Il Papa: “In Quaresima stacchiamo tv e cellulare per connetterci col Vangelo”
In piazza San Pietro l’Udienza Generale con catechesi sul Mercoledì delle Ceneri, il Pontefice: “Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto!”
di FABIO BERETTA
Città del Vaticano – “La Quaresima è il tempo propizio per fare spazio alla Parola di Dio. È il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia. È il tempo per staccarci dal cellulare e connetterci al Vangelo. È il tempo per rinunciare a parole inutili, chiacchiere, dicerie, pettegolezzi, e dare del “tu” al Signore. È il tempo per dedicarsi a una sana ecologia del cuore”.
Papa Francesco interrompe per un mercoledì il ciclo di catechesi sulle Beatitudini per riflettere, nel giorno d’inizio della Quaresima, sul senso dei 40 giorni che precedono la Pasqua, “cuore dell’anno liturgico e della fede”. Un cammino, fa notare il Pontefice, “che segue quello di Gesù, che agli inizi del suo ministero si ritirò per quaranta giorni a pregare e digiunare, tentato dal diavolo, nel deserto”.
“Immaginiamo di stare in un deserto – esorta il Papa -. La prima sensazione sarebbe quella di trovarci avvolti da un grande silenzio: niente rumori, a parte il vento e il nostro respiro. Ecco, il deserto è il luogo del distacco dal frastuono che ci circonda. È assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola, la Parola di Dio, che come brezza leggera ci accarezza il cuore (cfr 1 Re 19,12)”.
Bergoglio fa notare come nella Bibbia Dio ami parlare agli uomini proprio nel deserto: è qui che “consegna a Mosè le i dieci comandamenti. E quando il popolo si allontana da Lui, diventando come una sposa infedele, Dio dice: ‘Ecco, io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà, come nei giorni della sua giovinezza’ (Os 2,16-17).
In altre parole, “nel deserto si ritrova l’intimità con Dio, l’amore del Signore“. Francesco ricorda quindi che “Gesù amava ritirarsi ogni giorno in luoghi deserti a pregare”, sottolineando che Cristo stesso “ci ha insegnato come cercare il Padre, che ci parla nel silenzio”.
“Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Siamo sommersi di parole vuote, di pubblicità, di messaggi subdoli. Ci siamo abituati a sentire di tutto su tutti e rischiamo di scivolare in una mondanità che ci atrofizza il cuore“, il monito del Papa.
Che aggiunge: “Fatichiamo a distinguere la voce del Signore che ci parla, la voce della coscienza, del bene”. Al contrario, “Gesù, chiamandoci nel deserto, ci invita a prestare ascolto a quel che conta“. Ma a cosa serve la Parola di Dio? “A pregare, perché solo davanti a Dio vengono alla luce le inclinazioni del cuore e cadono le doppiezze dell’anima. Ecco il deserto, luogo di vita, non di morte, perché dialogare nel silenzio col Signore ci ridona vita“.
Il deserto, sottolinea ancora il Papa, è anche il luogo dell’essenziale. Guardiamo le nostre vite: quante cose inutili ci circondano! Inseguiamo mille cose che paiono necessarie e in realtà non lo sono. Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto! Anche su questo Gesù ci dà l’esempio, digiunando”.
In questa prospettiva, “digiunare è saper rinunciare alle cose vane, al superfluo, per andare all’essenziale. È cercare la bellezza di una vita più semplice”. Ma il deserto è anche “il luogo della solitudine. Anche oggi, vicino a noi, ci sono tanti deserti. Sono le persone sole e abbandonate – fa notare il Papa -. Quanti poveri e anziani ci stanno accanto e vivono nel silenzio, senza far clamore, marginalizzati e scartati! Parlare di loro non fa audience. Ma il deserto ci conduce a loro, a quanti, messi a tacere, chiedono in silenzio il nostro aiuto“.
Il cammino nel deserto quaresimale è un cammino di carità verso chi è più debole.
“Preghiera, digiuno, opere di misericordia: ecco la strada nel deserto quaresimale – conclude il Pontefice -. Nel deserto si apre la strada che ci porta dalla morte alla vita. Entriamo nel deserto con Gesù, ne usciremo assaporando la Pasqua, la potenza dell’amore di Dio che rinnova la vita. Coraggio, seguiamo Gesù nel deserto: con Lui i nostri deserti fioriranno”.
Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va alla situazione che si trova ad affrontare l’Italia e il mondo intero nel fronteggiare il nuovo coronavirus: “Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio”.
(Il Faro online) – Foto © Vatican Media