Ostia, un incontro per parlare di cambiamenti climatici e oceani
L’evento, organizzato dal Wwf Litorale Laziale, si è tenuto presso la Lega Navale Italiana
Ostia – Chiunque voglia parlare di cambiamenti climatici non può farlo senza prendere in considerazione il ruolo giocato, in tal senso, dagli oceani. E’ questo il presupposto da cui si è mosso l’incontro organizzato dal Wwf Litorale Laziale in collaborazione con la Lega Navale Italiana di Ostia e tenutosi lo scorso 8 febbraio: l’ingegner Domenico Gaudioso, relatore dell’evento, ha infatti scelto di indagare i rapporti fra atmosfera e oceano proprio perché “troppo spesso sottovalutati”.
“Gli oceani – ha spiegato Gaudioso – rivestono un ruolo fondamentale nello scenario climatico presente e futuro: spesso, però, non ce ne rendiamo conto, e crediamo che il riscaldamento globale dipenda esclusivamente da ciò che accade nell’atmosfera. E’ solo nel 2019, con il rapporto speciale dell’Onu ‘The Ocean and Chryosphere in a Changing Climate‘, che le cose sono cambiate: per la prima volta, infatti, in quel documento si parla di clima a partire dall’oceano e non dall’atmosfera”.
“E’ bene ricordare – prosegue – che gli oceani sono il ‘volano’ del sistema climatico: assorbono circa il 22% delle emissioni di anidride carbonica e sono in grado di immagazzinare mille volte più calore dell’atmosfera. Il cosiddetto ‘nastro trasportatore oceanico’, poi, determina il clima dell’intero pianeta. Con l’aumentare delle temperature, però, tutto questo potrebbe non bastare più, con gravi conseguenze per tutti”.
“Che il clima stia già cambiando – precisa l’ingegner Gaudioso – lo dice la scienza: nel 2019 è stato constatato che la temperatura è salita di 1,1 °C in più rispetto all’epoca preindustriale (1850-1900), e che il livello di anidride carbonica nell’atmosfera non era così alto da 800mila anni. Si tratta di dati inequivocabili e allarmanti, soprattutto perché frutto dell’azione umana: se proseguiremo in questa direzione, l’aumento della temperatura accrescerà pericolosamente le probabilità di catastrofi a livello atmosferico ed oceanico. Cosa che, in realtà, sta già accadendo: con l’aumentare dei fenomeni di acidificazione, infatti, il ph degli oceani è aumentato da 8,2 a 8,1 solo negli ultimi due secoli, con gravi ripercussioni su organismi marini come crostacei e coralli”.
“Se è vero, come sostengono alcuni, che abbiamo già raggiunto alcuni importanti punti di non ritorno (come il collasso della calotta glaciale antartica e della Groenlandia) – conclude Gaudioso -, è fondamentale rispettare le direttive dell’accordo di Parigi del 2015 e limitare il più possibile le emissioni, quantomeno per guadagnare tempo e cercare di adattarci al mondo che sarà”.
(Il Faro online)