Bambini migranti e accoglienza, Fiumicino sul podio per generosità

L’assessore Anselmi: “L’amministrazione segue la legge nazionale ma dallo Stato non arriva nessun tipo di aiuto: li manteniamo a spese del Comune”
Tutori e norme
Durate la loro permanenza nel centro di Parco Leonardo, come fa notare la dottoressa Artini, questi ragazzi non sono soli. A ciascuno di loro viene affidato un tutore legale. “Fino a qualche tempo fa – spiega l’assessore Anselmi – era il Sindaco”. Recentemente la normativa è cambiata. L’art. 343 del codice civile prevede che:
Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la responsabilità genitoriale, si apre la tutela presso il tribunale del circondario dove è la sede principale degli affari e interessi del minore. I legali rappresentanti delle comunità di tipo familiare e degli istituti di assistenza pubblici o privati esercitano i poteri tutelari sul minore affidato, fino a quando non si provveda alla nomina di un tutore in tutti i casi nei quali l’esercizio della potestà dei genitori o della tutela sia impedito.
Tra i compiti più importanti che sono affidati al tutore, sottolinea Artini nella sua tesi, vi sono:
la presentazione della richiesta di protezione internazionale o del permesso di soggiorno per minor età per conto del minore che assiste; la valutazione delle scelte di accoglienza che sono state prese per il minore; la sua partecipazione nelle delicate fasi di identificazione del minore e dell’eventuale accertamento dell’età; la richiesta di un programma specifico in cui inserire il minore che sia vittima o a rischio di tratta; il prodigarsi affinché venga accertata, attraverso le indagini del caso, la presenza di eventuali familiari del minore in un altro paese e affinché gli venga garantito il diritto di accesso alla sanità e all’istruzione.
Nel corso della permanenza presso il centro, dunque, a questi adolescenti viene data un’istruzione e, per quanto possibile, avviati a un’attività lavorativa. Una volta raggiunta la maggiore età, come prevede la normativa nazionale, se non hanno un lavoro con il quale si possono mantenere (situazione molto difficile per un ragazzo di 18 anni), allora questi viene spostato nel centro di accoglienza di Aranova.
L’accoglienza dei più grandi
Nel nord del territorio di Fiumicino, infatti, sorge un’altra struttura di accoglienza che ospita non solo stranieri ma anche cittadini italiani in difficoltà. Al momento, nel centro di accoglienza di Aranova, che può ospitare fino a un massimo di 21 persone, ci sono 8 rifugiati e 3 italiani.
“L’amministrazione comunale spende ogni anno circa 1 milione e 300 mila euro per il mantenimento di queste strutture, sono circa 110 euro a persona – prosegue l’assessore Anselmi -. La Regione Lazio ci rimborsa circa il 40 per cento della cifra totale”.
Anselmi: “Rispettiamo la legge ma siamo soli”
“Il nostro Comune da anni attua le politiche di accoglienza, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Tuttavia, davanti a queste spese siamo soli. E’ vero, la Regione ci dà un rimborso, ma è una cifra piccolissima. Siamo ‘soli’. Lo Stato non ci aiuta”, commenta Anselmi.
“Ha promulgato la legge che ci fa carico di queste persone ma economicamente non ci supporta. Sarebbe davvero un bel regalo di inizio anno se il Governo si facesse più vicino ai comuni italiani di frontiera, che potrebbero reinvestire quel milione per risolvere le tante esigenze e i problemi che ogni città affronta quotidianamente”, conclude l’assessore.
(Il Faro online)