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Civitavecchia, i nonni di Pamela Mastropietro donano un omaggio floreale alla Polizia di Stato

26 novembre 2019 | 17:59
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Civitavecchia, i nonni di Pamela Mastropietro donano un omaggio floreale alla Polizia di Stato

Verni: “Occorre diffondere conoscenza, sin dalla scuola, ed informare su tutti quegli strumenti utili per contrastare questo fenomeno”.

Civitavecchia – Nella giornata promossa dalla Polizia di Stato per la violenza contro le donne, svoltasi lo scorso sabato a Civitavecchia, un gruppo di cittadini ha colto l’occasione per donare agli agenti del locale Commissariato una pianta, quale simbolo di vicinanza morale al loro quotidiano lavoro, spesso compiuto in situazioni di difficoltà, volto alla sicurezza comune, ed in ricordo dei caduti in servizio, tra cui, non ultimi, i poliziotti uccisi a Trieste ad ottobre di quest’anno, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego.

A consegnare l’omaggio floreale, i nonni materni di Pamela Mastropietro, la giovane ragazza romana, che pure frequentava la città del litorale laziale in questione, uccisa a Macerata il 30 gennaio del 2018, dal nigeriano Innocent Oseghale, condannato in primo grado all’ergastolo con isolamento diurno.

“Ringraziamo il dirigente del Commissariato e tutti i suoi uomini e donne per l’organizzazione della bella giornata, il vescovo,per la benedizione che ha voluto impartire all’immagine di Pamela, ospitata sul camper della Polizia, ed il sindaco Ernesto Tedesco per le parole di vicinanza spese con noi”, ha dichiarato Marco Valerio Verni, zio della ragazza ed avvocato della famiglia, che ha continuato:”Non possiamo che condividere le parole del dottor Guiso, alle quali ci permettiamo di aggiungere che, per violenza di genere, si debba anche intendere, oggi, fenomeni ulteriori, rispetto a quelli che accadono tra le mura domestiche, tra cui la tratta di esseri umani, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento sessuale.

Reati gravissimi, cui purtroppo una criminalità sempre più transnazionale ci ha posto di fronte. E che, tornando ai fatti domestici, come è giusto denunciare al primo campanello di allarme eventuali episodi criminosi e perseguirli senza indugio, è altrettanto doveroso condannare nella maniera più dura possibile chi ritenga di approfittarsi di certi strumenti per ottenere vantaggi in determinate situazioni.

Perché l’altra faccia del problema, purtroppo, sono le finte denunce, che poi si ripercuotono non solo sui soggetti- tra cui minori- coinvolti nelle singole fattispecie, ma anche su tutte quelle vere vittime che, così facendo, vedono la giustizia arrivare in maniera più lenta, e spesso, quindi, anche tardiva, perché le relative risorse umane,e finanziarie degli organi pubblici preposti chiamati ad intervenire, sono state disperse per stare dietro, appunto, a denunce che poi sono risultate pretestuose o infondate”.

“Occorre- ha concluso l’avvocato- diffondere conoscenza, sin dalla scuola, ed informare su tutti quegli strumenti utili per contrastare questo fenomeno, dall’istanza di ammonimento,riguardante gli atti persecutori e la violenza domestica, a quello previsto dall’art. 18 del Decreto Legislativo n. 286/1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) che consente alle donne vittime di tratta di poter ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari”.