Disabili, il Papa: “Basta pregiudizi e barriere, rendiamo più umano il mondo”
Messaggio del Pontefice in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, il monito di Bergoglio: “Una persona con disabilità, per costruirsi, ha bisogno non solo di esistere ma anche di appartenere ad una comunità”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “Si sono fatti grandi progressi verso le persone con disabilità in ambito medico e assistenziale, ma ancora oggi si constata la presenza della cultura dello scarto e molti di loro sentono di esistere senza appartenere e senza partecipare. Tutto questo chiede non solo di tutelare i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie ma ci esorta a rendere più umano il mondo rimuovendo tutto ciò che impedisce loro una cittadinanza piena, gli ostacoli del pregiudizio, e favorendo l’accessibilità dei luoghi e la qualità della vita, che tenga conto di tutte le dimensioni dell’umano”.
E’ quanto scrive Papa Francesco nel messaggio scritto in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità, un breve testo nel quale si rinnova “il nostro sguardo di fede che vede in ogni fratello e sorella la presenza di Cristo stesso, che ritiene fatto a sé ogni gesto d’amore verso uno dei fratelli più piccoli”.
Nel messaggio, il Pontefice ricorda “come oggi la promozione dei diritti alla partecipazione abbia un ruolo centrale per contrastare le discriminazioni e promuovere la cultura dell’incontro e della vita di qualità”.
E ammonisce: “Occorre prendersi cura e accompagnare le persone con disabilità in ogni condizione di vita, avvalendosi anche delle attuali tecnologie ma senza assolutizzarle”. Il Papa sottolinea come i disabili debbano essere “unti” “di dignità per una partecipazione attiva alla comunità civile ed ecclesiale. È un cammino esigente e anche faticoso, che contribuirà sempre più a formare coscienze capaci di riconoscere ognuno come persona unica e irripetibile”.
Il pensiero di Francesco va anche ai tanti “esiliati nascosti”, che “vivono all’interno delle nostre case, delle nostre famiglie, delle nostre società”, “persone di ogni età, soprattutto anziani, che, anche a motivo della disabilità, sono sentite a volte come un peso, e rischiano di essere scartate, di vedersi negate concrete prospettive lavorative per partecipare alla costruzione del proprio avvenire”.
Vite di Serie A e di Serie B: un peccato sociale
“Siamo chiamati a riconoscere in ogni persona con disabilità, anche con disabilità complesse e gravi, un singolare apporto al bene comune attraverso la propria originale biografia“, aggiunge il Pontefice.
Occorre sviluppare gli anticorpi contro una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B: questo è un peccato sociale! Avere il coraggio di dare voce a quanti sono discriminati per la condizione di disabilità, perché purtroppo in alcune Nazioni, ancora oggi, si stenta a riconoscerli come persone di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità.
“Fare buone le leggi e abbattere le barriere fisiche è importante – spiega Bergoglio -, ma non basta, se non cambia anche la mentalità, se non si supera una cultura diffusa che continua a produrre disuguaglianze, impedendo alle persone con disabilità la partecipazione attiva nella vita ordinaria”.
In questi anni, fa notare infine il Papa, “si sono messi in atto e portati avanti processi inclusivi, ma non è ancora sufficiente, perché i pregiudizi producono, oltre alle barriere fisiche, anche limiti all’accesso all’educazione per tutti, all’occupazione e alla partecipazione“.
Una persona con disabilità, per costruirsi, ha bisogno non solo di esistere ma anche di appartenere ad una comunità.
“Incoraggio tutti coloro che lavorano con le persone con disabilità a proseguire in questo importante servizio e impegno, che determina il grado di civiltà di una nazione – conclude il Papa -. E prego perché ogni persona possa sentire su di sé lo sguardo paterno di Dio, che afferma la sua piena dignità e il valore incondizionato della sua vita“.
(Il Faro online)