Ostia e Axa, come cambia il turismo: da alberghi ad appartamenti
Chiudono due alberghi che si trasformano in condomini. Il destino de “La caravella” e di “Aris Garden”
Roma – Frutto del cambiamento delle abitudini o vittime della crisi che attraversa il turismo sul litorale? E’ l’interrogativo alla base della chiusura definitiva di due alberghi e della loro trasformazione in condomini.
E’ il caso dell’albergo “La caravella” di lungomare Paolo Toscanelli 154. La struttura, che si trova in una palazzina liberty degli anni Trenta e affaccia sulla spiaggia davanti allo stabilimento “Urbinati“, è chiusa da qualche anno. Una volta nota soprattutto per il suo ristorante con l’omino ad altezza naturale in gesso che invitava a entrare nel locale, dopo una imponente ristrutturazione, ha riaperto per qualche mese per cessare definitivamente l’attività. Quell’omino – raffigurante un cameriere – fu protagonista anche di una scena del film “Il fico d’india” (1980) interpretato da Renato Pozzetto per la regia di Steno (Stefano Vanzina) (il dettaglio sul libro Ostia set naturale).
Da qualche settimana una nota agenzia immobiliare ha messo in vendita per conto della proprietà i sette appartamenti che ne sono stati ricavati al posto delle stanze d’albergo. La quotazione è di quelle importanti, anche per il valore storico ed architettonico oltre che per la preziosità delle posizione: si va da un minimo di 3200 euro al metro quadrato fino a toccare i 5800 euro.
Destino analogo per l’Aris Garden di via Aristofane 101, all’Axa. La struttura, da 185 posti letto, ha cessato la sua attività il 1° novembre dello scorso anno. Diventerà un residence con annesso centro sportivo.
L’albergo aveva un notevole successo, stando alle recensioni ottenute sulle principali piattaforme di prenotazioni online. I punti di forza erano i prezzi imbattibili e il personale che parlava tre lingue; un po’ meno apprezzata la posizione con la via Cristoforo Colombo sempre più intasata e meno scorrevole. Significativa la sua vocazione per congressi.
Al suo posto la proprietà ha deciso di realizzare un residence “Senior living” dotato di servizi per la terza età.
Ora, considerata la chiusura di altre strutture alberghiere (leggi qui) il punto di domanda è il seguente: gli hotel chiudono perchè è sempre più scarsa la domanda turistica per il litorale romano oppure perchè è cambiato il modello di accoglienza con gli ospiti che preferiscono i B&B alle classiche camere?