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Coronavirus, Bella: “Casi di Pomezia riconducibili a due focolai della zona rossa”

5 marzo 2020 | 16:00
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Coronavirus, Bella: “Casi di Pomezia riconducibili a due focolai della zona rossa”

“Il Covid-19 non è un banale raffreddore ma neppure la morte nera”

Pomezia – “Nella serata di ieri ho appreso della chiusura di un ulteriore scuola nel Comune di Pomezia, la E. Pestalozzi di Torvaianica (leggi qui)” afferma il Deputato M5S Marco Bella.

“Sembra che i casi si ‘moltiplichino’ ma la situazione va affrontata con razionalità e senza inutili allarmismi. I casi riscontrati nei comuni di Pomezia e Fiumicino sono tutti riconducibili ai due focolai della cosiddetta ‘zona rossa‘. La circolazione del Covid-19 è avvenuta prima che fosse emessa la quarantena”.

“Nulla di nuovo quindi – rassicura il Deputato –. Inoltre è ormai appurato che se si circoscrivono tempestivamente le persone malate il Coronavirus non si diffonde. Il Covid-19 non è un banale raffreddore ma neppure la morte nera. L’80% delle persone guarisce senza aver bisogno dei medici ed è presumibile che molti non sappiano neppure di averlo, tanto sono lievi i sintomi”.

“Le persone più colpite sono gli anziani e quelle con patologie pregresse. Voglio far notare che se i casi passano da 1 a 6, con un incremento di 5, non abbiamo la percezione di un’epidemia, mentre quando si passa da 1000 a 1500, con un incremento di ben 500, la maggior parte delle persone si mette in allarme. In realtà, è il primo caso quello che dovrebbe generare molto più timore, perché si ha un incremento del 600%, nel secondo solo del 50%, ovvero ben dodici volte di meno”.

“Non basiamoci sui numeri assoluti – conclude l’ex Professore universitario di chimica – perché non sono una reale misura del problema. L’esperienza nella Repubblica Popolare Cinese ci dice che la quarantena potrà pure essere seccante per chi la subisce, ma funziona per ridurre i contagi. Al momento, il motivo principale per contenere il virus è quello di evitare di sovraccaricare il sistema sanitario nazionale. Per un vaccino ci vorranno ancora diversi mesi, ma i medici stanno già testando molti farmaci antivirali. Bisogna avere calma, fiducia e niente allarmismo. Tutti insieme ne verremo fuori prima possibile”.

(Il Faro online)