Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “in tutto nel triennio si stanziano 2,8 miliardi in più per la famiglia”
Il premier Giuseppe Conte ha convocato giovedì alle 18:00 una riunione di tutta la maggioranza sui tempi e i modi di discussione della legge di bilancio.
Tra le misure a favore degli enti locali c’è il rafforzamento del bonus per gli asili nido che consentirà la sostanziale gratuità degli asili nido per la grande maggioranza delle famiglie italiane, e si prevede anche l’aumento dei posti al nido.
“Il provvedimento – ha detto il Ministro Gualtirei – importante anche dal punto di vista del sostegno all’occupazione femminile”.
La misura di bilancio entrerà in vigore dal primo gennaio 2020. Nulla si sa, però, ancora sull’ammontare dell’eventuale bonus e quante saranno le famiglie che ne potranno godere.
Nel documento di bilancio si sottolinea anche che attualmente “l’offerta di posti nelle strutture per la prima infanzia è inadeguata” e si ricorda che secondo i dati Istat il rapporto posti e utenza potenziale nel 2016-17 era “in media pari al 24%”, “assai al di sotto del target del 33% fissato dal Consiglio europeo per favorire la conciliazione della vita familiare con quella lavorativa”.
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha portato in audizione i numeri relativi agli asili nido. Nel 2019 “emerge una spiccata disomogeneità territoriale del beneficio attualmente erogato” -, si legge nel documento, “sia con riferimento al tasso di copertura del bonus rispetto ai bambini minori di tre anni residenti, sia con riferimento all’importo del bonus erogato”.
Così, “si passa infatti dal massimo di copertura del 29% in Valle d’Aosta al livello minimo dell’11% in Campania e Calabria e da una erogazione massima di 651 euro per utente nelle Marche a una erogazione minima di 426 euro sempre in Campania”.
L’Italia è ancora molto lontana dal target minimo stabilito dall’Unione Europea per quanto riguarda la conciliazione di maternità e occupazione delle donne.
L’accesso a nidi e affini o ai servizi integrativi, indica la UE, dovrebbe essere garantito ad almeno il 33 per cento dei bambini tra 0 e 3 anni, cioè a 1 piccolo su 3. Invece, secondo i dati Istat, solo 1 bambino su 4 ha un posto in un nido o in un servizio integrativo per l’infanzia e solo 1 su 8 (12,3 per cento) frequenta una struttura pubblica.