Coronavirus, isolato dai ricercatori del “Sacco” di Milano il ceppo italiano
Al momento in Italia sono 650 i contagi, i morti salgono a 17. Diverse decine le persone che sono guarite
Milano – E’ stato isolato, da ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano, il ceppo italiano del coronavirus. Ne dà notizia Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive III dell’ospedale “Sacco” di Milano.
Coronavirus, salgono a 17 i morti in Italia
Nel frattempo salgono a 17 i morti per coronavirus in Italia. “Aggiorniamo anche il dato dei deceduti, in Lombardia sono morte tre persone. Sono tre ultra ottantenni, due di 88 anni e una di 82, che avevano un quadro clinico delicato e importante”, spiega il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli aggiungendo che “il dato dei positivi è in totale 650”.
“In Lombardia sono guarite altre tre persone, quindi il totale dei guariti è 40 in quella regione”, ha detto ancora Borrelli. In totale quindi il bilancio delle persone guarite sale a 45 con le 3 nel Lazio e 2 in Sicilia.
“Per noi i decessi rimangono 9”, ha affermato l’assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera, in conferenza stampa sull’emergenza coronavirus. “Seguiamo le linee guida del ministero della Salute – ha aggiunto – e spero che le seguano tutti: i decessi devono essere certificati dall’Istituto superiore di sanità. Se qualcuno dà numeri diversi, se ne assume le responsabilità”.
Veneto
Oltre 6mila tamponi eseguiti in Veneto, 116 i casi positivi al test e confermati (in gran parte asintomatici), 27 ricoverati di cui 8 in terapia intensiva, due morti e 2 contagiati già dimessi. Questi ad oggi i numeri dell’epidemia in Veneto – ricapitolati dall’assessore, affiancata da Francesca Russo, responsabile del Dipartimento Prevenzione della Sanità del Veneto – che sinora ha interessato in prevalenza soggetti in età anziana, spesso affetti già da altre patologie. Solo un minore, una bambina di otto anni a Limena, risulta positivo al test, peraltro senza manifestare sintomi clinici.
Liguria
“Ad oggi sono 16 i casi positivi in Liguria, 10 sono già passati in isolamento domiciliare: oltre il 50%. Questa è una buona notizia che fotografa anche come l’andamento in Liguria del virus sia di bassa virulenza. Un brutta notizia invece per i gufi, anche colleghi, catastrofisti”. Lo afferma all’AdnKronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica delle malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana terapia anti-infettiva.
Lombardia
“Quattro pazienti” con nuovo coronavirus “sono stati trasferiti in Terapia intensiva all’ospedale Niguarda di Milano dall’ospedale di Cremona”, dopo essersi aggravati. Lo ha riferito l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, al termine di un vertice in Prefettura a Milano.
“Su 130 persone positive e ricoverate – ha chiarito l’assessore – 50 sono state collocate nell’ospedale di Cremona, perché in qualche modo anche l’area del Lodigiano gravava su quella struttura. Sta succedendo che alcune di queste persone hanno degli aggravamenti” e quindi “alcune sono state portate in Terapia intensiva a Milano”. Non si tratta di nuovi pazienti, ma di persone “già ricoverate” e che già “erano nella nostra contabilità”.
Emilia-Romagna
“Sono 97, in Emilia-Romagna, i casi di positività al Coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma, tutti riconducibili al focolaio lombardo, e 6 a Rimini. Nessuno dei nuovi pazienti è in terapia intensiva, dove invece rimangono i tre di ieri (uno all’ospedale di Piacenza e due a Parma), e la maggior parte si trova in condizioni non gravi; molti sono addirittura asintomatici o presentano sintomi modesti (febbricola e lieve tosse)”.
Lo fa sapere la Regione Emilia-Romagna. Un aumento dei riscontri positivi – che ieri pomeriggio erano 47 – “dovuto anche all’elevato numero di tamponi refertati in regione (1.033) ed effettuati nei giorni scorsi anche su persone asintomatiche, spesso contatto di casi positivi, prima che le nuove indicazioni nazionali stabilissero la necessità di fare il test tampone solo in caso di sintomi manifesti.
Rispetto a ieri pomeriggio, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 10 a Modena, sempre contatti del primo caso che si era recato nell’area rossa del Lodigiano; 2 a Parma e 3 a Rimini (tutti correlati al primo paziente di Rimini). La Regione ha deciso che non sarà allestito un modulo provvisorio per il triage a Cento (Ferrara).
Toscana
E’ arrivata intanto nella tarda serata di ieri la validazione da parte dell’Istituto superiore di sanità dei primi due casi positivi al coronavirus in Toscana. Lo si apprende dalla Regione. Si tratta dell’imprenditore fiorentino di 63 anni e dell’informatico 49enne di Pescia (Pistoia), quest’ultimo rientrato giovedì scorso da Codogno, ricoverati rispettivamente nei reparti di malattie infettive dell’ospedale di Ponte a Niccheri, a Firenze, e di quello di Pistoia.
Ieri in Toscana ci sono stati altri due casi sospetti positivi per i quali la Regione attende ancora la validazione dell’Istituto superiore di sanità: un 65enne vicino di casa dell’ imprenditore 63enne e un cittadino norvegese di 26 anni che studia all’Università di Firenze, rientrato sei giorni fa in città. Complessivamente in Toscana sono 273 le persone in isolamento domiciliare sotto sorveglianza attiva e 363 i campioni testati nei tre laboratori di Careggi, Pisa e Siena dal 1 febbraio a oggi.
Abruzzo
”Un uomo, ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Teramo, è risultato positivo al primo test per il Covid 19. La conferma definitiva del contagio arriverà solo con gli esiti del secondo esame, che sarà eseguito all’Istituto Spallanzani di Roma”. Lo comunica il Servizio Prevenzione e Tutela della Salute della Regione Abruzzo.
”Il paziente, residente nella bassa Brianza, era arrivato a Roseto degli Abruzzi insieme alla famiglia, per trascorrere qualche giorno nella loro abitazione di villeggiatura. Al presentarsi dei sintomi della malattia, ieri è stato subito ricoverato e sottoposto al primo test che, eseguito a Pescara, è risultato appunto positivo. In accordo con la Protezione Civile sono già state messe in atto tutte le procedure previste e la famiglia messa in isolamento”.
Puglia
Il primo caso positivo di Coronavirus in Puglia riguarda un carpentiere di 33 anni che vive in una abitazione nella zona marina ‘Trullo di Mare’, un’area isolata e quasi disabitata che fa parte del comune di Torricella, in provincia di Taranto. Secondo quanto si apprende e secondo quanto da lui riferito sarebbe andato a Codogno, vicino Lodi, per ‘delicati’ motivi familiari il 19 febbraio e ne sarebbe uscito il 24 febbraio quando era già stata istituita la zona rossa. L’uomo vive in una casa della frazione della cittadina jonica con la compagna, il fratello e la moglie del fratello. I familiari, a partire dal fratello, sono stati sottoposti a esami.
Secondo quanto riferito sempre da lui avrebbe contattato un medico nella cittadina del lodigiano (probabilmente, ma questo è da accertare, anche qualche numero verde della regione Lombardia) che gli avrebbe consigliato, una volta tornato in Puglia, di mettersi in quarantena e di allertare le autorità. Gli sarebbe stata inviata anche una nota del Ministero. Quindi, in qualche modo tranquillizzato, sarebbe tornato in Puglia in aereo (da Milano Malpensa a Brindisi) dove è stato prelevato dal fratello che lo ha condotto a casa. Qui si sarebbe isolato dagli altri due familiari e non sarebbe andato in giro per evitare contatti.
La sera del 24 febbraio ha avvertito qualche sintomo di febbre. Poi, l’altro ieri mattina presto, ha contattato un medico, il consigliere regionale Peppe Turco, ex sindaco di Torricella. Questi dopo aver saputo dall’uomo, che non è suo paziente, dei sintomi, febbre a 37.5-38, ha allertato il 112 e il 118 che poi lo ha prelevato e lo ha portato all’ospedale ‘Moscati’, uno degli otto centri di riferimento regionali dove si trova ricoverato.
Sicilia
“A Catania purtroppo abbiamo registrato un nuovo caso di coronavirus. Si tratta di una donna, risultata positiva ai primi due tamponi. E’ già ricoverata. Arrivava da Milano dove era andata a trovare la figlia”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
“Nella serata di ieri – ha riferito anche l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – è stato esaminato a Catania un caso di sospetta positività al coronavirus, relativo a una donna catanese rientrata da Milano nei giorni antecedenti l’inizio della emergenza lombarda. La signora è del tutto asintomatica, guarita da ogni sindrome influenzale e si trova precauzionalmente in isolamento domestico. Per le linee guida nazionali – ha aggiunto – nella medesima condizione di isolamento domestico sono stati posti i due suoi familiari conviventi: anch’essi sono privi di qualsiasi sintomatologia. Il caso è sotto l’esame del dipartimento competente dell’Asp e del reparto Malattie infettive dell’ospedale ‘Garibaldi’ di Catania, che sono impegnati a tracciare la scheda epidemiologica”.
“Attenderemo ovviamente l’esito dell’esame dell’Istituto superiore di sanità cui i campioni sono stati inviati – conclude l’assessore – Gli altri casi esaminati ieri, tra cui quello della paziente ricoverata al San Marco di Catania, sono tutti negativi. E non risulta in città alcuna ulteriore criticità”.
(Il Faro online)