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Cronaca Locale
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Prendevano la pensione dei genitori morti, 37 casi tra Roma e tutto il litorale

14 dicembre 2019 | 09:59
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La Guardia di Finanza ha beccato diversi “furbetti” tra Civitavecchia, Ladispoli, Nettuno, Anzio, Pomezia, Cerveteri e Fiumicino.

I genitori erano morti, ma si erano ben guardati da dirlo alla previdenza nazionale: pensioni ordinarie, pensioni di guerra, invalidità: tutto illecitamente percepito per un ammontare di ben 3 milioni di euro.

I casi più eclatanti sono stati registrati a Roma, ma il litorale ha fatto la sua parte. Delle 37 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma per aver continuato a percepire mensilmente, dopo il decesso degli aventi diritto, la pensione ordinaria, l’assegno sociale, l’indennità di accompagnamento o la pensione “di guerra”, a seconda dei casi, ci sono anche cittadini Civitavecchia, Ladispoli, Nettuno, Anzio, Pomezia, Cerveteri e Fiumicino.

controlli guardia di finanzaIl Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, dopo aver acquisito dall’Inps. e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze i nominativi di titolari di pensione, aveva avviato il loro monitoraggio “a tappeto”, incrociando tali informazioni con quelle contenute nelle banche dati disponibili, al fine di verificare l’eventuale decesso dell’avente diritto e possibili casi di percezione dell’emolumento da parte di terze persone.

In seguito agli approfondimenti eseguiti “sul campo”, le Fiamme Gialle avvalendosi della collaborazione delle sedi locali dell’istituto di previdenza e della Ragioneria Territoriale dello Stato di Roma, hanno scoperto i 37 casi di indebita percezione di prestazioni previdenziali e assistenziali, denunciando i responsabili, a vario titolo, per i reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche a seguito di dichiarazioni mendaci e di truffa aggravata ai danni dello Stato.

In numerosi casi, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro delle somme giacenti sui conti correnti, fino a concorrenza del credito vantato, mentre l’Inps e la Ragioneria Territoriale dello Stato hanno subito sospeso l’erogazione dei trattamenti.

Spiccano, tra le altre, le posizioni di una donna deceduta nel 1991, la cui nipote, fino al 2017, si era appropriata illecitamente di oltre 300.000 euro, nonché di un professionista che non aveva comunicato la morte del genitore avvenuta nel 1993 continuando fino al 2016 ad incassare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze la pensione “di guerra” del padre per oltre 267.000 euro.