Simone Barlaam a Rula Jebreal: “Sei di grande ispirazione, hai fatto capire che siamo al limite”
Commenta su Instagram il pluricampione mondiale di nuoto paralimpico l’intervento della Jebreal a Sanremo ieri sera. La giornalista palestinese ha raccontato la tragica storia di sua mamma violentata
Milano – E’ stato un momento commovente il monologo recitato da Rula Jebreal, ieri sera sul palco dell’Artiston, durante la prima serata del Festival di Sanremo.
Ha raccontato la sua personale storia e quella di sua mamma. Sfortunata donna che per due volte ha subìto violenza, dandosi poi fuoco per la disperazione. Un suicidio che ha segnato l’animo di sua figlia, che ha voluto condividere con il pubblico questa tragedia. Il tema portato avanti, con insistenza, è sempre quello. La Donna e la violenza che ancora è costretta a subire. Un corpo rinnegato e dato alle fiamme per non sopportare più il dolore. Tanti, nelle ore successive hanno dimostrato solidarietà e affetto a Rula, che ieri sera ha affiancato Amadeus nella conduzione e che ha incoraggiato le donne ad essere se stesse, invitando gli uomini all’accettazione di questo. Tra coloro che hanno dimostrato vicinanza alla giornalista e scrittrice palestinese, anche consigliera del presidente Macron tra i suoi molteplici ruoli internazionali e sempre in difesa dei diritti civili umani, anche il pluricampione mondiale di nuoto paralimpico Simone Barlaam.
Il vincitore di sei medaglie agli ultimi Mondiali di Londra, dove l’Italia ha vinto il titolo iridato a squadre con 50 medaglie in bacheca, ha espresso il suo pensiero all’amica. Si sono conosciuti a New York, come lui stesso scrive su Instagram: “Anche a New York abbiamo parlato dell’importanza di valori come l’uguaglianza e il rispetto”. Base fondante dei rapporti umani. Ideali irremovibili anche in gara. L’Olimpismo li divulga e li propone. E Simone ne parla nel suo messaggio, descrivendo il monologo di Rula a Sanremo: “Mi hai commosso – scrive l’atleta azzurro – ho percepito pathos, grinta e coinvolgimento”. Così è stato per Rula. Che tra le lacrime e i ricordi che le balenavano in mente, ha descritto la storia di sua mamma e quella di una donna violentata e senza remore. Duro il messaggio della Jebreal, ma allo stesso tempo, ricco di umanità e di un profondo desiderio di cambiare in meglio la società civile: “Hai fatto capire che si è arrivati al limite – prosegue Simone su Instagram – bisogna aprire gli occhi alla gente”.
Uno dei gioielli della Nazionale di nuoto, che punta alle prossime Paralimpiadi di Tokyo 2020, snocciola i numeri di un fenomeno disastroso come la violenza, che sta diventando un cancro fisico e morale della società civile. Ancora oggi, purtroppo. Simone scrive ancora: “Non si può accettare che nel 2020, in Italia, ci siano 3 milioni e 150 mila donne che sono vittime di violenza sessuale sui posti di lavoro”. Incredibili i numeri. Inaccettabili. “Dipingono la realtà spietata – continua a spiegare l’aspirante ingegnere di Milano – è giusto trattare questo argomento”.
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Si fa modello Simone, per tanti giovani che lo seguono. E non solo in piscina con le sue medaglie. Un ragazzo sensibile che ha voluto prendere il testimone del messaggio della Jebreal e farlo suo: “E’ giusto che il tuo messaggio circoli e diventi virale. In primis tra gli uomini”. Una conclusione da campione. Accanto alle donne che danno la vita e che la proteggono. Come fa lo sport con i suoi valori. Come il nuoto fa bracciata dopo bracciata. Respiro dopo respiro. In difesa di un sogno che si chiama vita.
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(Il Faro on line)