi, smembrando, di fatto, una piccola comunità.
Alle 16.30, invece, si è tenuta la presentazione del libro “Le Radici di Terracina” presso l’ITS “A. Bianchini” (Innuendo Editore), dove, venti fra scrittori e poeti, terracinesi e non, hanno raccontato la terribile tragedia dell’uragano abbattutosi sulla città il 29 ottobre del 2018.
Infine, oltre alla messa in ricordo di Nunzio – organizzata a Borgo Hermada, dove egli viveva – il Comune ne ha organizzato una seconda nella chiesa del Santissimo Salvatore, nella speranza di riuscire ad andare avanti, senza dimenticare mai quello che è accaduto.
(Il Faro on line)