Gabriele, la Farnesina: “Niente volo ma un prestito per i biglietti”
Verso una soluzione il caso di Gabriele De Fazio il danzatore bloccato in Cina per il coronavirus
Ostia – Si avvia verso una soluzione il caso di Gabriele De Fazio, il danzatore di Casal Palocco bloccato in Cina perché senza stipendio e senza la garanzia del rientro in Italia attraverso un volo di Stato.
La Farnesina ha emesso una nota nella quale spiega perché non può farlo imbarcare con i connazionali nei voli di Stato (Kunming dove risiede non è nella zona rossa di Wuhang) ma si dichiara disponibile a prestare il denaro necessario per acquistare il volo di linea verso l’Italia.
Ecco la nota ufficiale:
Il caso del connazionale Gabriele De Fazio e’ già noto all’Unità di Crisi della Farnesina che ha ricevuto la sua segnalazione il 5 febbraio scorso e l’ha portata immediatamente all’attenzione del Consolato Generale a Chingquin, nella cui circoscrizione ricade la città di Kunming dove egli attualmente si trova.
La situazione di Gabriele De Fazio e’ totalmente diversa da quelli degli italiani che sono stati rimpatriati da Wuhan, epicentro della diffusione del Coronavirus dove le autorità cinesi hanno deciso di bloccare qualsiasi collegamento da e verso l’esterno.
I nostri connazionali che risiedevano a Wuhan si trovavano in condizione di non poter lasciare in alcun modo la città dove non erano più operativi i voli commerciali. Di qui la necessità di realizzare il loro rimpatrio attraverso un volo militare (stessa e unica misura attuata anche dagli altri Paesi europei, Stati Uniti, dal Canada a beneficio dei propri cittadini).
Il Sig. De Fazio si trova invece, come altre migliaia di cittadini italiani, in una zona della Repubblica Popolare Cine se in cui non sono state attuate misure restrittive. A Kunming, dove egli si trova, continuano infatti ad essere operativi i voli commerciali ed e’ possibile rientrare in Italia facendo scalo in qualunque hub internazionale.
Si segnala che, se il problema che impedisce al Sig. De Fazio fosse di natura economica, il Consolato italiano di Chingquin, accertatate le sue condizioni finanziarie, può erogare un prestito per acquistare il biglietto di rientro in Italia, prestito che dovrà poi essere restituito all’erario.