Sanremo, la Rai non esclude Junior Cally: “Nessuna violazione del regolamento”
“Com’è tradizione del rap, Junior Cally rivendica il diritto/dovere di manifestare le proprie idee al contrario di chi, come dice la canzone, ‘fa la voce grossa ma solo di nascosto'”
Sanremo – “Giova ricordare come sia complesso analizzare e giudicare l’attività artistica di un cantante secondo criteri che, se adottati, potrebbero portare all’esclusione di una parte della produzione artistica degli ultimi decenni”. Lo scrive la Rai nella risposta al quesito fatto in vigilanza Rai da Federico Mollicone, Daniela Santanché e altri deputati sulla partecipazione del rapper Junior Cally a Sanremo (leggi qui).
A quanto spiega la Rai nel testo inviato in vigilanza, “predisposto – si legge nella lettera – sulla base delle indicazioni ricevute dall’Amministratore Delegato” e “che – si precisa – non rappresenta l’opinione del Presidente Foa né la posizione dell’intero Consiglio di Amministrazione“, secondo il Regolamento del Festival, sta “nella responsabilità e nell’autonomia del direttore artistico del Festival la scelta editoriale relativa a generi musicali e interpreti della canzone italiana. Nello specifico, oggetto di contestazione a Junior Cally non è il brano musicale presentato al Festival della Canzone (‘No Grazie’) bensì un brano uscito nel 2018 dal titolo ‘Si chiama Gioia’“.
“E’ bene poi ricordare – aggiunge la Rai – che il regolamento vieta agli artisti durante la manifestazione di rendere dichiarazioni contrarie alle disposizioni del codice etico di Rai”, ma “anche questa regola non è invocabile nel caso di specie in quanto, in primo luogo, la porzione del brano incriminato non è stata ribadita dall’artista nei tempi recenti ma, al contrario, quest’ultimo ha rilasciato dichiarazioni che ne hanno circoscritto la portata” e poi perché – sostiene l’azienda – il genere rap si inquadra “nel contesto della contemporaneità, poiché la sua caratteristica principale è quella di esprimere un pensiero non allineato, la rabbia e i sentimenti delle nuove generazioni“.
“Il rap – spiega la Rai nella risposta alla Vigilanza – nasce nei ghetti e utilizza il linguaggio della strada per dar voce a un’inquietudine universale, per raccontare esperienze vissute al limite e anche per questo oggi rappresenta di gran lunga la parte principale del mercato musicale, come confermano i dati di vendita e di consumo sul web”.
Junior Cally, quindi, aggiunge, “uno degli esponenti del genere più conosciuto soprattutto tra i giovanissimi, è un rapper nato nei sobborghi di Roma, che ha fatto un percorso di vita indubbiamente non facile e ha utilizzato il linguaggio proprio di questo genere per ricostruire nelle sue canzoni precedenti un quadro comune a tante periferie del mondo, una gioventù esasperata e violenta perché cresciuta in situazioni estreme”. Peraltro, sottolinea l’azienda, “il cantare queste situazioni non significa necessariamente dunque, è bene ribadirlo, che l’artista condivida i comportamenti o i pensieri che descrive nei suoi testi. A conferma di ciò, è fondamentale richiamare l’attenzione sul fatto che il cantante si è dissociato chiaramente da certi estremismi” con “un post su lnstagram (leggi qui)”.
In merito al brano con cui si esibirà Junior Cally, infine, che, secondo alcuni sarebbe una presa di posizione contro il sovranismo, “occorre sottolineare che ‘No grazie’ – sostiene la Rai – è una dichiarazione di indipendenza di pensiero che tratta di tematiche sociali e politiche e che, usando lo stile tipico del rap, prende le distanze in modo equanime dal pensiero politico dominante. Com’è tradizione del rap, Junior Cally rivendica il diritto/dovere di manifestare le proprie idee al contrario di chi, come dice la canzone, ‘fa la voce grossa ma solo di nascosto’“.
(Il Faro online)